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ISAIA: l'Eterno è salvezza

 
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antonietta



Registrato: 22/04/04 21:16
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MessaggioInviato: Mar Mar 04, 2008 20:21    Oggetto: ISAIA: l'Eterno è salvezza Rispondi citando


Porgete l'orecchio e venite a me;
ascoltate e voi vivrete;
io farò un patto eterno,
vi largirò le grazie stabili promesse a Davide.
Isaia 55:3


Il libro di Isaia è forse il più noto dei libri profetici; ha un grande valore letterario ed un bellissimo stile descrittivo. Questo libro contiene molto materiale riguardante i particolari della società di Israele intorno al 700 a.C.. Inoltre mette in evidenza le manchevolezze del popolo; il profeta fa notare che Dio ha sempre un residuo di credenti attraverso i quali Egli opera.
Isaia parla molto più di qualsiasi altro profeta del grande regno nel quale Israele entrerà alla seconda venuta del Messia. Isaia discute le profondità del peccato di Israele e le altezze della gloria di Dio e del suo regno futuro.
L’autore di questo libro era Isaia figlio di Amots (Is 1:1) Il significato di Isaia è: L’Eterno è salvezza.
Molti studiosi moderni dividono il libro in due o più parti e dicono che ogni parte ebbe un autore diverso. Ma secondo la forte tradizione giudaica e cristiana il libro ebbe un unico autore. Non ci furono dubbi di alcun genere sulla paternità di Isaia fino al DICIOTTESIMO secolo quando i critici cominciarono ad attaccare diversi libri dell’ Antico Testamento e a mettere in dubbio sia la loro paternità che l’unità intera, ritenendo che originariamente il libro di Isaia fossero due libri o anche tre.
I conservatori hanno risposto agli argomenti degli studiosi liberali contro l’unità del libro. L’evidenza dell’unità è sia esterna ( prove al di fuori della Bibbia e in altri libri della Bibbia) che interna(prove all’interno del libro stesso)
Come già detto, la tradizione giudaica concorda nell’attribuire l’intero libro ad Isaia. I Rotoli del mar Morto(ritrovamenti) includono una copia completa del libro di Isaia, indicando così il fatto che la comunità di Qumran nel secolo secondo a.C. l’accettò come libro unico.
La traduzione greca dell’Antico Testamento ebraico nel secolo secondo a.C., indica che il libro di Isaia era nient’altro che un singolo libro.
La tradizione cristiana ha concordato sul fatto che Isaia fosse un’opera singola fino al 18° secolo quando i liberali cominciarono appunto a mettere in dubbio questa posizione.
Gli scrittori del Nuovo Testamento ritennero che Isaia fosse l’autore dell’intero libro.
Nel Nuovo testamento tutti i principali brani di Isaia sono citati sotto il titolo di Isaia.
Isaia è menzionato per nome nel Nuovo Testamento ventidue volte più di qualsiasi altro profeta dell’antico testamento.
Gesù Cristo ritenne che Isaia fosse l’autore dell’intero libro. A Gesù fu dato il “ rotolo del profeta Isaia” (Luca 4:17-19) che Egli srotolò e dal quale lesse Isaia 61:1-2. Queste è l’evidenza esterna.

Alcune espressioni ricorrono frequentemente nell’intero libro, brani simili ricorrono in entrambe le parti del libro.
L’unità teologica del libro fa propendere per un singolo autore.
I capp. 40-55 mettono in evidenza il fatto che Dio libererà il suo popolo dalla cattività babilonese. Per mezzo di Isaia Dio predice che Ciro apparirà sulla scena (44:28 e 45:51) e libererà Giuda dalla cattività. Il punto teologico centrale è che Dio parla al suo popolo in anticipo del ritorno dall’Esilio così che essi crederanno in Lui quando questo evento succederà. In questo modo egli differisce enormemente dagli dei delle nazioni vicine. Come Dio sovrano egli può predire gli eventi, questa capacità prova la sua unicità in contrasto coi falsi dei. Questa è l’evidenza interna.

Ad ogni modo, gli studiosi liberali, negano l’elemento predittivo nella profezia Dell’A.T., dicono che i riferimenti a Ciro indicano che i capp. 44-55 devono essere stati scritti dopo che Ciro governò la Persia nel 559-530 a.C. si rifiuta di ammettere che un profeta possa predire avvenimenti che devono verificarsi parecchi secoli dopo, si rifiuta di ammettere che l’Isaia del VII sec. abbia potuto nominare un personaggio del VI sec., cioè Ciro.
La vera ragione è il rifiuto di credere nel soprannaturale, il non accettare di credere che la Bibbia è ispirata da Dio anche se nell’arco della storia umana essa non si è mai contraddetta.

Continua…
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antonietta



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Residenza: lesina

MessaggioInviato: Gio Mar 06, 2008 21:57    Oggetto: Rispondi citando


Quando venite a presentarvi davanti a me,
chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili?
Smettete di portare offerte inutili;
l’incenso io lo detesto,
e quanto ai noviluni, ai sabati,
al convocare riunioni,
io non posso sopportare l’iniquità
unita all’assemblea solenne.
L’anima mia odia i vostri noviluni
e le vostre feste stabilite;
mi sono un peso che sono stanco di
portare.
Quando stendete le mani,
distolgo lo sguardo da voi;
anche quando moltiplicate le preghiere,
io non ascolto;
le vostre mani sono piene di sangue.

Isaia 1:12-15




Lo scopo principale di Isaia è ricordare hai lettori la speciale relazione che essi hanno con Dio come membri della nazione di Israele, il suo speciale popolo del patto.
Come gli altri autori profetici, Isaia conosce il patto di Abramo (Genesi 12:2-3; 15-18) in cui Dio promette che Israele: godrà di una speciale relazione con lui, possederà la terra di Canaan e sarà una benedizione per gli altri.

