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FALCONE|BORSELLINO impegno in memoria delle VITTIME DI MAFIE
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Autore Messaggio
genziana



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MessaggioInviato: Gio Ago 12, 2010 00:09    Oggetto: 9 agosto 1991 - magistrato ANTONINO SCOPELLITI - 2010 Rispondi citando







Il discorso di Rosanna Scopelliti nell’anniversario dell’omicidio del padre, il

magistrato ANTONINO SCOPELLITI assassinato dalla mafia il 9 agosto 1991



“Ancora un anno è passato, e noi siamo di nuovo qui a commemorare il ricordo di quel terribile 9 agosto 1991, il giorno in cui mio padre pagò con la vita il solo fatto di essere una persona onesta, un magistrato onesto. Perché in una terra malata come questa nostra terra anche la semplice normalità di un servitore dello Stato, che fa solo il suo dovere, può essere considerata intollerabile da chi a capo di potenti organizzazioni criminali e mafiose considera che il suo potere di condizionamento sul popolo debba passare attraverso il terrore, l’intimidazione, il colpirne uno per educarne cento.

Sono trascorsi 18 anni da quel triste giorno, e purtroppo ancora noi familiari non abbiamo avuto giustizia, visto che il processo sull’omicidio di mio padre non è riuscito ad individuare colpevoli e mandanti del suo omicidio.

E così l’assassinio di un magistrato della Suprema Corte di Cassazione, l’omicidio che ha aperto l’orrenda stagione di sangue culminata con le stragi di Capaci e di via D’Amelio, avvenute nell’arco di meno di un anno, è rimasto impunito.

Sarebbe necessario riaprire il processo sull’omicidio di mio padre, ma per farlo sarebbe necessario un fatto processualmente rilevante e nuovo, come ad esempio la confessione del delitto da parte di chi ha avuto in esso un ruolo, come esecutore o come mandante.

Allora io faccio appello direttamente a quegli uomini che impudicamente amano auto-definirsi “uomini d’onore” e che in qualsiasi modo possono aver avuto parte in quel delitto.

Se vogliono veramente dimostrarsi uomini d’onore lo facciano nell’unico modo che possa restituire loro dignità e speranza di perdono, se non quello degli uomini almeno quello di Dio: si pentano! Si pentano sinceramente e fattivamente, collaborando con la magistratura affinchè si possa riaprire il processo e noi familiari possiamo almeno avere quella Giustizia che potrà dare finalmente pace ai nostri giorni ed alle nostre notti. E non lo facciano per ricerca di sconti di pena o di agevolazioni carcerarie: lo facciano solo per rispetto alla loro stessa dignità, per avere la possibilità di guardarsi allo specchio senza vergognarsi della loro sporcizia interiore. Lo facciano per poter guardare negli occhi i loro figli sapendo di aver dato loro un segnale non di morte, ma finalmente di liberazione dal male.

Sono trascorsi 18 anni dal giorno in cui ti hanno strappato a noi, papà.

Quanto dolore, quanta solitudine, quante amarezze quotidiane hanno scandito questi giorni, mesi, anni per me e per mamma senza averti vicino, piangendo di nascosto l’una dall’altra per non caricarci reciprocamente sulle spalle un’apparenza di inadeguatezza, per non impaurirci l’una con l’altra con lo spettro della paura, del timore di un’incapacità ad affrontare la vita da sole.

Ho avuto almeno questa fortuna, papà, perché ho avuto al mio fianco una grande donna che non ha mai avuto paura della vita e che mi ha aiutato, in questi anni, a diventare una donna che non ha paura.

Oggi, dopo 18 anni, è però cambiato tanto nella nostra vita.

Prima eravamo sole.

Poi, pian piano, abbiamo trovato a camminare silenziosamente al nostro fianco tante altre persone di buona volontà, come altri familiari di vittime di mafia, come meravigliosi rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine, della Chiesa.

E poi sono arrivati i meravigliosi ragazzi del movimento “E adesso ammazzateci tutti”, i ragazzi coraggiosi che si sono ribellati alla ‘ndrangheta assassina dopo l’omicidio di Francesco Fortugno mettendoci finalmente le loro facce, la loro giovane fisicità, come mai era successo nella storia della Calabria.

E’ insieme a loro che ho ritrovato la speranza per me e per la mia Calabria, che da quel momento non era più solo la terra degli uomini della mafia che mi avevano strappata dalle braccia di mio padre, ma era anche la terra della speranza.

Finalmente alla Calabria erano spuntate le ali, e poteva cominciare a volare.

Celebrando con questa Liturgia la memoria ed il ricordo, celebriamo finalmente anche la speranza.

Ringrazio dunque, a nome della Fondazione che porta il nome di mio padre, e che ho l’onore di presiedere, tutti voi che avete voluto compartecipare a questa speranza di liberazione.

Ringrazio don Luigi Ciotti, che ancora una volta ci ha abbracciati con infinito amore paterno; ringrazio sua eccellenza l’arcivescovo di Reggio Calabria Mons. Vittorio Mondello e tutti i sacerdoti della Curia reggina, unitamente ai religiosi ed alle religiose che quotidianamente testimoniano questa speranza.

Ringrazio tutte le Autorità Civili e Militari che con la loro presenza hanno voluto onorare la memoria di mio padre; ed insieme a loro desidero ringraziare tutti i servitori dello Stato che quotidianamente dedicano le loro energie fisiche ed intellettuali nei vari compiti a loro assegnati, permettendoci di vivere in uno Stato di diritto.

Ed infine un grato e commosso ricordo per tutti coloro che, indossando una divisa o una toga, o semplicemente indossando la loro grande dignità di uomini liberi, hanno perso la vita nella difesa degli ideali di libertà, di democrazia, di giustizia. A loro l’Onore della memoria, a noi invece l’onere di testimoniare ogni giorno, con la nostra vita, che il loro sacrificio non è stato vano.

Grazie a tutti, e che il Signore ci benedica e ci infonda coraggio sempre”.


(testo intergrale del discorso - 9 agosto 2010)


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nanà



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MessaggioInviato: Ven Set 03, 2010 18:27    Oggetto: messaggio Rispondi citando


Il 3 settembre 1982 veniva ucciso dalla mafia, a palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'agente Domenico Russo.



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genziana



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MessaggioInviato: Dom Ott 03, 2010 10:11    Oggetto: Papa BENEDETTO XVI visita pastorale A PALERMO 3 ottobre 2010 Rispondi citando



Papa BENEDETTO XVI è in visita pastorale a PALERMO

17 anni dopo Papa Giovanni Paolo II parlerà ai giovani
ricordando Don Puglisi e le vittime di mafia 3/10/2010



Piazza Politeama di Palermo
Domenica, 3 ottobre 2010

INCONTRO CON I GIOVANI - Discorso



Cari giovani e care famiglie della Sicilia!

