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'LA MASSERIA DELLE ALLODOLE' libro e film, la Storia
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genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Lun Mag 22, 2006 15:15    Oggetto: 'LA MASSERIA DELLE ALLODOLE' IL LIBRO... Rispondi citando


ha scritto:



La rivincita delle «allodole»
Arslan vince il Premio Pen


Antonia Arslan ha vinto la quindicesima edizione del premio Pen Club italiano: una sorta di rivincita per il suo romanzo d'esordio «La masseria delle allodole» (Rizzoli) che l'anno scorso «rischiò» di aggiudicarsi il Campiello 2004. Ispirato ai ricordi familiari dell'autrice, il libro è il racconto della tragedia armena e della struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute. La masseria raccontata è la casa, sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915, all' inizio dello sterminio degli armeni da parte dei turchi, vengono trucidati i maschi della famiglia, adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso atroci marce forzate e campi di prigionia. Antonia Arslan, laureata in archeologia, è stata docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova; prima di questo romanzo aveva pubblicato saggistica, anche sulla letteratura femminile. La Arslan, che l’hanno scorso «perse» il Campiello, andato a Paola Mastrocola, per due soli punti. Oggi al Castello di Compiano (in provincia di Parma) ha preceduto, tra gli altri quattro finalisti, anche il caso letterario vincitore del Campiello Opera Prima 2005, Alessandro Piperno («Con le peggiori intenzioni», Mondadori). Gli altri finalisti erano Alberto Ongaro («La taverna del Doge Loredan», Piemme), Maurizio Maggiani («Il viaggiatore notturno», Feltrinelli), Eraldo Affinati («Secoli di gioventu», Mondadori). Il presidente del Pen Club, Lucio Lami, ha consegnato alla vincitrice 2.600 euro, mentre tutti i finalisti hanno ricevuto un'opera originale di Claudio Sacchi e 500 euro. Lami ha voluto sottolineare «il particolare significato di questo "antipremio", ormai affermato grazie a un sistema a doppia votazione che ci evita di entrare nel novero dei riconoscimenti letterari pilotati dall'industria editoriale».

domenica 4 settembre 2005




«La masseria delle allodole» di Antonia Arslan, struggente storia familiare che racconta la tragedia del popolo armeno barbaramente sterminato dai turchi...

...e «Tutta la violenza di un secolo» di Marcello Flores, un'analisi multidisciplinare sulla quantità e qualità delle tragedie che hanno attraversato gli ultimi cento anni sono i libri che si sono aggiudicati il Premio Biblioteche di Roma rispettivamente per la sezione narrativa e saggistica. Il verdetto è stato annunciato da Enza Sampò e Marino Sinibaldi nel corso della cerimonia di premiazione all'Auditorium. Per la sezione sperimentale ragazzi invece il premio (del valore di 2000 euro) è andato a Pinin Carpi con Le avventure di Lupo Uragano e a Luigi Garlando con Per questo mi chiamo Giovanni rispettivamente per la fascia d'età 8-10 anni e 11-13 anni. Il verdetto è stato pronunciato all'Auditorium da 215 piccoli votanti delle scuole elementari e medie romane, che si sono intrattenuti in una giornata tutta dedicata ai libri e alle loro curiosità di lettori. Ma i ragazzi non hanno solo letto e commentato i testi nei 17 circoli di lettura delle Biblioteche ma, da veri baby critici letterari, hanno anche recensito i testi su un blog e realizzato, insieme a Rai Sat ragazzi, un reportage dei loro incontri di lettura. L'iniziativa è stata promossa da Biblioteche di Roma insieme al Comune e ha lo scopo di avvicinare, sin dall'infanzia, al mondo della lettura. «Questa iniziativa abitua i ragazzi alla lettura libera e spontanea. Bisogna evitare che i bambini crescano solo davanti alla tv perché quella televisiva non sempre è vera cultura e non sempre è idonea ai ragazzi», ha commentato Giuseppe Mannino, presidente del consiglio comunale che ha anche lanciato l'idea di un prossimo premio: «I nonni sanno raccontare tante cose, voi potreste farvi raccontare le loro esperienze e poi riscriverle con la vostra fantasia». «Mi auguro che da questa esperienza voi bambini possiate scegliere come regalo di Natale un bel libro, una cosa che ci si porta dietro per tutta la vita - augura ai piccoli Gino Poggiali, presidente di Biblioteche di Roma - L'anno prossimo, oltre ai racconti, si potranno esplorare altri rami di lettura, dalla geografia, all'astronomia, alle scienze». Disseminati su tutto il territorio cittadino, dal centro storico fino alla periferia, i Circoli di lettura sono composti da un minimo di dieci a un massimo di trenta iscritti, con una età compresa tra i 14 e i 60 anni, che esprimono e definiscono i propri gusti scoprendo il piacere di condividere libri di qualità.