Isaia conosce anche il Patto di Mosè dato ad Israele al tempo dell’Esodo dall’Egitto e ripetuto da Mosè alla generazione di Israeliti che stava per entrare in Palestina. In tutto il libro del Deuteronomio, Dio per mezzo di Mosè, promette al popolo che come membri della “comunità del patto” saranno benedetti da lui se vivranno secondo il patto di Mosè( De 28:1-14). Ma egli avverte anche che se non ubbidiranno ai suoi comandamenti e decreti sperimenteranno le punizioni chiaramente espresse nel patto(De:28:15-68) incluso l’esilio dal paese.
Comunque, a causa del Patto di Abramo, in cui Dio promette benedizioni su Israele e il mondo, Mosè può affermare con fiducia che anche dopo che il popolo sarà esiliato dalla terra della promessa, il Signore, un giorno lo riporterà in questa terra e lo stabilirà nel suo regno.
Così Isaia sta richiamando il popolo di Giuda(Gesù discende da Giuda) ad una giusta relazione con Dio secondo il patto. Sta ricordando alla sua generazione la condizione di peccato in cui sta vivendo e le sue conseguenze. Dio giudicherà la nazione, ma alla fine la ristabilirà nel paese(De 30:1-5) con un regno pieno di benedizioni a causa delle sue promesse ad Abramo.
Isaia sa anche che Giuda è destinato all’esilio come era recentemente accaduto al regno del nord.
Il suo libro, quindi, è indirizzato a due gruppi di persone: quelli della sua generazione, i quali si sono allontanati dagli obblighi del patto dati loro nella legge di Mosè, e quelli di una futura generazione che saranno in esilio.
Isaia richiama il primo gruppo alla santità e all’obbedienza, e conforta il secondo gruppo con la promessa che Dio restituirà la nazione alla sua terra e stabilirà il suo regno di pace e prosperità.
Il tema della “consolazione” è dominante nel libro di Isaia.


continua...
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marite



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Residenza: brescia

MessaggioInviato: Ven Mar 07, 2008 07:24    Oggetto: Rispondi citando


Brava Antonietta, ti ringrazio per aver aperto questo interessantissimo topic per illustrare e spiegare l'importanza e la profondità di questo Libro.

Leggerò con vero piacere tutto ciò che vorrai aggiungere a tal proposito, tanto più che, se tutto va per il verso giusto, avrò la possibilità di ascoltare questa sera i versi di Isaia dalla voce di Alessandro ad Iseo.
Grazie a te sarò più preparata e ricettiva.

Ti ringrazio ancora immensamente. Very Happy Very Happy Very Happy Exclamation Exclamation

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antonietta



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Messaggi: 1142
Residenza: lesina

MessaggioInviato: Sab Mar 08, 2008 23:36    Oggetto: Rispondi citando


"Così parla il Signore al suo unto, a Ciro,
che io ho preso per la mano destra
per atterrare davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui le porte, in modo
che nessuna gli resti chiusa.
Io camminerò davanti a te,
e appianerò i luoghi impervi;
frantumerò le porte di bronzo,
spezzerò le sbarre di ferro;
io ti darò i tesori nascosti nelle tenebre,
le ricchezze riposte in luoghi segreti,
affinché tu riconosca
che io sono il Signore che ti chiama per nome,
il Dio d'Israele.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d'Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho designato, sebbene non mi conoscessi.

Isaia 45:1-4





Isaia svolse il suo ministero per almeno 58 anni, egli profetizzò durante i
regni di Uzzia, Iotam, Acaz ed Ezechia, tutti re di Giuda.
Questi anni nella storia d’Israele furono un periodo di grande lotta politica e spirituale. Il regno del nord d’Israele si stava deteriorando politicamente, spiritualmente e militarmente, alla fine cadde sotto l’Impero Assiro. Il regno del sud di Giuda, sembrava fallire e cadere anch’esso sotto l’Assiria, ma resistette all’attacco. In mezzo a questa lotta politica e al declino spirituale appare Isaia per portare un messaggio al popolo di Giuda. Il suo messaggio è che essi devono credere nel Dio che aveva promesso loro un regno glorioso per mezzo di Mosè e Davide. Isaia esorta la nazione a non fare assegnamento sull’Egitto o qualsiasi altra potenza straniera per avere protezione perché il Signore è l’unica protezione di cui avranno bisogno.
Isaia ha un’elevata concezione di Dio. Il Signore è visto come l’iniziatore degli eventi della storia. Egli ne è al di fuori ed è più grande della sua Creazione; ma egli è coinvolto negli avvenimenti di questa creazione.

I capp. da 1-39 è suddiviso:
L’accusa del Signore alla nazione. Capp. 1-6
Profezie di liberazione. Capp. 7-12
Giudizio sulle nazioni. Capp. 13-23
Punizione e regno millenniale. Capp. 24-27
I guai. Capp. 28-33
Vendetta e benedizione. Capp. 34-35
Parentesi storica: guida in cattività. Capp. 38-39


Il castigo di Dio (capp.1-39)
In questa prima divisione principale del libro, Isaia scrive molto riguardo al giudizio che deve venire su Giuda a causa del suo fallimento nel seguire il Patto di Mosè. La punizione di Dio proverà alla nazione che egli adempie la sua parola. Questa sezione parla anche del giudizio che verrà sul mondo intero(capp. 13-23).
Tutte le nazioni della terra sono colpevoli davanti al Santo d’Israele.
In questa sezione sul giudizio Isaia mette in risalto anche le benedizioni che verranno sulla nazione a motivo della sua relazione con il Signore d’Israele. Per esempio, nell’accusa del Signore a Giuda cap. 1:24-31 si riferisce alla restaurazione della nazione,4:2-6 parla di un residuo di sopravvissuti, e 6:13 si riferisce ad un “seme santo” o ad un residuo.
Nelle profezie sulla liberazione capp. 7-12, Isaia scrive che Giuda sarà liberato dall’alleanza siro-israelitica. Ma anche l’impero glorioso di Dio, il regno millenniale (Apocalisse 20.1-6) sorgerà e il popolo riunito canterà un canto di salvezza.