Vi saluto con tanto affetto e tanta gioia! Grazie per la vostra gioia e la vostra fede! Questo incontro con voi è l’ultimo della mia visita di oggi a Palermo, ma in un certo senso è quello centrale; in effetti, è l’occasione che ha dato il motivo per invitarmi: il vostro incontro regionale di giovani e famiglie. Allora oggi devo iniziare da qui, da questo avvenimento; e lo faccio prima di tutto ringraziando Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta, che è delegato per la pastorale giovanile e familiare a livello regionale, e poi i due giovani Giorgia e David. Il vostro, cari amici, è stato più di un saluto: è stata una condivisione di fede e di speranza. Vi ringrazio di cuore. Il Vescovo di Roma va dovunque per confermare i cristiani nella fede, ma torna a casa a sua volta confermato dalla vostra fede, dalla vostra gioia, dalla vostra speranza!

Dunque, giovani e famiglie. Dobbiamo prendere sul serio questo accostamento, questo trovarsi insieme, che non può essere solamente occasionale, o funzionale. Ha un senso, un valore umano, cristiano, ecclesiale. E voglio partire non da un ragionamento, ma da una testimonianza, una storia vissuta e attualissima. Penso che tutti voi sappiate che sabato 25 settembre scorso, a Roma, è stata proclamata beata una ragazza italiana di nome Chiara, Chiara Badano. Vi invito a conoscerla: la sua vita è stata breve, ma è un messaggio stupendo. Chiara è nata nel 1971 ed è morta nel 1990, a causa di una malattia inguaribile. Diciannove anni pieni di vita, di amore, di fede. Due anni, gli ultimi, pieni anche di dolore, ma sempre nell’amore e nella luce, una luce che irradiava intorno a sé e che veniva da dentro: dal suo cuore pieno di Dio! Com’è possibile questo? Come può una ragazza di 17, 18 anni vivere una sofferenza così, umanamente senza speranza, diffondendo amore, serenità, pace, fede? Evidentemente si tratta di una grazia di Dio, ma questa grazia è stata anche preparata e accompagnata dalla collaborazione umana: la collaborazione di Chiara stessa, certamente, ma anche dei suoi genitori e dei suoi amici.

Prima di tutto i genitori, la famiglia. Oggi voglio sottolinearlo in modo particolare. I genitori della beata Chiara Badano sono vivi, erano a Roma per la beatificazione - io stesso li ho incontrati personalmente - e sono testimoni del fatto fondamentale, che spiega tutto: la loro figlia era ricolma della luce di Dio! E questa luce, che viene dalla fede e dall’amore, l’hanno accesa loro per primi: il papà e la mamma hanno acceso nell’anima della figlia la fiammella della fede, e hanno aiutato Chiara a tenerla accesa sempre, anche nei momenti difficili della crescita e soprattutto nella grande e lunga prova della sofferenza, come fu anche per la Venerabile Maria Carmelina Leone, morta a 17 anni. Questo, cari amici, è il primo messaggio che vorrei lasciarvi: il rapporto tra i genitori e i figli – lo sapete – è fondamentale; ma non solo per una giusta tradizione – so che questa è molto sentita dai siciliani. E’ qualcosa di più, che Gesù stesso ci ha insegnato: è la fiaccola della fede che si trasmette di generazione in generazione; quella fiamma che è presente anche nel rito del Battesimo, quando il sacerdote dice: “Ricevete la luce di Cristo … segno pasquale … fiamma che sempre dovete alimentare”.

La famiglia è fondamentale perché lì germoglia nell’anima umana la prima percezione del senso della vita. Germoglia nella relazione con la madre e con il padre, i quali non sono padroni della vita dei figli, ma sono i primi collaboratori di Dio per la trasmissione della vita e della fede. Questo è avvenuto in modo esemplare e straordinario nella famiglia della beata Chiara Badano; ma questo avviene in tante famiglie. Anche in Sicilia ci sono splendide testimonianze di giovani cresciuti come piante belle, rigogliose, dopo essere germogliate nella famiglia, con la grazia del Signore e la collaborazione umana. Penso alla Beata Pina Suriano, alle Venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magno, grande educatrice; ai Servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo, e a tanti giovani che voi conoscete! Spesso la loro azione non fa notizia, perché il male fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia! L’immagine dell’albero è molto significativa per rappresentare l’uomo. La Bibbia la usa, ad esempio, nei Salmi. Il Salmo 1 dice: Beato l’uomo che medita la legge del Signore, “è come albero piantato lungo corsi d’acqua, / che dà frutto a suo tempo” (v. 3). Questi “corsi d’acqua” possono essere il “fiume” della tradizione, il “fiume” della fede da cui si attinge la linfa vitale. Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano le loro radici nel “fiume” del bene! Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i nostri Vescovi hanno detto e dicono!

L’apostolo Paolo riprende questa immagine nella Lettera ai Colossesi, dove esorta i cristiani ad essere “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Voi giovani sapete che queste parole sono il tema del mio Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno prossimo a Madrid. L’immagine dell’albero dice che ognuno di noi ha bisogno di un terreno fertile in cui affondare le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che fanno crescere la persona: sono i valori, ma sono soprattutto l’amore e la fede, la conoscenza del vero volto di Dio, la consapevolezza che Lui ci ama infinitamente, fedelmente, pazientemente, fino a dare la vita per noi. In questo senso la famiglia è “piccola Chiesa”, perché trasmette Dio, trasmette l’amore di Cristo, in forza del sacramento del Matrimonio. L’amore divino che ha unito l’uomo e la donna, e che li ha resi genitori, è capace di suscitare nel cuore dei figli il germoglio della fede, cioè la luce del senso profondo della vita.

Ed eccoci all’altro passaggio importante, che posso solo accennare: la famiglia, per essere “piccola Chiesa”, deve vivere ben inserita nella “grande Chiesa”, cioè nella famiglia di Dio che Cristo è venuto a formare. Anche di questo ci dà testimonianza la beata Chiara Badano, come tutti i giovani santi e beati: insieme con la famiglia di origine, è fondamentale la grande famiglia della Chiesa, incontrata e sperimentata nella comunità parrocchiale, nella diocesi; per la beata Pina Suriano è stata l’Azione Cattolica - ampiamente presente in questa terra -, per la beata Chiara Badano il Movimento dei Focolari; infatti, anche i movimenti e le associazioni ecclesiali non servono se stessi, ma Cristo e la Chiesa.

Cari amici! Conosco le vostre difficoltà nell’attuale contesto sociale, che sono le difficoltà dei giovani e delle famiglie di oggi, in particolare nel sud d’Italia. E conosco anche l’impegno con cui voi cercate di reagire e di affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che sono per voi autentici padri e fratelli nella fede, come è stato Don Pino Puglisi. Ringrazio Dio di avervi incontrato, perché dove ci sono giovani e famiglie che scelgono la via del Vangelo, c’è speranza. E voi siete segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia. Io vi ho portato una testimonianza di santità, e voi mi offrite la vostra: i volti dei tanti giovani di questa terra che hanno amato Cristo con radicalità evangelica; i vostri stessi volti, come un mosaico! Ecco il dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di pace, di unità, di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi! Alla scuola di Maria, nostra Madre, mettetevi a piena disposizione di Dio, lasciatevi plasmare dalla sua Parola e dal suo Spirito, e sarete ancora, e sempre più, sale e luce di questa vostra amata terra. Grazie!


© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana / www.vatican.va



    Il Papa a Capaci per rendere omaggio alle Vittime

(ANSA) - PALERMO, 3 OTTOBRE 2010 - Sulla strada per l'aeroporto di Punta Raisi, Benedetto XVI si e' fermato, fuori programma, nel luogo della strage di Capaci. Il Pontefice ha deposto dei fiori dove morirono il giudice Falcone e gli uomini della sua scorta. Il Pontefice - riporta una nota - e' sceso dalla macchina per deporre i fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime e ha sostato in preghiera silenziosa, ricordando tutte le vittime di mafia e altre forme di criminalita' organizzata''.


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MessaggioInviato: Mar Ott 05, 2010 23:39    Oggetto: Rispondi citando


http://www.fondazionechinnici.it/index.php?option=com_content&task=view&id=97&Itemid=123

per ricordare ROCCO CHINNICI
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Ott 19, 2010 13:15    Oggetto: Papa BENEDETTO XVI visita pastorale A PALERMO 3 ottobre 2010 Rispondi citando




Papa BENEDETTO XVI e la visita pastorale a PALERMO

con i Giovani ricordando le vittime di mafia 3/10/2010








        ............

        ............[PALERMO - 3 ottobre 2010 - Foto ANSA + Immagini da QUOTIDIANO.NET Multimedia]

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MessaggioInviato: Sab Dic 18, 2010 01:39    Oggetto: MATRIX 17/12/2010 lotta alla mafia dal nord al sud d'ITALIA Rispondi citando



      "ANONIMA ANTIMAFIA" speciale di Alessio Vinci

      Canale5 MATRIX puntata del 17 dicembre 2010

      _contrastare la mafia dal nord al sud d'ITALIA_

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MessaggioInviato: Sab Gen 22, 2011 01:35    Oggetto: TORINO testimoni in RICORDO delle VITTIME della 'ndrangheta Rispondi citando



ha scritto:



TORINO due giorni in ricordo delle vittime della 'ndrangheta



Incontri, documentari e testimonianze su chi è caduto per mano dell'organizzazione criminale che ha allargato i suoi criminali interessi anche in progetti importanti del territorio piemontese



Due appuntamenti per non dimenticare chi è stato ucciso dalla mafia e più precisamente dalla ‘ndrangheta. Torino, protagonista di questa voglia di non far perdere il ricordo, organizza due serate per discutere del grave problema attraverso le testimonianze anche di scrittori e giornalisti. Sabato 22 alle ore 20.30, a pochi chilometri da Torino, nella casa del Popolo di via Avezzana 24 a Chieri, e domenica in via Mantova 34 a Torino, presso il Caffè Basaglia. Qui, alle ore 21 si siederanno intorno ad un tavolo Manuela Mareso, direttore di Narcomafie, Giuseppe Salvaggiulo, giornalista de La Stampa, Alessio Magro e Danilo Chirico, entrambi giornalisti e scrittori, e la reporter Raffaella Cosentino.

Durante le serate verrà presentato il documentario “Oltre l’inverno” di Massimiliano Ferraina che racconta in trenta minuti di immagini il dramma di mamma coraggio Liliana Carbone. E, insieme al cortometraggio, si parlerà anche dei due libri “Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta” e “Il caso Valarioti. Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria. Un processo a metà”. Sempre con uno sguardo a quel 21 marzo che si sta avvicinando, ovvero alla “Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie”, la ventiquattrore che si celebra dal 1995 e che quest’anno si svolgerà nella Città di Potenza.

Al centro del dibattito la ’ndrangheta con tutta la sua forza distruttiva che si sta ramificando sempre di più al nord e che ogni anno diventa sempre più forte. Torino però, è riuscita nel 2010, a sequestrare ben 30 milioni di euro all’organizzazione mafiosa grazie alla sua Direzione Investigativa Antimafia. Ormai l’associazione criminale calabrese ha messo radici in numerose iniziative piemontesi come il progetto della Tav e le Olimpiadi invernali del 2006 e le infiltrazioni dei clan nel nord Italia hanno toccato vari ambiti, dall’economia al narcotraffico al riciclaggio.

Nel capoluogo torinese non si può certo dimenticare Bruno Caccia, il procuratore capo che nel 1983 venne ucciso proprio dall’ndrangheta che cercava di combattere. Ed è per lui e per altri come lui che è stata organizzata la doppia serata, perché nessuno faccia finta che i morti non siano mai esistiti. Donne, uomini, magistrati e bambini, cittadini normali, tutti assassinati e presto dimenticati dallo Stato e dalla memoria collettiva. Come l’imprenditore incensurato Massimiliano Carbone, ucciso a 30 anni a Locri da un agguato dei clan calabresi. Come affermato da tutti gli autori presenti, quello della società civile è un diritto-dovere della memoria e queste due serate organizzate insieme anche a Libera Piemonte, l’associazione di promozione sociale che combatte le mafie.

Torino, 22 gennaio 2011







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MessaggioInviato: Gio Mar 10, 2011 11:54    Oggetto: FALCONE|BORSELLINO impegno in memoria delle VITTIME DI MAFIE Rispondi citando



Giornale di Como ha scritto:



COMO
PIANTATO IN RIVA AL LAGO "L'ALBERO DELLA MEMORIA"




Maria Falcone ha piantato sabato scorso, alle spalle del monumento alla Resistenza Europea, l'«Albero della Memoria» per non dimenticare la strage di Capaci e per riflettere sull'eredità lasciata da Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, agenti della Polizia di Stato. La sorella del magistrato ha poi incontrato gli studenti dell'Itc Caio Plinio Secondo. L'iniziativa è stata organizzata dal Progetto San Francesco contro le mafie, il programma antimafia della Filca Cisl, della Fiba Cisl, della Cisl e del Siulp, dedicato a Nino Caponnetto ..

12/3/2011







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genziana



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MessaggioInviato: Ven Apr 08, 2011 23:43    Oggetto: 8/4/2011 PALERMO Aula Bunker - Ricordo di FALCONE|BORSELLINO Rispondi citando



Blog SICILIA ha scritto:



La Fondazione Buttitta: "Ricordiamo due eroi del nostro tempo"


      Palermo. Aula bunker dell’Ucciardone

      Oggi il ricordo di Falcone e Borsellino







Era il 1986. Quell’anno segnò una svolta nella lotta alla mafia. Nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, dopo complesse indagini e centinaia di arresti, si celebrò quello che passò alla storia come “il maxiprocesso”. Più di quattrocento alla sbarra, boss e gregari che avevano messo a ferro e a fuoco la Sicilia e non solo.