mercoledì 7 dicembre 2005




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Rossana



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MessaggioInviato: Lun Mag 22, 2006 18:14    Oggetto: Rispondi citando


Sn proprio contenta per l'autrice: garzie Giuly per l'articolo!
Buona serata

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genziana



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MessaggioInviato: Mar Mag 23, 2006 12:48    Oggetto: 'LA MASSERIA DELLE ALLODOLE' Il libro e la Storia... Rispondi citando


ha scritto:



03-07-05, pag. 4, Avezzano

Premio Lucca Antonia Arslan è la vincitrice


LUCCA. È Antonia Arslan la vincitrice del Premio dei lettori Città di Lucca, il riconoscimento da quest’anno gemellato con Pescara. La scrittrice ha conquistato la vittoria con «La masseria delle allodole» (Rizzoli), commovente e pluripremiato romanzo sullo sterminio degli armeni da parte dei turchi all’inizio del secolo scorso. La cerimonia che ha concluso la diciassettesima edizione del premio si è svolta venerdì a Villa Rossi di Gattaiola, a Lucca, in uno spettacolare palazzo del Cinquecento aperto a un centinaio di ospiti arrivati da tutta Italia dalla scrittrice Francesca Duranti, anima della manifestazione. A consegnare il premio ad Antonia Arslan è stato chiamato Marcello Nicodemo, insegnante e scrittore che, attraverso l’associazione Oltreleparole.net, ha promosso il gemellaggio con il capoluogo adriatico. Tra i dodici libri in gara, i lettori di Lucca, Pescara e Roma, le tre città coinvolte nell’iniziativa, avevano scelto tre finalisti: con Antonia Arslan, correvano per la vittoria finale Bijan Zarmandili, giornalista del gruppo Espresso-Repubblica, con «La grande casa di Monirrieh (Feltrinelli), e Raffaele Nigro con «Malvarosa» (Rizzoli). Commossa Antonia Arslan, che ha dedicato il libro agli armeni sterminati dai Giovani Turchi, un milione e mezzo di persone: «I protagonisti di questo libro sono persone vere che non potuto vivere loro vita» ha detto. La collaborazione tra Pescara e Lucca proseguirà anche per l’edizione numero diciotto del premio. Gli incontri con gli autori riprenderanno in autunno. (m.r.t.)



27-02-05, pag. 43, Spettacolo


La scrittrice Arslan in Abruzzo

«Così fu sterminata la mia gente»