Cap. 14:2-2, il profeta scrive che Israele sarà ristabilito nel paese e dominerà sui popoli che l’hanno oppresso.
Moab(popolo nemico d’Israele) si rivolgerà ad Israele per essere protetto e per instaurare la giustizia e l’ordine 16:1-5. L’adorazione del vero Dio indicherà la pace sulla terra 19:19-25.
Nei capp. 24 al 27, è detto molto riguardo la restaurazione. Dio preserverà il suo popolo e sarà lodato dai restaurati ; i malvagi saranno giudicati e il residuo del popolo,ristabilito. Il giudizio avrà un effetto di perfezionamento.

Nella sezione delle maledizioni capp. 28-33, viene inclusa una parola di conforto alla fine di ognuno dei tre brani di questi capitoli. Il giudizio purificherà il popolo,un residuo glorificherà il Signore, e il Signore benedirà e proteggerà il suo popolo. Il Re regnerà in giustizia e rettitudine.
Ai capp. 34-35 riguardo alla vendetta, Isaia menziona il fatto che un residuo sarà riunito insieme e il paese sarà liberato dalla maledizione e il rimanente vivrà nella gioia.
Con un linguaggio bellissimo e variato Isaia rende essenziale il fatto che il peccato deve essere sradicato dalla nazione e dal mondo.


continua...


x marite
Grazie a te, lieta di esserti utile; sono sempre pronta a qualsiasi chiarimento tu voglia avere.
Spero tu abbia avuto il piacere di ascoltare, dalla voce di un così nobile narratore, i versi del profeta.

Serena notte
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marite



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MessaggioInviato: Lun Mar 10, 2008 07:58    Oggetto: Rispondi citando


Li ho ascoltati Antonietta, e anche grazie a te, sono riuscita meglio ad apprezzare la performance de Alessandro, veramente suggestiva...


Posso aggiungere una cosa? I contenuti di questo tuo interessantissimo topic perchè non li riporti anche in quello dedicato alla manifestazione di Iseo? Varrebbe la pena avesse più lettori e magari anche alcuni commenti...
Un caro saluto Very Happy

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antonietta



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Residenza: lesina

MessaggioInviato: Gio Mar 13, 2008 01:00    Oggetto: Rispondi citando


Lavatevi, purificatevi,
togliete davanti ai miei occhi la
malvagità delle vostre azioni;
smettete di fare il male...
Is.1:16







Profezia sul regno di Giuda (capp. 1-12)

1:1. Le profezie d’Isaia si concentrano su Giuda e Gerusalemme. Il suo libro è chiamato una visione, il che suggerisce che il profeta “vide” mentalmente e spiritualmente come pure udì ciò che Dio gli comunicò.
Isaia conosceva bene la città di Gerusalemme e il suo tempio e la corte reale. In questo periodo il regno del nord (Israele) era alla fine; cadde infatti nel 772 a.C. sotto gli Assiri i quali stavano cercando di conquistare l’intera area siro-palestinese. Isaia scrive specificamente per il regno del sud(Giuda), che cadrà sotto Babilonia circa cento anni dopo nel 586 a.C.

Isaia parlando da parte del Signore, invita i cieli e la terra ad udire le accuse sostenute contro il popolo. Chiamare i cieli e la terra a testimone era un modo per informare la nazione che tutta la creazione sarà in accordo con ciò che Dio sta per dire.
In questo tipo di causa l’accusatore stabilisce innanzitutto la propria innocenza. Il Signore, come un genitore, lo fa sottolineando che il popolo di Giuda, i suoi figli, si sono ribellati contro di lui, che è innocente.
Il termine ebraico tradotto”ribellati”(pasa) era usato nei trattati per descrivere la disobbedienza di uno stato vassallo al patto fatto con la nazione sovrana. Pasa si trova anche nell’ultimo versetto del libro di Isaia.
Perfino gli animali conoscono i loro padroni, ma la nazione d’Israele non conosce e non capisce Dio, il suo padrone (Israele, benché spesso sia riferito al regno del nord, qualche volta, come in questo caso, viene usato per indicare la nazione delle dodici tribù come un insieme, includendo così anche Giuda)

Un bue normalmente non è remissivo; ai tempi della Bibbia un asino era noto per la sua stupidità. Perciò dire che Israele era meno intelligente di questi animali domestici era un’affermazione sorprendente forte della stupidità. Questi animali erano più consapevoli di chi fossero i loro padroni e quale la fonte del loro sostentamento ( la mangiatoia, un trogolo per animali) che non il popolo di Dio. Israele non conosce Dio e non si rende conto che lui provvede ai suoi bisogni. Ribellandosi fallisce nell’eseguire gli ordini di Dio, il che prova che non hanno veramente “capito” Dio.
Nella sua accusa Dio approfondisce la condizione peccaminosa della nazione; il loro deliberato atteggiamento di sfida contro Dio è indicato dalle parole “abbandonato…disprezzato, e voltato le spalle”. Anche se il popolo ha voltato le spalle a Dio, in futuro egli volterà le spalle al peccato d’Israele perdonandolo.

Quando il popolo del patto( Mosè) voltò le spalle a Dio vi furono delle conseguenze (vedere Deuteronomio 28:15-68). Isaia racconta ciò che sta avvenendo per aiutarli a capire che i tempi difficili sono venuti a motivo della loro disubbidienza. Isaia usa per prima la figura di un uomo che essendo stato percosso ha lividi in tutto il corpo. Benché queste ferite …contusioni e piaghe non curate caratterizzino la condizione spirituale della nazione, Isaia sta parlando anche della condizione militare. Essi sono assaliti da tutte le parti da forze ostili e stanno perdendo alcuni dei loro territori. Dovrebbero rendersi conto che questi problemi terribili sono comunque dovuti alla loro povertà spirituale. Isaia poi descrive (1:8-9) gli abitati di Gerusalemme (la Figlia di Sion) come un frascato in una vigna o una capanna in un campo di cocomeri.
Queste erano strutture provvisorie costruite per riparare dal sole le persone che sorvegliano i raccolti da ladri e animali. Tali capanne erano “solitarie” e facilmente attaccabili.
Giuda sarebbe come Sodoma e Gomorra, completamente devastata se Dio nella sua grazia non avesse lasciato un piccolo residuo.
Basandosi sul suo riferimento a Sodoma e Gomorra (ver. 9), Isaia paragona i governanti e il popolo di Giuda a quelle malvage città. Sia i capi che la popolazione- tutti i livelli sociali- devono ascoltare la parola di Dio.