In quello stesso scenario, oggi, l’orchestra del Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo accompagnerà – sotto la direzione del maestro Stefano Fonzi, autore delle musiche – la voce di Remo Girone (che leggerà i testi di Giammaria Monti) nella cronaca sinfonica “Falcone e Borsellino. Il coraggio della solitudine”.

Sarà un percorso emozionale negli anni di lotte silenziose e di fatiche immani che i due giudici vissero nell’ombra prima di essere trucidati barbaramente con le loro scorte.

“Il nostro è un Paese che, oggi più che mai, ha bisogno di valorizzare quegli uomini che hanno saputo farsi autentici interpreti di eroismo civile. Ed è necessario che ciascuno, dal comune cittadino al rappresentante istituzionale, dal giornalista allo storico, faccia la propria parte: in primo luogo recuperando in chiave critica la propria memoria culturale, provando cioè a misurarsi con la propria storia, senza però complessivamente mitizzarla, cogliendone i valori positivi e gli episodi esemplari”.

Lo afferma Ignazio Buttitta, presidente della Fondazione Buttitta (sostenuta dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana), che ha patrocinato l’opera promossa dalla Pro Event Music, insieme al Sacro Militare Ordine Costantiniano Delegazione Sicilia, allo stesso Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo e con la partecipazione di Enel spa.

“Falcone e Borsellino. Il coraggio della solitudine” è interpretata da un attore che è anch’egli un simbolo: magistrale la sua interpretazione di Tano Cariddi nella fiction televisiva “La Piovra”. La regia è stata affidata affidata a Claudio Pirandello.

“E’ una opportunità che abbiamo voluto cogliere per rispondere a un’esigenza da tempo avvertita -aggiunge Buttitta -; un patrocinio che nasce dal bisogno di saldare un debito di verità contratto nei confronti di Falcone e Borsellino e di tutti coloro che si sono sacrificati per lottare quel potere mafioso stragista che ha contrassegnato un periodo particolarmente buio della nostra storia. I siciliani devono fare i conti con il loro passato antico e recente – conclude il presidente dell Fondazione Buttitta -. Falcone e Borsellino rappresentano due figure esemplari, le cui storie vanno attentamente meditate e costantemente riscoperte per far crescere il nostro Paese libero e giusto nel rispetto dei valori e delle regole civili”.

fol - 8 aprile 2011







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genziana



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MessaggioInviato: Ven Mag 13, 2011 17:09    Oggetto: 2011 - 23 MAGGIO - FALCONE e MORVILLO e Agenti della Scorta Rispondi citando



ha scritto:





      .....................
    Aura e GFF ricordano Giovanni Falcone


Giovedì 12 maggio alla Cittadella del Cinema 700 studenti incontrano Fabrizio Feo, Don Luigi Merola, Erminio Rinaldi e Isaia Sales



Una giornata per ricordare e per discutere sugli eroi moderni che si sono sacrificati per un’Italia onesta e migliore. In questa ottica si inserisce l’incontro organizzato e fortemente voluto da Aura, il sociale del Giffoni Film Festival presieduto da Alfonsina Novellino che si terrà giovedì 12 maggio, dalle ore 9.30, nella Sala Truffaut della Cittadella del Cinema.

“Si parte dal sacrificio di Giovanni Falcone - spiega la presidente Novellino - per discutere e confrontarsi su un male oggi più che mai allarmante e prorompente nella vita sociale: il malaffare. I protagonisti della giornata sono uomini impegnati in prima linea, uomini che, con tenacia assurgono ad un compito non facile e soprattutto si rivolgono ai giovani per coinvolgerli, informarli, confrontarsi per evitare comportamenti a rischio che possono indurre e produrre situazioni difficili e preoccupanti. In prossimità dell’anniversario della morte di Falcone, dunque, abbiamo voluto organizzare un convegno-non convegno, presentato dalla giornalista di LiraTv, Francesca Salemme, dove, dopo l’introduzione della sociologa Roberta Longo, si parlerà proprio del tema della legalità. Lo faremo con il giornalista Rai Fabrizio Feo, il Procuratore della Repubblica Aggiunto Erminio Rinaldi, lo scrittore e docente universitario Isaia Sales e un simbolo della lotta alla camorra, don Luigi Merola che, per l’occasione, presenterà anche il suo nuovo libro “Il cancro sociale: la camorra”. La storia di un prete che non hai mai mollato”.

Ma i veri protagonisti – rimarca la Novellino - saranno i 700 studenti delle scuole salernitane (Liceo Scientifico di Montecorvino e di Giffoni, Istituto Comprensivo Genovesi di San Cipriano, Coop. Marinella, Scuola Media Monterisi di Salerno, Consulta degli Studenti di Salerno e Istituto Comprensivo di Giffoni) che potranno dialogare con gli ospiti per conoscere la storia di Falcone, il suo sacrificio e la sua tenacia.

All’incontro interverranno anche i ragazzi dell'I.C.A.T.T. (Istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti) di Eboli che presenteranno il loro cortometraggio “…Io so dove si nasconde il sole”. Una giornata, dunque, emozionante che rappresenterà una prezioso arricchimento per tutti. Alla manifestazione parteciperanno anche le massime autorità istituzionali, politiche e militari salernitane, nonché, in rappresentanza del mondo dello sport, l’allenatore della Salernitana, Roberto Breda.





    La giornata della legalità in ricordo di

    . Giovanni Falcone e Paolo Borsellino


Grande successo ieri alla Cittadella del Cinema dove si è svolto l’incontro organizzato da Aura, l’associazione che sostiene al meglio le iniziative di Giffoni Experience e realizza progetti mirati in diversi settori no-profit e di utilità sociale. Il tema affrontato è stato quello della legalità.

L’appuntamento, tenutosi nella sala Truffaut, presentato dalla giornalista di Lira Tv Francesca Salemme, ha visto la partecipazione della sociologa Roberta Longo, del giornalista Rai Fabrizio Feo, del Procuratore della Repubblica Aggiunto Erminio Rinaldi, dello scrittore e docente universitario Isaia Sales e di don Luigi Merola.

Ognuno, attraverso le proprie esperienze e ripercorrendo la vita dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si è rivolto ad una platea di giovanissimi affrontando il tema delle mafie che oggi affliggono il nostro paese. “La nostra speranza per il futuro sono i giovani; gli adulti, infatti, sono ormai persi - queste le parole di Don Luigi Merola - ma sconfiggere la camorra sarà difficile perchè ha radici ovunque, anche in politica. C’è troppo buio intorno a voi – continua il prete – dovete trovare la luce. La Campania è la regione più giovane d’Italia: 800 mila giovani devono avere la forza di riprendersi il territorio, partendo da giornate come queste, organizzate a Giffoni. Dovete imparare a stare in piedi, è difficile, ma dovete provarci, meglio camminare per poco tempo che vivere una vita inginocchiati.” Il prete anticamorra ha poi aggiunto: «Falcone è una persona che può parlare ancora ai giovani perchè lui ha fatto più rumore da morto che non da vivo, lui rappresenta per tutti noi una luce nel buio. Noi continueremo a rompere le scatole e a fronteggiare questo male che è la camorra. Occuperemo gli spazi tolti ai camorristi e continueremo a lottare». Merola si è poi soffermato sull’importanza della cultura, su come i giovani debbano affidarsi ad essa per poter abbattere ogni barriera. Ha invogliato i ragazzi a studiare con serietà, senza crogiolarsi nella noia e nella pigrizia. La scuola vista come mezzo di riscatto alle ingiustizie della vita.