Armeni, il popolo dimenticato rompe il silenzio


Aveva otto anni quando, sotto una pergola di glicine, nonno Yerwant le raccontò per la prima volta del genocidio degli armeni. Il profumo dei fiori divenne parte del ricordo, scintilla della memoria che da allora Antonia Arslan ha cercato di ricostruire per riappropriarsi della propria identità: italiana, nata da genitori italiani, ma con le radici affondate nella storia di un popolo dimenticato, massacrato dai turchi all’inizio del secolo scorso e sopravvissuto solo nella diaspora. Dei due milioni di persone che fino ad allora aveva condiviso pacificamente l’Anatolia con gli altri occupanti, dopo la scientifica pulizia etnica del 1915 solo 500 mila sopravvissero, abbandonando per sempre la terra che era loro da millenni. «La masseria delle allodole» (Rizzoli), commovente e pluripremiato romanzo di Antonia Arslan racconta la storia degli Arslanian, ricca e rispettata famiglia armena vittima di una tragedia a cui riusciranno a scampare soltanto madri, figlie, sorelle: un piccolo gruppo di donne in fuga verso l’Italia dove Yerwant, partito a 13 anni per studiare, e mai più tornato, le accoglierà. «In Italia la diaspora fu esigua, non più di duemila armeni a tutt’oggi. E in un ambiente estraneo molti scelsero di assimilarsi, senza accorgersi della perdita». Com’è avvenuto il recupero delle sue radici? «È stato un processo lento e anche abbastanza faticoso. Avevo sempre avuto la passione per i racconti armeni, raccoglievo tutto quello che trovato: ritagli, giornali, dischi, mia zia faceva piatti armeni, ascoltavo i ricordi dei parenti che venivano da Siria e Libano. Poi è emersa la necessità di riappropriarmi della mia origine. Per due motivi: il primo è stato il terribile genocidio, coperto da una coltre di silenzio. Poi tutto questo è diventato vita, sangue, poesia, forza interna quando sono entrata in contatto con un grande poeta armeno, Daniel Varujan - sconosciuto perché sconosciuto era la nostra storia - che ho talmente amato da studiare la lingua e tradurlo. Questo mi ha dato la forza di scrivere». È stato difficile ricostruire la storia della sua famiglia? «No, non lo sapevo, ma avevo tutto dentro, depositato. È stato come immergersi e sentire riemergere queste voci, questi caratteri, che si sono presentati come sono nel libro. Difficile è stato cominciare perché non ne avevo il coraggio: ho sempre scritto libri di saggistica, è stato difficile passare da scrittura di tipo critico a quell’abbandono e a quella umiltà che devi avere se vuoi che la gente legga». Nella prima parte del libro, colpisce la densità dei segnali che la tragedia era imminente. Cosa rese ciechi gli armeni, visto che appena vent’anni prima in 250 mila erano stati sterminati? «Questa è la grande domanda per gli armeni, come per gli ebrei: perché non se ne accorsero? Le stragi di armeni compiute in Anatolia tra il 1894 e il 1896 dalle milizie del sultano e dai curdi non erano state volte allo sterminio totale, ma alla decimazione, con l’obiettivo di sottometterli. Il progetto genocidario dei Giovani Turchi (il partito progressista salito al potere nel 1908) fu di eliminare l’intera minoranza armena, così come il progetto di Hitler fu di eliminare l’intera nazione ebraica. L’intenzione del genocidio - una parola nuova per un crimine nuovo, coniata nel 1944 - né gli armeni né gli ebrei potevano immaginarla, era una cosa del tutto nuova. E gli ebrei furono ancora più indifesi perché non sapevano che cosa era accaduto agli armeni». Analogie e legami con la Shoah sono spaventosi. «Nel 1939 Hitler disse: “Noi possiamo fare quello che vogliamo, chi si ricorda oggi lo sterminio degli armeni?”. E tra i suoi stretti collaboratori c’erano alcuni ufficiali che avevano aiutato i Giovani Turchi nello sterminio degli armeni». Il genocidio degli armeni non è stato ancora riconosciuto dai Turchi, ma neppure dagli Usa. Cosa ne pensa? «Gli armeni americani, che sono un milione, hanno ottenuto il riconoscimento da 45 stati Usa, e gli ultimi presidenti fanno delle dichiarazioni il 24 aprile, data d’inizio dello sterminio. Sono progressi lenti, ma ci sono. Invece la Turchia ha una posizione strettamente negazionista, una cosa grave, ma anche pericolosa, visto che ha ottenuto l’accesso ai negoziati per entrare nell’Unione europea. Questo riconoscimento è una cartina di tornasole per mostrare buona volontà nel campo dei diritti civili. Anche il parlamento curdo in esilio ha chiesto ufficialmente scusa al popolo armeno, ma se la Turchia continua a negare il riconoscimento, è come se questa grande minoranza non fosse mai esistita: le chiese degli armeni sono state distrutte, le loro case date ad altri, i giardini inselvatichiti, una gigantesta opera di rimozione. Ma anche molti intellettuali turchi stanno battendosi perché sia fatta luce».



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Rossana



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MessaggioInviato: Mar Mag 23, 2006 12:53    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE GIULY, BUONA GIORNATA!
BACIONI

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MartinaDucky



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MessaggioInviato: Mar Mag 23, 2006 19:22    Oggetto: Rispondi citando


Ragazzi...cose da pazzi...
sapete che la mia professoressa di Medicina di Laboratorio è la sorella dell'Antonia Arslan????? Shocked Shocked Shocked
Quando si dice che il mondo è piccolo...