1:11-15. Il Signore rifiuta il ricorso a diversi aspetti del rituale religioso. Il popolo riteneva che offrendo semplicemente dei sacrifici sull’altare sarebbe stato formalmente pulito davanti a Dio. Perfino i numerosi sacrifici sono senza significato e perciò non fanno piacere a Dio quando l’adoratore non conforma la sua vita ai livelli di Dio. Anche l’attenta osservanza delle offerte mensili(noviluni, ved. Numeri 28:11-14) e dei sabati era senza significato per Dio quando non era fatto col giusto atteggiamento. Lo stesso valeva per le loro assemblee e le feste solenni. Tali cerimonie Dio le chiama malvage perché vengono eseguite ipocritamente, con cuori peccaminosi. Perciò questi raduni nazionali, piuttosto che far piacere a Dio, sono un odioso peso per lui.
Inoltre, le molteplici preghiere del popolo sono inutili a causa della sua colpa. Le parole stendete le mani indicano richiesta di aiuto. Trattando i bisognosi ingiustamente, il popolo viene considerato come un assassino che stende le mani macchiate di sangue in preghiera .
Questa condizione spirituale rende il rituale religioso di Giuda ridicolo. Ovviamente Dio non risponderà mai a tali preghiere.(salmo 66:18)
1:16-20 Il Signore offre il completo perdono a chi si pente, ma promette il giudizio sui ribelli che continuano a rifiutarlo. Il popolo aveva l’idea errata che poteva vivere come voleva purché riparasse col “ sistema sacrificale”, ma invece di riporre la propria fiducia nel rituale religioso, il popolo deve obbedire a Dio ed avere il giusto atteggiamento verso lui prima e buone opere verso gli altri.
Il popolo ha bisogno di essere pulito interiormente; devono sostituire le loro opere malvage con le opere giuste. Come stabilito nel patto di Mosè essi devono dare prova della loro fiducia e obbedienza al Signore aiutando- gli oppressi…gli orfani, e le vedove.
Dio poi invita i peccatori a rinsavire e ammettere che i loro atteggiamenti e le loro azioni sono sbagliate. L’invito: poi venite, e discutiamo era più di un appello a delle trattative fra il popolo e Dio.
La parola “discutiamo”(yakah) è un termine legale usato per dibattere, far capire, o risolvere un caso in corte. Il popolo deve capire dalle sue discussioni con Dio che egli ha ragione e loro si sbagliano sulla propria condizione. Atri termini legali usati in questo capitolo sono: giustizia…fare giustizia, e difendere(ver. 17). Se riconosceranno la profondità dei loro peccati, che le loro iniquità sono come macchie di sangue sulle loro anime (scarlatto, un colore rosso estratto da un verme, e cremisi, un tessuto rosso acceso), allora Dio nella sua grazia li purificherà, rendendoli spiritualmente bianchi come neve o lana. Il riconoscimento del peccato deve precedere la purificazione di Dio. E lo stesso vale ancora oggi.
Coloro che obbediscono, mangeranno i frutti migliori del paese, cioè avranno raccolti abbondanti come promesso nel patto di Mosé (Deut.28:3-6). Al contrario, coloro che rifiutano di tornare a Dio saranno sconfitti dai nemici, divorati dalla spada perché ritenuti ribelli (ver.20)


continua...

Nel topic :Iseo...
credo sia meglio si parli della performance di Alessandro, non mi sento di interferire con uno studio che toglierebbe ad entrambi(Isaia e Alessandro) le dovute attenzioni.

Notte
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antonietta



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MessaggioInviato: Sab Mar 29, 2008 21:49    Oggetto: Rispondi citando


Infatti il Signore degli eserciti ha
un giorno
contro tutto ciò che è orgoglioso e
altero,
e contro chiunque s'innalza,
per abbassarlo;

Isaia 2:12


Il lamento del Signore su Gerusalemme. Cap. 1:21-23

Il contrasto fra la condizione di Gerusalemme sotto Davide e i primi anni del regno di Salomone e la condizione del popolo ai giorni d’Isaia è descritta dettagliatamente.
Una volta Gerusalemme era considerata fedele come una moglie devota; ma ora la città è diventata una prostituta. Questa figura è basata sul fatto che nel matrimonio, come nella relazione fra Dio e Israele, viene stabilito un patto: quando una persona si prostituisce lui o lei viola il patto matrimoniale; allo stesso modo quando una persona abbandona il vero Dio per gli idoli viola il patto con il Signore. Gerusalemme era nota per le giuste procedure giuridiche e per la rettitudine di coloro che perseguono questo principio. Ma ora il popolo si macchia di ingiustizia; i governanti ribelli nella città stanno portando il popolo alla rovina col furto, la corruzione, e l’ingiustizia verso i deboli. Gli orfani e le vedove potranno anche non essere uditi perché non hanno denaro per corrompere i governanti; questa situazione è ripugnante per Dio.

La dichiarazione di condanna del Signore. Cap. 1: 24-31

L’accusa del Signore termina con la pronuncia del suo giudizio sulla nazione, nel cap. 1, Dio è raffigurato non solo come una delle parti in causa, ma anche come il Giudice che deciderà la sorte del colpevole.
Il giudizio sarà come un agente purificatore che libera dalle scorie. La punizione non ha lo scopo di “vendicarsi” del popolo infedele, ma di riportare la nazione ad una giusta relazione con Dio.
Subito dopo l’aspra condanna(sotto forma di processo) delle pratiche peccaminose della nazione, Isaia introduce un concetto che sarà il segno caratteristico della sua profezia. Verrà un tempo, quando Gerusalemme occuperà la posizione più importante del mondo.