Alfonsina Novellino, Presidente dell’associazione Aura, ha aggiunto: “Si parte dalla vita di persone come il giudice Falcone per discutere e confrontarsi su un male oggi più che mai allarmante e prorompente nella vita sociale: il malaffare».

Da ex carabiniere e da rappresentante di una Istituzione dello Stato, ha parlato anche il presidente della Provincia, Edmondo Cirielli che ha spiegato: «Le forze dell'ordine fanno l'impossibile, così come i magistrati e penso, su tutti, a Falcone e Borsellino che hanno perso la vita. Sono stati molto contrastati, anche nel loro mondo, ma oggi sono un esempio e una guida per tutti noi. Confidiamo nelle nuove generazioni perchè i giovani hanno bisogno di esempi e speriamo che loro possano cambiare quello in cui non siamo riusciti noi».

Ma i veri protagonisti sono stati i 700 studenti delle scuole salernitane (Liceo Scientifico di Montecorvino e Istituto Tecnico Commerciale di Giffoni, Istituto Comprensivo Genovesi di San Cipriano, Coop. Marinella, Scuola Media Monterisi di Salerno, Consulta degli Studenti di Salerno e Istituto Comprensivo di Giffoni) e i ragazzi dell'I.C.A.T.T. (Istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti) di Eboli che hanno presentato il loro cortometraggio «Io so dove si nasconde il sole», con la regia di Pino Turco. Proiettato inoltre il cortometraggio “La malalegge”, realizzato dal vicedirettore artistico del Giffoni Experience Manlio K. Castagna. La dicotomia tra bene e male rappresentata attraverso una partita a scacchi tra un poliziotto e un detenuto. Trionfa il poliziotto che rappresenta il bene, quel bene di persone che compiono una scelta: quella di acquistare un compact disc in un negozio e pagarlo venti euro piuttosto che acquistarlo al mercato nero per una cifra inferiore, alimentando così la malavita.

Una giornata emozionante che ha rappresentato un modo per aprire molte coscienze, soprattutto quelle dei giovanissimi che hanno ascoltato con vivo interesse le parole di chi è intervenuto. Oltre alle massime autorità politiche, istituzionali e militari salernitane, era presente, in rappresentanza del mondo dello sport, Roberto Breda, allenatore della Salernitana.

13/5/2011 - News da www.giffonifilmfestival.it







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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 12:01    Oggetto: Rispondi citando