Alla prossima...
Baci!!!
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sissi



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MessaggioInviato: Mar Mag 23, 2006 23:42    Oggetto: Rispondi citando


ho ordinato il libro, poi vi dico
baci sissi la tenentina

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Rossana



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MessaggioInviato: Mer Mag 24, 2006 12:20    Oggetto: Rispondi citando


sissi ha scritto:
ho ordinato il libro, poi vi dico
baci sissi la tenentina



QUALE LEGGERAI PER PRIMO, CARA SISSI? Wink Laughing Wink Laughing Wink Laughing
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sissi



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MessaggioInviato: Gio Mag 25, 2006 00:20    Oggetto: Rispondi citando


non so ancora, quando arrivano scelgo, ma penso la masseria, anche per andare a tempo con i lavori del nostro ale... Wink pazza, eh? Question
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Rossana



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MessaggioInviato: Gio Mag 25, 2006 12:53    Oggetto: Rispondi citando


sissi ha scritto:
non so ancora, quando arrivano scelgo, ma penso la masseria, anche per andare a tempo con i lavori del nostro ale... Wink pazza, eh? Question


NO, E PERCHE', SCUSA?
ANCH'IO HO AVUTO LO STESSO IDENTICO PENSIERO! Wink

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sissi



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MessaggioInviato: Gio Mag 25, 2006 14:08    Oggetto: Rispondi citando


si...ma io cerco di seguire i suoi passi.....anche se non è facile, con il saltapicchio che è.... Wink
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Rossana



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MessaggioInviato: Gio Mag 25, 2006 17:45    Oggetto: Rispondi citando


sissi ha scritto:
si...ma io cerco di seguire i suoi passi.....anche se non è facile, con il saltapicchio che è.... Wink



APPUNTO, SEGUIAMO I SUOI PASSI, E SICCOME ADESSO IL NOSTRO CAPITANO STA GIRANDO "LA MASSERIA...", NOI LEGGIAMO IL LIBRO CHE LA RIGUARDA!
BACIONI CARISSIMA!

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genziana



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MessaggioInviato: Gio Mag 25, 2006 19:19    Oggetto: "LA MASSERIA DELLE ALLODOLE" IL LIBRO... Rispondi citando



ha scritto:








Se volete scaricare l'intervista ad Antonia Arslan in formato originale:

file .pdf (Adobe Acrobat Reader)
http://www.unive.it/media/allegato/dep/Interviste%20e%20testimonianze/10-Intervista_Arslan.pdf

file .rtf (Microsoft Word)
http://www.unive.it/media/allegato/dep/Interviste%20e%20testimonianze/10-Intervista_Arslan.rtf



Buona Serata di lettura a tutte/i da Piero e Giuly

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Rossana



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MessaggioInviato: Ven Mag 26, 2006 12:31    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE GIULY, L'HO SALVATA E NEI PX GIORNI - SPERO - DI POTERLA LEGGERE...
BACI

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Piccirilla



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MessaggioInviato: Ven Mag 26, 2006 15:07    Oggetto: Rispondi citando


GIULY, ECCO L'ARTICOLO DI CUI TI PARLAVO OGGI IN MP...SONO RIUSCITA A SCANNERIZZARLO Exclamation Wink



Riporto una frase che forse non si riesce molto a leggere ma è importante, almeno per me che abito a PADOVA:

E, infine, si sa che le riprese dureranno undici settimane, di cui dieci ambientate in Bulgaria, e poi una, verso la fine di giugno, in cui la troupe si trasferirà qui nel veneto, e anche a Padova, per gli ultimi ciak.


GIULY ECCO TUTTO...IO SPERO CHE TU IN QUALCHE MODO RIUSCIRAI A DARMI LA DATA PRECISA DELL'ARRIVO DI ALE E LA TROUPE A PADOVA COSI' NON ME LO PERDO Exclamation E' UN OCCASIONE UNICA PER ME E NON ME LA VOGLIA PERDERE, NON DEVO PERDERMELA Exclamation Wink
TI PREGO.... Embarassed

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007



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Residenza: Verona

MessaggioInviato: Ven Mag 26, 2006 18:36    Oggetto: Rispondi citando


dal sito www.flachfilm.com

CATALOGUE - CINéMA
LE MAS DES ALOUETTES

de Paolo et Vittorio TAVIANI
avec Paz VEGA, Moritz BLEIBTREU, Angela MOLINA, André DUSSOLLIER, Tcheky KARYO, Arsinee KHANJIAN, Alessandro PREZIOSI

La famille arménienne Avakian est riche et nombreuse. Les deux frères Aram et Assadour ont décidé de se revoir - ¬ l’un, médecin, émigré à Venise, a bien réussi et est marié avec une comtesse italienne, et l’autre possède des terres près d’une petite ville d’Anatolie qui abrite une importante communauté arménienne et où il est respecté même par les autorités turques. Assadour ira avec sa famille en Anatolie où il n’est pas retourné depuis plus de vingt ans.