Una conferma di restaurazione. Cap. 2: 1-5

I profeti d’Israele erano stati chiamati anche “veggenti” per il loro potere, divinamente dato, di “vedere” o predire ciò che sarebbe accaduto. Qui Isaia sta predicendo il futuro di Gerusalemme e Giuda.
Nelle profezie di restaurazione, che sono dominanti nel libro d’Isaia, egli non specifica il periodo preciso in cui si compiranno ( confrontare 1 Pietro1: 10-11).Qui dice semplicemente: negli ultimi giorni.
Altri brani della Bibbia fanno notare che queste predizioni si compiranno nel Millennio( ved. Apocalisse), il regno di mille anni di Cristo sulla terra.
A causa delle promesse di Dio ad Abramo, Mosè e Davide, Isaia sa che Israele ritornerà nella terra e avrà una posizione più importante fra le nazioni
Il monte della casa del Signore si riferisce al monte dove era costruito il tempio, questo tema del tempio, è ripetuto spesso nelle profezie di Isaia dall’inizio fino alla fine del libro
Chiaramente il profeta vuole che i suoi lettori siano consapevoli del fatto che Dio proteggerà la nazione, nonostante la loro insensibilità spirituale, anche se andranno in cattività.
Quando questi fatti avverranno, molte nazioni saranno attirate a Gerusalemme. Il Signore stesso renderà pubblica la legge(cap. 51:4)
Dio avrà un ministero mondiale nel giudicare e risolvere le contese: “ Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli…(2:4). Egli imporrà alle nazioni e ai popoli, ovunque, di astenersi dal guerreggiare. Prevarrà la pace universale, senza conflitto o addestramento militare, perché gli strumenti della guerra saranno trasformati in attrezzi agricoli. In questo periodo di pace mondiale le nazioni si recheranno a Gerusalemme per imparare da Dio. La pace ci sarà non come risultato umano ma per la presenza e l’opera di Dio.
Anche oggi , la pace nell’uomo è esplicitamente opera di Dio, una pace stabile che riflette l’armonia del rapporto con se stessi e gli altri e sopra ogni cosa la pace con Dio e in Dio.
Isaia chiude questa sezione con un’esortazione ai suoi lettori a camminare alla luce del Signore.
Quando nelle scritture vengono enunciate grandi verità riguardo al futuro, ai lettori viene spesso ricordato come dovrebbero vivere nel presente.



Continua….
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antonietta



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MessaggioInviato: Mer Apr 09, 2008 22:12    Oggetto: Rispondi citando


Smettete di confidarvi nell’uomo,
nelle cui narici non c’è che un soffio;
infatti quale importanza
gli si potrebbe attribuire?
Isaia 2:22



Somiglianza di Giuda ai popoli pagani.
Cap. 2: 6-11

Dio ha abbandonato il suo popolo non perché non lo ama più ma perché è diventato come i pagani circostanti. I Giudei sono attratti dalla divinazione come i Filistei.
I Filistei occupavano la parte sud-occidentale di Cannan e avevano cercato di controllare Israele.
Così Israele è influenzata dalle pratiche pagane da diverse parti.

DIVINAZIONE = da ‘anan: praticare magia ( Deuteronomio 18:10; Levitino 19:26)
PRONOSTICATORI: è il tentativo di controllare la gente o le circostanze o cercare di conoscere il futuro attraverso il potere degli spiriti malvagi.

Qui l’ironia di Isaia è forte, perché Giuda dovrebbe sapere quale sarà il suo futuro solo da Dio; invece sta cercando di discernere il futuro con mezzi pagani e menzogneri.
Non sorprende quindi che Isaia chieda a Dio di non perdonarla, ver. 9.
Giuda ha enormi ricchezze materiali e forza militare che senza dubbio pensa, erroneamente, di avere grazie al fatto che adora gli idoli. Questo probabilmente porta all’orgoglio e alla fiducia in se stessi perciò Dio dice che li abbasserà e li umilierà. La loro condizione peccaminosa rende necessario il giudizio.
Alla fine solo una Persona sarà esaltata: il Signore soltanto, ver. 11.

Il giorno del Signore per la resa dei conti.
Cap. 2: 12-22

Quando il Signore verrà a stabilire la giustizia sulla terra i valori umani saranno capovolti. Cose che le persone considerano importanti saranno ritenute senza importanza, mentre le cose che la gente sostiene essere insignificanti avranno molto valore.
Versi 12-18: Dio ha un giorno in serbo; un tempo programmato per la resa dei conti per i peccatori.

YHWH seba’ot = Dio degli eserciti: è un appellativo usato per Dio sessantadue volte nel libro di Isaia. Esso denota la sua potenza e forza militare. Quando questo Onnipotente verrà niente potrà resistergli.
Gli orgogliosi saranno umiliati ed Egli abbatterà anche le imprese commerciali rappresentanti simbolicamente dalle navi mercantili, il cui centro si trovava nella città di Tiro, a nord di Israele.
Ogni cosa che all’uomo sembra, nella sua arroganza, essere permanente e sicura, sarà spazzata via. Il Signore solo sarà esaltato in quel giorno quando demolirà gli idoli di Giuda.
Versi 19-22. Quando la vendetta del Signore verrà, la gente cercherà di scappare nelle caverne; saranno terrificati perché Dio farà tremare la terra( il brano guarda avanti a un giudizio catastrofico sul mondo intero). Trasportando i loro idoli fatti di argento e oro, intralceranno la loro fuga, così li getteranno ai topi e ai pipistrelli. Di nuovo il senso ironico di Isaia è forte: cose di grande valore gettate a creature detestabili che la gente odia. Il profeta invita Giuda a smettere di confidare nell’uomo( Salmo 118: 8-9). L’uomo è semplicemente come un vapore. Il suo soffio può essere spento rapidamente. Perciò confidare in lui è insensato, perché l’uomo è facilmente rimosso. In vista del giudizio futuro, Giuda dovrebbe ritornare a Dio ora, nel presente. La gloria di Dio dovrebbe portarlo a vivere una vita santa, giusta, e sfuggire così al suo giudizio severo.