COMUNICATO STAMPA
XIX anniversario della strage di Capaci:
“Giovanni e Paolo, due italiani”
Migliaia di studenti a bordo delle navi della legalità
per ricordare Falcone e Borsellino
La Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” e il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca anche quest’anno si sono dati appuntamento a
Palermo il 23 maggio, data simbolo dell'impegno delle scuole nella
diffusione della cultura della legalità e della lotta alla mafia. Il capoluogo
siciliano, per il XIX anniversario della strage di Capaci, sarà invaso da
migliaia di studenti che nel corso dell’anno scolastico hanno partecipato al
concorso “Il mondo che vorrei” e ai percorsi di educazione alla legalità
promossi dal Miur e dalla Fondazione Falcone. Si tratta di un evento dall’alto
valore educativo e simbolico che si inserisce nelle celebrazioni per i 150 anni
dell’Unità d’Italia.
Cuore della manifestazione sarà il convegno che si svolgerà nell’Aula Bunker
dell’Ucciardone, dove si svolse il Maxiprocesso, dal titolo: “Giovanni e
Paolo, due italiani.” Il dibattito all’interno del carcere sarà moderato dal
Direttore di Rai 150 Giovanni Minoli e si aprirà con i saluti del Procuratore
Generale di Palermo Luigi Croce e del Presidente della Corte d’Appello di
Palermo Vincenzo Olivieri. Vedrà coinvolti il Presidente della Fondazione
“Giovanni e Francesca Falcone” Maria Falcone, il Ministro dell’Istruzione
Mariastella Gelmini, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, il Ministro della
Giustizia Angelino Alfano, il Ministro dell’Ambiente Stefania
Prestigiacomo, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, il
Presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e le testimonianze di
studenti, docenti, magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Con
l’occasione, sarà firmato dal Ministro Gelmini e da Don Marco Mori -
Presidente del Forum degli Oratori Italiani - un Protocollo d’Intesa per
promuovere l’impegno degli studenti in attività di volontariato sociale e di
educazione alla legalità.
IL CONCORSO di quest’anno, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado
presenta questa traccia: “Il mondo che vorrei. Il trionfo della legalità, le
minacce dell’ecomafia e il valore della memoria”. Gli elaborati realizzati
dai ragazzi durante l’anno scolastico verranno esposti a Palermo nelle piazze
cittadine, in Aula Bunker, lungo i cortei e nelle scuole partecipanti.
Considerando il valore della memoria, nel diciannovesimo anniversario, si è
voluto porre l’attenzione sul ritorno di un semplice oggetto di uso comune che
dopo le stragi del 1992 ha caratterizzato la rivolta della cittadinanza
palermitana e siciliana alla mafia: le lenzuola bianche.
Le immagini dei palazzi di Palermo con centinaia di lenzuola candide stese a
testimoniare la speranza di un futuro pulito sono infatti entrate
nell’immaginario collettivo e fanno parte della Storia italiana. Ai ragazzi
presenti verrà chiesto di colorare le lenzuola con i loro pensieri, sogni e
speranze.
Grazie all’aiuto di Mediafriends, il concorso ha visto la collaborazione della
ditta Caleffi - che ha messo a disposizione delle scuole più di 3000 lenzuola
e della Fondazione Triennale di Milano che in autunno esporrà presso i
suoi spazi una selezione delle opere del concorso.
LE NAVI
Le scuole selezionate parteciperanno al viaggio sulle “Navi della legalità”.
Due navi, simbolicamente battezzate “Giovanni” e “Paolo”, salperanno
rispettivamente da Civitavecchia e da Napoli con destinazione Palermo.
Messe a disposizione per l’occasione dalla SNAV, partiranno nel pomeriggio
del 22 maggio.
La nave di Civitavecchia ospiterà a bordo il Procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso che dialogherà insieme ai ragazzi in compagnia di altri ospiti,
quali il direttore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi; Giovanni Biondi Capo
Dipartimento del Miur; Gianni Bocchieri capo segreteria tecnica del Miur;
Marco di Capua Direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate; Daniele
Marannano del Comitato “Addio Pizzo”; Giancarlo Trevisone Commissario
straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e
antiusura; Maria Grazia Gianmarinaro, rappresentante dell’OSCE
(Organization for Security and Co-operation in Europe).
La nave di Napoli con a bordo il presidente di “Libera” don Luigi Ciotti,
vedrà la partecipazione di Antonello Montante, delegato nazionale di
Confindustria per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio.
Durante il viaggio gli studenti avranno modo di confrontarsi con gli ospiti sui
temi della lotta alla mafia e all’illegalità.
L’ARRIVO AL PORTO
Alle otto del mattino del 23 maggio, le delegazioni delle scuole di Palermo e
di tutta la Sicilia attenderanno al porto l’arrivo delle due navi per accogliere le
scuole del resto d’Italia con l’inno di Mameli eseguito dai ragazzi. Dopo
una breve cerimonia di benvenuto, gli studenti si divideranno nelle varie
piazze.
LE PIAZZE E I LUOGHI DELLA MANIFESTAZIONE
Il Parco della Favorita entra per la prima volta nel programma, grazie alla
connotazione ecologica del concorso e della traccia proposta agli studenti.
Saranno predisposti anche molti stand delle Forze dell’Ordine che
dialogheranno con i ragazzi per “raccontare” il quotidiano lavoro per la
pubblica sicurezza. La piazza vedrà anche l’intervento del magistrato
Giuseppe Ayala, Consigliere presso la sezione penale della Corte d’Appello
dell’Aquila, del magistrato del Tribunale di Palermo Gaetano Paci e di Don
Ciotti, presidente di Libera. Verrà allestito un laboratorio di aquiloni, ci
saranno decine di stand con i lavori delle scuole dello Zen, di Brancaccio, di
Borgo Nuovo e di tutta la Provincia di Palermo. L’Aula Bunker si colorerà
all’interno e all’esterno con le lenzuola e i manufatti realizzati dai bambini. In
Piazza Magione verranno installati i laboratori artistici e di animazione del
Museo di Arte Contemporanea di Palazzo Riso, dell’Accademia di Belle Arti
di Palermo e dell’Associazione “Vivi il Territorio”. Interverrà il magistrato del
Tribunale di Caltanissetta Giovanbattista Tona. A Campofelice di Roccella
saranno le scuole ad animare la piazza mentre il magistrato del Tribunale di
Palermo Mario Conte e il giornalista di Sky Flavio Tranquillo si
confronteranno con gli studenti. A Partinico tutte le scuole si sono date
appuntamento per le loro esibizioni e per partecipare al dibattito con il
magistrato del Tribunale di Palermo, Antonio Ingroia.
I CORTEI
Nel pomeriggio sfileranno due cortei: uno dall’Aula Bunker e l’altro da Via
d’Amelio. Entrambi si riuniranno sotto l’Albero Falcone in via Notarbartolo per
celebrare insieme il momento solenne del Silenzio che sarà eseguito dal
trombettiere della Polizia di Stato all’ora della strage.
L’EUROPA PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DEL 23 MAGGIO
Quattordici Paesi europei interverranno alla manifestazione. Grazie al
progetto europeo promosso dalla Fondazione Falcone e finanziato dal
programma comunitario EUROPA PER I CITTADINI con sede a Bruxelles e
dalla Regione Siciliana, arriveranno delegazioni di studenti da tutta Europa.
Rappresentanti da Estonia, Olanda, Albania, Bulgaria, Lituania, Macedonia,
Grecia, Spagna, Ungheria, Romania, Francia, Austria, Serbia, Croazia
soggiorneranno a Palermo dal 17 al 25 maggio per seguire incontri e
seminari sui temi della legalità, del crimine organizzato e della lotta alla mafia.
“E’ la quarta volta - ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini – che ho
l’onore e il piacere di prendere parte a questa bellissima manifestazione.
Anche quest’anno ci troveremo a Palermo per commemorare due grandi
italiani, due eroi della lotta alla mafia e due altissimi esempi di
comportamento per i nostri giovani.
Fin dall’inizio del mio mandato ho ritenuto importantissimo che il mondo
dell’istruzione garantisse il massimo sostegno a questa festa della legalità.
Nel 150° anniversario dell’unità d’Italia, la scuol a rinnova il suo impegno a
insegnare ai giovani il valore della giustizia e della libertà dal ricatto mafioso.
Proseguiremo nel nostro impegno perché tutti i giovani conoscano la vicenda
umana di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutti gli eroi della lotta alla
criminalità e la facciano rivivere ogni giorno nei propri comportamenti”.
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha dichiarato Maria Falcone –
sono due eroi moderni con un percorso umano e professionale segnato da un
altissimo senso dello Stato, la cui missione ha tracciato un crocevia
fondamentale nella storia del nostro Paese.
Nell’anno delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, la
loro memoria, più vivida che mai, accende un riflettore sui valori fondanti delle
democrazie moderne. Democrazie che spesso, per raggiungere il loro
compimento, si sono avvalse di uomini come loro. Uomini che hanno donato
la propria vita per garantire libertà e giustizia. Che hanno saputo interpretare,
con grande sensibilità, un preciso momento storico, offrendo a tutti gli italiani
un contributo di amore per la propria patria. Chi può negare, infatti, che
l’oppressione della criminalità organizzata renda il nostro Paese sempre
meno libero socialmente ed economicamente? L’esempio del loro sacrificio
significa oggi fare comprendere a tutti, ma soprattutto ai giovani, quanto sia
importante credere e difendere i valori della nostra Costituzione. Perché, così
come Giovanni e Paolo, nonostante tutto, riuscirono a portare avanti la loro
lotta contro la mafia con risultati inediti e straordinari, cosi noi oggi, abbiamo il
compito, anzi il dovere di portare avanti la memoria, come atto di speranza
nei confronti del nostro Paese.”
I NUMERI DELLA MANIFESTAZIONE
· 2 le navi messe a disposizione dalla Snav e simbolicamente
ribattezzate “Giovanni” e “Paolo” che porteranno gli studenti a Palermo;
· 4 le piazze che accoglieranno gli studenti a Palermo e provincia: Piazza
Magione, Parco della Favorita, Partinico e Campofelice di Roccella;
· 50 gli autobus che le Forze dell’Ordine hanno messo a disposizione
degli studenti e dei docenti per gli spostamenti a Palermo;
· 160 le scuole di Palermo e provincia che lavorano da mesi per
l'organizzazione della giornata;
· 14 Paesi europei con le loro delegazioni di studenti;
· 250 le scuole selezionate con un concorso nazionale Miur –
Fondazione Falcone da tutta Italia che saliranno sulle due navi;
· 500 circa i volontari (Scout, Protezione civile, studenti universitari,
Associazioni del territorio) impegnati per la riuscita della
manifestazione;
· 1000 le persone che parteciperanno al dibattito in Aula Bunker;
· 2.500 il numero totale di studenti e docenti che saliranno in nave;
· 10.000 il numero di studenti, docenti, genitori siciliani che hanno aderito
alla manifestazione e saranno nelle piazze di Palermo;
· 15.000 le persone attese al corteo.