Tandis qu’à Venise on organise le long voyage, en Anatolie Aram, sa femme Armineh, exubérante et dynamique, sa tante Hasmig et sa sœur Nunik – ¬ une belle jeune fille impatiente de vivre sa vie - se préparent à les accueillir. On fait restaurer le Mas des alouettes, l’antique demeure qui les a vus naître, on construit un court de tennis, on ouvre les vérandas aux couleurs nuancées. Dans la période qui précède ces retrouvailles, en Italie comme en Anatolie, émergent des sentiments, des projets ambitieux… et même une histoire d’amour, dangereuse et impossible, entre Nunik, arménienne et un jeune officier turc.

Dans la famille Avakian, personne ne semble s’apercevoir de la tempête de la “Grande guerre” qui se prépare. Nul ne soupçonne que le parti des Jeunes Turcs s’organise en secret pour accomplir l’utopie sanguinaire de la Grande Turquie.

En mai 1915, l’Italie entre en guerre aux côtés de la France contre l’Autriche et l’empire turc. Assadour tente par tous les moyens de partir, mais en vain. Il reste en Italie, tandis qu’en Turquie, la situation devient un enfer. Le parti des Jeunes Turcs ordonne l’épuration des minorités ethniques: les arméniens doivent être éliminés.

Dans le mas des alouettes, où ils s’étaient naïvement réfugiés, Aram et tous les individus de sexe masculin, y compris les enfants, tombent entre les mains des soldats assoiffés de sang qui les massacrent sous les yeux de leurs femmes, de leurs filles et leurs mères. C’est ainsi que commence le calvaire des femmes et d’Avetis, le petit garçon d’Aram, qui a survécu parce qu’il était habillé en fille. Sous la contrainte, ils marchent en colonne vers le désert, où ils sont condamnés à mourir.

Mais un homme et une femme, Nazim et Ismène, suivent discrètement la colonne: l’homme, Nazim, est un Turc membre de la Confrérie des mendiants, qui a toujours été très lié, par des sentiments de sujétion et d’amour, avec la famille d’Aram qui respecte la pauvreté, conformément aux principes évangéliques de la société arménienne. La femme, Ismène, est une pleureuse grecque, une "magicienne", mais aussi la nounou qui a passé toute sa vie dans la chaleur de ce foyer arménien. Dans un moment de faiblesse, Nazim a trahi la famille, en brisant l’amour à peine éclos entre Nunik et le jeune Turc. A présent, ¬ bouleversé par la tragédie et écrasé de culpabilité, ¬ il est décidé à se racheter: avec Ismène il sauvera les membres de la famille qui ont survécu. Il sauvera les trois petites filles et Avetis, ainsi que leur mère, Armineh, que Nazim a toujours vénérée en secret, et qui s’est désormais murée dans le silence. Il sauvera également la belle Nunik qui, pour donner à manger aux siens, offre sa beauté et sa virginité, à un soldat turc qui surveille la colonne des femmes arméniennes. Ce jeune soldat, Ferzan, a été attiré, dès que la colonne s’est mise en marche, par l’attitude fière de Nunik. Il méprise ses camarades qui ont abusé des femmes arméniennes en les prenant par la force. Il a honte devant Nunik qui s’est dénudée dans sa tente. Il la recouvre d’un châle. Il la respecte. Ils se retrouvent encore une fois: Ferzan tombe amoureux, tandis que Nunik éprouve une grande tendresse.

Pendant ce temps, Nazim organise une série d’événements en vue de sauver la famille d’Aram. « C’est pour cette nuit », confie Nunik à Ferzan qui, désespéré, est tenté de l’obliger à rester, mais la laisse partir.

Tout se déroule dans la nuit, conformément au plan établi: la voiture au double-fond est prête à accueillir les fugitifs. Mais quelque chose attire les soupçons des gardes qui sont sur le qui-vive. Pour éviter qu’ils ne découvrent les enfants et Armineh, Nunìk s’avance. Pour attirer l’attention sur elle, elle se dirige vers le centre du camp et entonne un chant arménien, un chant de défi, de rébellion. Les torches l’éclairent. Le commandant du camp ordonne de lui faire subir la torture du feu, puis de la décapiter. Parmi les soldats il y a aussi Ferzan. Il plonge ses yeux dans ceux de Nunik, il se souvient, mot pour mot, de ce qu’elle lui a dit: « je n’ai pas peur de la mort… mais ne les laisse pas me torturer ». La lame de Ferzan étincelle dans la nuit, fend l’air, et réapparaît maculée de sang… Mais les petites filles, Avetis et Armineh courent déjà vers la mer… vers Venise, qui un matin à l’aube, apparaît devant leurs yeux, magique et merveilleuse.


by 007 Wink
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