Giudizio su Giuda per le sue azioni
Cap. 3: 1-15

Dopo aver affermato in chiari termini che il giudizio verrà, Isaia cita esempi di peccati presenti nella nazione che devono essere giudicati da Dio.
Versi 1-7. Dio toglierà a …Giuda, qualsiasi sembianza di buon governo e lo sostituirà con un senso di inutilità. A causa del loro peccato il Signore toglierà tutti i rifornimenti e la gente su cui Giuda conta: alimenti e acqua, soldati, capi civili(giudici) e religiosi(profeta), saggi(indovini), capi militari e operai esperti. Il fatto che Isaia includa l’indovino e l’abile incantatore nella lista non significhi che li approva, ver. 3.
Egli sta semplicemente elencando coloro su cui la nazione fa affidamento per la propria sopravvivenza e sicurezza. Dio vieta qualsiasi coinvolgimento con la divinazione e l’incantesimo.
Isaia stesso scrive nel cap. 47: 12 riguardo a Babilonia la quale credeva a questo tipo di attività.
In opposizione a questa gente che era considerata saggia e potente, il Signore farà sorgere stolti e deboli capi. Qualunque persona che possegga un mantello come qualifica, sarà posto alla guida del popolo, ma l’unica cosa su cui governerà saranno solo un mucchio di rovine. I capi non avranno nessuna soluzione per le pene che il popolo dovrà affrontare, ver. 7.
Isaia sta parlando della prossima devastazione di Giuda da parte dell’esercito babilonese.
Il motivo per cui tale distruzione verrà su Giuda è che ogni cosa che la nazione dice e fa è contro il Dio del suo patto. Il popolo sfida Dio esponendo apertamente il suo peccato proprio come il popolo di Sodoma (Genesi 18.20; 19:1-11)
Perciò l’imminente disastro è provocato da loro stessi.

Guai (‘oy) è un interiezione di dolore o di una minaccia verbale di fronte a un disastro presente o imminente.
Il giudizio di Dio è sempre giusto. I peccatori, i trasgressori della legge Divina, pensano che vivere in modo peccaminoso sia la maniera normale per andare avanti nella vita. Isaia nota, tuttavia, che è molto meglio vivere rettamente.
Versi 13-15. Isaia rappresenta il Signore seduto in un tribunale pronto a giudicare il popolo e specialmente i capi; dichiarando che egli si presenta per discutere, Isaia intende che Dio avendo autorità di giudicare, sta per farlo. Due sono i capi d’accusa lanciati contro i capi: il primo è che essi hanno devastato la vigna di Dio, cioè il popolo di Dio(Salmo 80:8-18). Come agricoltori che si preoccupano per la vigna, così i capi dovrebbero preoccuparsi del popolo, ma essi hanno rovinato il popolo opprimendolo. La seconda accusa è che hanno sfruttato i poveri depredandoli di quel poco che avevano e pestando le loro facce. Questo contravviene ai comandamenti di non opprimere gli altri, specialmente le vedove, gli orfani e il povero.
Uno spirito materialistico, oppressivo è sintomatico dei capi egoisti. Piuttosto che vedere le loro posizioni di comando come opportunità di servizi le vedono come mezzi per arricchirsi a spese degli altri.

La caduta di Giuda dopo il suo orgoglio
Cap3:16; 4:1.

L’orgoglio di Giuda è esemplificato dalle donne di Gerusalemme. Isaia fa il confronto fra come appaiono prima e come appariranno dopo il giudizio di Dio su di esse.
Versi 16-17
Le altere ricche donne di Sion(Gerusalemme) cercano di attirare l’attenzione col modo in cui camminano( orgogliosamente, con il collo teso), civettando e vestendo sontuosamente. Isaia può aver sottinteso che tutta la nazione è orgogliosa, paragonandola a quel genere di donne.
In opposizione al loro orgoglio, ricchezza e bellezza, le donne di Sion saranno in grande dolore.
Avranno piaghe e calvizie ed essendo in profondo dolore non si preoccuperanno di come appaiono. Infatti, il Signore indurrà i soldati babilonesi a portare via tutti i bei gioielli e il vestiario delle donne,ver. 19-23.
Invece del profumo avranno un odore terribile dovuto forse alle piaghe.
Portate in cattività le donne saranno tirate con una corda e indosseranno un sacco, un vestito nero di tela grezza fatta con pelo di capra che simboleggia il lutto(Genesi 37: 34) Esse saranno a lutto perché i loro mariti, fratelli, amici, moriranno in battaglia. La città sarà privata di uomini (4: 1) e le donne competeranno per guadagnarsi un marito che ridia loro un nome, sostentamento e onore.



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MessaggioInviato: Gio Mag 01, 2008 20:40    Oggetto: Rispondi citando


Poi udii la voce del Signore che
diceva: “Chi manderò? Chi andrà per noi?”
Allora io risposi: "Eccomi, manda me!”
Ed Egli disse: "Và, e dì a questo
popolo: ascoltate, sì, ma senza capire;
guardate, sì, ma senza discernere!”

Isaia 6:8-9



Il cap. 4 introduce Cristo e la benedizione finale.

Dopo l’accusa iniziale di Dio o “processo”, egli fa una promessa di restaurazione. Ora alla fine della dura ripetizione del giudizio c’ è un altro brano di conforto. Nonostante il terribile attacco che metterà alla prova la nazione a motivo del suo peccato, alcuni sopravvivranno. I primi ascoltatori di Isaia possono aver pensato che egli stesse parlando di coloro che sarebbero sopravvissuti all’esilio. Tuttavia, alla luce di Matteo 24:4-30 egli si stava riferendo a coloro che sarebbero sopravvissuti alle difficoltà della Grande Tribolazione proprio prima del ritorno del Signore Gesù per fondare il suo regno.
Malgrado l'arrivo imminente di un severo giudizio, alla fine ci saranno benedizioni divine. A volte la frase “in quel giorno” si riferisce all’attacco babilonese a Gerusalemme, nel versetto 2 del cap. 4 si riferisce invece al regno millenniale di Cristo.
Il termine “Germoglio” è una figura appropriata di Cristo perché egli germoglia dalla stirpe di Davide e porterà frutto. Proprio come la gente si delizia del frutto della sua terra così i sopravvissuti si delizieranno nel Messia, il Frutto della terra. Il Germoglio richiama alla mente le parole di Gesù quando dice che egli è la Vite. Gv. 15.1
Riparlando delle donne di Sion, Isaia si riferisce alla nazione, saranno lavate da uno spirito di giudizio e uno spirito di fuoco, dato che il giudizio sarà come un fuoco che brucerà la sporcizia (peccato) indesiderabile della nazione.
Solo l’opera sovrana del Signore, non lo sforzo umano, potrà lavare e purificare il popolo.