http://www.23maggio.it
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Gloria93



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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 16:23    Oggetto: GIOVANNI FALCONE l'uomo che sfidò Cosa Nostra/rai Rispondi citando


GIOVANNI FALCONE - L'uomo che sfidò Cosa Nostra

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8ccc4bc8-a788-45ed-b319-3a06ab2647d6.html?p=0

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-92419428-dfb0-43f9-a8ab-36321f9cc61e.html?p=0

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genziana



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MessaggioInviato: Lun Lug 18, 2011 00:44    Oggetto: LA VITA RUBATA a GRAZIELLA CAMPAGNA vittima di mafia -. 1985 Rispondi citando



l'ora è tarda ma desidero lasciarvi nota di questo appuntamento televisivo che spero per tanti sia una riproposta importante

stasera, lunedì 18 luglio 2011, RAI UNO, in prima serata, ritrasmette il film tv - LA VITA RUBATA - regia di Graziano DIANA :





In questa storia il valore civile di testimonianza si sposa all'intrattenimento, nel raccontare un "giallo" in piena regola.

Graziella Campagna aveva diciassette anni quando fu assassinata il 12 dicembre 1985, a Villafranca, un paese nel messinese. Graziella era una ragazza tranquilla e serena; la sua unica colpa era stata quella di voler aiutare la famiglia, di modeste condizioni, andando a lavorare in una lavanderia. Qui, per un tragico destino, attraverso un documento lasciato casualmente in un indumento portato a lavare, era venuta a conoscere la vera identità di un pericoloso latitante che si nascondeva nella cittadina.

L'omicidio di Graziella sarebbe rimasto impunito, se non ci fosse stato il sacrificio di chi ha lottato da allora per fare luce su questo crimine: suo fratello Pietro Campagna, il giovane carabiniere, che insieme alla sua famiglia ha speso quasi vent'anni per poter vedere la fine del processo sul delitto di sua sorella.

Nel 2004, finalmente, il tribunale ha condannato i colpevoli dell'omicidio e quelli del favoreggiamento, delle collusioni e dei depistaggi che hanno costellato questa vicenda tragica e amara, un vero specchio di una società avvelenata dal malaffare.

Solo nel 2004, Graziella Campagna è stata riconosciuta vittima di mafia e per mantenerne il ricordo, si è costituita una fondazione che annovera personalità come Vincenzo Consolo, Carlo Lucarelli e don Ciotti.

All'interno di questa attività di informazione e di memoria, necessaria ad un mondo che "se scorda i suoi errori, è condannato a ripeterli", si colloca l'iniziativa di realizzare un film.

La sceneggiatura è stata scritta con l'aiuto della famiglia Campagna e soprattutto di Pietro, e dell'avvocato Fabio Repici che ha curato gli interessi di parte civile della famiglia. I produttori sono Alessandro Jacchia e Maurizio Momi con la loro società Albatross. Larissa Volpentesta interpreta la parte di Graziella, Beppe Fiorello è il fratello Pietro.

Soggetto, sceneggiatura e regia del film, sono di Graziano Diana, al suo debutto nella regia, ma che come sceneggiatore aveva al suo attivo film di grande successo popolare e di critica, come Ultrà sul tifo calcistico, La scorta su uno dei momenti più drammatici della lotta dei magistrati contro la mafia nei primi anni '90, Un eroe borghese sulla vicenda dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata di Sindona, ucciso da un killer della mafia nel 1979.
E oggi a questo rilevante elenco si aggiunge il tv movie "Edda Ciano e il comunista".

Le riprese sono realizzate nei luoghi veri dove la storia ha avuto luogo: Messina, Villafranca e Saponara, il paese dove viveva Graziella e dove ancora vive la famiglia Campagna, e dove il sindaco ha dedicato la piscina comunale alla sua memoria, e ha aderito con interesse all'iniziativa del film.

Far ragionare, testimoniare e far riflettere le persone: tutti doveri questi che ci appartengono come cittadini e come operatori culturali, e appartengono ad un intrattenimento che voglia essere utile, nella tradizione del nostro migliore cinema civile. Crediamo sia importante soprattutto per i più giovani che oggi hanno vent'anni e non ricordano, non possono ricordare, non ne hanno gli strumenti. Per tanti anni, di Graziella Campagna non si parlava più. È invece importante contribuire perché questa memoria sia sempre più forte.

La società civile ha giocato un ruolo importante nella riapertura del processo per individuare i responsabili della sua morte. È come se la cittadinanza si fosse riappropriata una volta per tutte della drammatica storia di Graziella Campagna e la Fondazione intitolata a suo nome ha significato propriamente "una testimonianza per la verità e la giustizia come strumenti indefettibili di progresso sociale". [ Scheda: www.raifiction.rai.it/raifiction2006fiction/0,,3064,00.html ]


E per rivedere on line > www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5656fa9a-b653-4cab-a994-31bb1b8f870f.html


"La fiction italiana può assumere su di sé una funzione civile. Il mio rapporto con la tv, con la Rai è di fiducia reciproca, con l'obiettivo di non tradire il pubblico, i telespettatori e i miei valori. Perché da uomo privilegiato quale mi ritengo, ho sempre pensato che l'unico modo per dare un significato al mestiere di attore è quello di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per puntare i riflettori sui grandi temi sociali del nostro Paese".

C'é un ruolo cui è particolarmente legato? "Mi sta particolarmente a cuore "La vita rubata", una svolta nella mia vita professionale, ma anche per la famiglia di Graziella". Perché? "In quel caso abbiamo ridato giustizia a una famiglia che la attendeva da un quarto di secolo. Ne vado fiero. E' la prova del fatto che il nostro lavoro può avere conseguenze reali sulla vita delle persone, quella funzione civile".
(Beppe Fiorello intervistato da Nicoletta Tamberlich per ANSA - 10/7/2011)



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MessaggioInviato: Mar Lug 19, 2011 12:08    Oggetto: 1992 .19 LUGLIO. 2011 impegno e memoria per PAOLO BORSELLINO Rispondi citando



ha scritto:



      Il diciannovesimo anniversario della strage di Via D'Amelio



      L'Italia ricorda il sacrificio di Borsellino

      Napolitano: «Un simbolo della legalità»


PALERMO - Diciannove anni fa in Via Mariano D'Amelio un'autobomba uccise il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e gli agenti della Polizia di Stato che lo scortavano: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.