Il capitolo 5 presenta innanzi tutto ciò che Dio stesso aveva stabilito (ciò che aveva fatto) per Israle, la sua vigna

Nella prima strofa di questo canto composto da Isaia, egli canta la cura di Dio per la sua vigna e la condizione della vigna. Anche se Dio non poteva fare niente di più per rendere la vigna produttiva, c’era una cosa che avrebbe fatto subito: l’avrebbe distrutta.
Per avere gioia dal suo popolo, Dio cerca buoni frutti, cioè, giustizia e rettitudine, invece egli vede solo spargimento di sangue.
Ognuno dei sei capi d’accusa viene introdotto da “guai”. Cap. 5:8…
Guai ai materialisti, agli ubriaconi; guai a chi dubita di Dio, a quelli che chiamano il male, bene. Guai agli intelligenti che si ritengono saggi e pensano di proteggersi da soli non confidando in Dio. Guai ai corrotti che non si preoccupano del popolo che governano; sono più interessati ai loro piaceri che non ai diritti umani. Questa gente sarà bruciata come stoppia(giudizio e condanna) perché hanno deliberatamente disobbedito a Dio. Quando il giudizio di Dio si abbatterà contro la nazione, l’Egitto, l’Assiria e Babilonia risponderanno come se Dio avesse issato una bandiera come segnale di guerra.

Il capitoli 6 ci rivela un altro principio di giudizio. Non si tratta più di domandare se si è scaduto dalla prima benedizione, ma se si è pronto ad incontrare il Signore, l’Eterno. Il Signore degli eserciti si manifesta agli occhi d’Isaia, ed il profeta dice: «Guai a me!» — il Signore era Cristo stesso. Isaia aveva pronunciato i guai sulla nazione, ma adesso dicendo “Guai a me” riconosce che egli è soggetto a giudizio. Questo perché è impuro. Quando è posta vicino alla purità della santità divina, l’impurità del peccato umano è molto più evidente. È interessante notare che Isaia si identifica con il suo popolo, anch’esso peccatore( un popolo dalle labbra impure). Uno dei serafini purifica la bocca del profeta, l’atto simbolico significava la rimozione dell’impurità, del peccato del profeta. Questo era quello che era necessario all’intera nazione. I Giudei dovevano rispondere come fece Isaia, riconoscendo il loro bisogno di essere purificati dal peccato. Isaia dice: «Eccomi», risponde alla chiamata del Signore per compiere il servizio e solo dopo essere stato purificato. Nel Salmo 74:9 è detto: «Non c’è più profeta, né chi tra noi sappia fino a quando», nessuno che sappia contare sulla fedeltà di Dio verso il Suo popolo; e qui il profeta dice: «Fino a quando, Signore?» Egli è la bocca dell’Eterno per pronunciare il giudizio, ma nello stesso tempo rappresenta la fede che fa assegnamento sulla Sua fedeltà. Il Signore rivela ad Isaia che il suo messaggio non otterrà una grande reazione spirituale. Il popolo non aveva dato ascolto prima e non darà ascolto neanche adesso. Il Signore non gode nel giudicare il popolo, ma la disciplina è necessaria a motivo della sua disubbidienza. Infatti il popolo udendo il messaggio del profeta, diventa perfino più duro contro il Signore, non si ravvede per essere di conseguenza perdonato. Isaia doveva proclamare il messaggio fino a quando sarebbe arrivato il giudizio, cioè, fino all’avvento dell’esilio in Babilonia. Isaia, forse scoraggiato viene rassicurato dal Signore,
Dio gli risponde annunziando che vi sarà un rimanente. Come al terebinto e alla quercia, quando sono abbattuti, rimane il ceppo, così rimarrà al popolo, un ceppo.


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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 23:22    Oggetto: Rispondi citando


Apriamo la Bibbia e leggiamo dal profeta Isaia le parole che Dio ha lasciato agli uomini.


Se vi si dice: "Consultate quelli che evocano
gli spiriti e gli indovini,
quelli che sussurrano e bisbigliano",
rispondete: " Un popolo non deve
forse consultare il suo Dio?...

Isaia 8:19





Capitoli da 7 - 9:6
In questi capitoli il profeta si concentra sulla liberazione che Dio arrecherà alla nazione. La liberazione di Giuda dall’alleanza siro-israelita raffigura la liberazione finale, e la caduta dell’impero assiro, con conseguente liberazione di Giuda, rappresenta la caduta di tutte le nazioni che si oppongono a Dio a al suo popolo. Isaia non dice che queste liberazioni porteranno il regno glorioso, ma rivela che il regno glorioso, il millennio, alla fine verrà (cap. 11).Sarà più grande di qualsiasi regno precedente. In quel regno il seme santo, il residuo credente , canterà un cantico nuovo, un canto di ringraziamento.

Cap. 7
La situazione storica
Resin, re di Siria, a nord est di Israele, e Pecà…re d’Israele(752-732 a.C.) si erano alleati. E’ possibile che Resin avesse usurpato il trono di Siria e che Pecà fosse un usurpatore. Resin era l’ultimo re di Siria, e Pecà il penultimo re di Israele.
Dopo che Geroboamo II (793-753) d’Israele morì, il regno del nord divenne incredibilmente debole. Resin convince Pecà ad unirsi a lui contro Giuda. Essi minacciarono di sostituire il re di Giuda, Acaz, con un re fantoccio,“ il figlio di Tabbeel”. Udendo dell’alleanza, Acaz fu terrorizzato e pensò di poter contare sull’aiuto del re assiro per attaccare la confederazione siro-israelita.