Nell'anniversario della strage la città e la nazione ricordano l'eroe dell'antimafia. Alla giornata di commemorazione e di ricordo hanno partecipato anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, il ministro della gioventù Giorgia Meloni e i componenti della delegazione della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo. Alle 16.58 sarà osservato un minuto di silenzio in via D'Amelio. Alle 20 partirà una fiaccolata da piazza Vittorio Veneto che giungerà in via D'Amelio.

NAPOLITANO - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha indirizzato un messaggio alla signora Agnese Borsellino. «Con l'attentato di Via D'Amelio si volle colpire sia un simbolo della causa della legalità che, con rigore e abnegazione, stava svolgendo indagini in grado di piegare le più agguerrite forme di delinquenza sia un uomo che, con il suo esempio di dedizione e la sua dirittura morale, stava mobilitando le migliori energie della società civile dando a esse crescente fiducia nello stato di diritto». Il Presidente ricordando la figura del giudice e i cinque giovani addetti alla sua tutela, ha scritto: «Il sacrificio di Paolo Borsellino richiama la Magistratura, le Forze dell'Ordine e le istituzioni tutte a intensificare - con armonia di intenti e spirito di effettiva collaborazione - l'azione di contrasto delle mafie e delle sue più insidiose forme di aggressione criminale. Quel sacrificio impegna inoltre le istituzioni e la collettività tutta a uno sforzo convinto e costante nell'opporsi ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso e alla sua pervasività. Con questo spirito e con l'auspicio che dalle nuove indagini in corso venga al più presto doverosa risposta all'anelito di verità e giustizia su quanto tragicamente accaduto».

MARONI - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha deposto invece una corona di fiori nella caserma Lungaro di Palermo. All'iniziativa hanno partecipato il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, i vice capi della Polizia Nicola Izzo e Francesco Cirillo, il prefetto e il questore di Palermo. Presenti anche i rappresentati delle altre Forze dell'Ordine. Al termine della cerimonia il ministro si è fermato a salutare il figlio e la moglie del giudice, Manfredi e Agnese Borsellino.

IL DESIDERIO DI VERITA' - «Vorremmo capire chi e perchè ha organizzato il depistaggio», dice Manfredi Borsellino, il figlio del magistrato che ora dirige l'Ufficio di Polizia di Cefalù. «Nella ricerca della verità è ora necessario - aggiunge - che si vada fino in fondo, e noi saremo vigili e attenti».

«Non è mai troppo il tempo che passa perchè queste ferite possano rimarginarsi. Vedere che il mondo non dimentica ci spinge ad andare avanti». Lo ha detto Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso in Via D'Amelio 19 anni fa. «Il raggiungimento della verità sulla strage di via D'Amelio - ha aggiunto - farebbe bene all'umanità intera». A Lucia Borsellino è stata consegnata dal presidente del Cerisdi, Elio Cardinale, una targa intitolata a Paolo Giaccone, il medico legale ucciso dalla mafia l'11 agosto del 1982.

Il fratello del magistrato ucciso, Salvatore, ha guidato lunedì sera i giovani del movimento Agende rosse in un corteo che ha ufficialmente aperto le celebrazioni per commemorare il magistrato morto per il suo impegno antimafia: «Ragazzi che vengono da tutta Italia - ha spiegato - affrontando sacrifici personali. Dimostrano che la Nazione e la Città di Palermo non dimenticano».

Redazione online - in aggiornamento
19 luglio 2011



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genziana



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MessaggioInviato: Mar Lug 19, 2011 12:39    Oggetto: FALCONE|BORSELLINO impegno in memoria delle VITTIME DI MAFIE Rispondi citando



Dixit presenta “Giovanni Falcone, un giudice italiano” di Cristina Fratelloni, in onda stasera martedì 19 luglio, 21.00 su Rai Storia, Digitale terrestre e TivùSat. Il fallito attentato dell’Addaura, la strage di Capaci, l’attentato di via D’Amelio, le sorti drammatiche di due magistrati che hanno dato la vita per lo Stato.



Cos’e’ che lega tra loro questi eventi? Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, che ha seguito di solo 57 giorni la morte di Giovanni Falcone, a Capaci, "Dixit" di Giovanni Minoli, ricorda i due magistrati scomparsi e fa il punto sulle indagini in corso sugli attentati in cui hanno perso la vita.

Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta: “Possiamo dire con certezza che Paolo Borsellino era a conoscenza della cosiddetta trattativa già dal 28 giugno 1992. Noi abbiamo motivo di ritenere che la strage di via d’Amelio si inserisca in questo percorso di trattativa tra Stato e Cosa Nostra”. Ancora una volta, il quadro che ne emerge fa ipotizzare legami inconfessabili e complicità insospettate. E nello spiegare i perché della strage di via D’Amelio, secondo Lari: “O la trattativa non è andata avanti perché Borsellino si è messo di traverso, o questa trattativa non andava comunque avanti perché le richieste erano inaccettabili. Quindi Riina – prosegue il procuratore che ha riaperto le indagini sulle stragi - ha pensato di dare un altro colpo alle istituzioni anticipando l’esecuzione di una strage che in quel momento non rientrava nelle dinamiche organizzative di Cosa Nostra”.

Così, accanto alla biografia inedita del magistrato palermitano Giovanni Falcone, ed un ricordo del suo collega Borsellino che apre la puntata, Dixit, a distanza di 19 anni, vuole approfondire quanto sta emergendo di oscuro nelle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, fino a quelle del 1993, anche alla luce delle novità emerse dalla recente riapertura delle indagini da parte della procura di Caltanissetta. E nel ricordare quella drammatica stagione del ‘92, Claudio Martelli, allora ministro della Giustizia, rivela che rischiò di perdere il ministero per essere spostato alla Difesa. Alcuni politici allora lo accusarono di aver “esagerato nella lotta alla mafia”. Ricorda Martelli: “Quanti avevano convissuto con la mafia. Convissuto non vuol dire che erano andati a braccetto, magari l’avevano subita, ma pensavano che si sarebbe fermata. Qualche cadavere eccellente ogni tanto, ma non un’aggressione di tipo terroristico e stragista”. Martelli parla, inoltre, della cosiddetta trattativa e della solitudine con cui dovette firmare i provvedimenti carcerari del 41 bis che nessun altro volle firmare.

Nella puntata, ampio spazio viene dato anche al fallito attentato dell’Addaura del 1989 che aveva per bersaglio Giovanni Falcone. E l’ipotesi che lega l’Addaura a Capaci e via d’Amelio, vede la presenza di soggetti appartenenti alle istituzioni deviate che potrebbero aver dato suggerimenti o garanzie di impunità a Cosa Nostra.

Numerose le testimonianze presentate nel corso della puntata, tra le quali quelle di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Falcone; la sorella di quest’ultimo, Maria; i magistrati Leonardo Guarnotta, Giuseppe Ayala e Giuseppe Di Lello; gli avvocati Fernanda Contri e Francesco Crescimanno; i giornalisti Francesco La Licata e Marcelle Padovani.


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