Ver.3-25
Dio dice ad Isaia di andare con suo figlio ad incontrare il re Acaz. Isaia dice ad Acaz di non temere Resin e Pecà, perché le loro vite avranno fine; come tizzoni bruceranno e spariranno.

Entrambi morirono due anni più tardi nel 732 a.C..
Siria e Israele minacciano di invadere Giuda, dividerla fra le due nazioni conquistatrici, ed eleggere un re fantoccio. Ma Pecà “ figlio di Ramalia” e Resin non possono ostacolare i piani di Dio. Infatti Isaia profetizza che entro sessantacinque anni Israele non sarà più un popolo perché sarà fiaccato(cap. 7:8). Isaia fa questa profezia nel 734 a.C., quindi nel 669 quando l’Assiria conquistò Israele nel 772, molti Israeliti furono deportati in altri paesi dagli Assiri e degli stranieri furono portati a Samaria da Assurbanibal re di Assiria (669-626). Questo Israele a “pezzi” rende impossibile la riunione come nazione( Israele non sarà più un popolo).
Ovviamente Acaz non era più vivo sessantacinque anni dopo, ma poteva avere FEDE che Dio avrebbe adempiuto entrambe le predizioni: che Israele sarebbe stato frazionato sessantacinque anni più tardi e che, nei suoi giorni, la confederazione del nord (Siria e Israele) non avrebbero sopraffatto Giuda. Se non avesse creduto a queste predizioni, anch’egli sarebbe caduto.

Isaia va incontro ad Acaz con Sear-Iasub (il residuo ritornerà), incoraggia il popolo quanto alla Siria e ad Efraim, ed intanto ordina ad Acaz di domandare un segno. Questi si rifiuta, ed allora il profeta rivela il segno della Vergine che partorirà un Figlio. Questa è la risposta di Dio. La profezia dichiara che l’Assiro verrà per distruggere Israele, ma nello stesso tempo annunzia la presenza del Cristo, prova positiva che Israele sarà ristorato. Emmanuele: Dio con noi.

La profezia del ver. 14 ha come oggetto la nascita del Signore Gesù Cristo, concepito miracolosamente nel seno della vergine Maria; il messaggio d’Isaia non è quindi rivolto solo ad Acaz, ma a tutta la “casa di Davide”



Cap. 8
Il liberatore futuro
Questa sezione è strettamente collegata al capitolo precedente. Riguarda lo stesso avvenimento, vale a dire, la liberazione dall’alleanza siro-israelita e la successiva invasione assira che alla fine si estenderà a Giuda. Il capitolo 7 include diversi “negativi”, il rifiuto di Acaz della parola di Dio e i tempi difficili che verranno su Giuda. Questa sezione ha una nota positiva: la nazione sarà liberata e questa liberazione raffigura un altro Liberatore, che porterà una liberazione più grande.
Ver. 1-4: l’imminente caduta di Israele e Siria
ver. 6-8: l’imminente invasione Assira
ver. 9-15: l’imminente vittoria da parte di Dio.
Anche se Giuda sarà quasi sconfitta dall’invasione Assira, Isaia fa notare che Giuda non deve temere perché riporterà la vittoria.

I capitoli 7-9 presentano la grande verità che Dio è con Giuda. Isaia usa lo stesso termine “Emmanuele” per chiudere il versetto 10 de cap. 8. Dio con noi! Anche se le nazioni alzeranno un grido di guerra non abbatteranno il popolo di Dio, anche se prepareranno attentamente una strategia e un piano per la battaglia non avranno successo perché Dio è con Giuda(Emmanuele in ebraico) Questa grande verità separa Giuda da tutte le altre nazioni del mondo. Visto che Dio ha promesso di stare con il suo popolo, esso deve confidare in lui, non importa quante avverse siano le circostanze; non lo abbandonerà. Così viene dimostrato che Dio e Isaia sono nella verità, nel giusto, e Acaz viene disapprovato per la mancanza di fede.

Ver. 11-15.: Il Signore aveva promesso di essere con il suo popolo, ma molti in Israele e in Giuda rifiutarono di credere, il Signore avverte Isaia di non essere come molti di loro. Il messaggio di Isaia ha lo stile enfatico comune nell’Antico Testamento. Dio promette che coloro che credono e obbediscono al Signore saranno benedetti, ma coloro che rifiutano di credere e ubbidire a lui saranno castigati.
Ver. 16-18: Isaia riafferma la sua fiducia in Dio.
La fiducia di Isaia è espressa due volte nel versetto 17.

Ver. 19-22 L’imminente liberazione di Giuda per mezzo della parola di Dio.
Isaia parla di nuovo della propensione al peccato del popolo.
La maggior parte della gente vuole conoscere il futuro. Perfino in Giuda il popolo è trascinato nella pratica pagana di consultare medium e spiritisti(vedere Deuteronomio18: 10-12) e negromanti( coloro che consultano i morti). Isaia mette in discussione la razionalità di rivolgersi ai morti per scoprire il futuro invece di rivolgersi a Dio. Devono guardare nella legge, alla testimonianza, che contengono tutto quello che la nazione ha bisogno di sapere riguardo al futuro. Spiritisti, medium e anche quelli che li consultano, saranno giudicati e condannati dal Signore se non si ravvedono e si allontanano da simili pratiche odiate da Dio. Il capitolo 8 si chiude con la annunciazione dei tempi messianici.
Isaia parla del Liberatore il quale attuerà nella nazione i cambiamenti di cui il profeta ha parlato. Verrà un tempo quando tenebre e oscurità saranno un ricordo del passato.
Dio ha sempre attuato i suoi disegni, per umiliare, per rialzare e per liberare!


Dal salmo 107: 8-14
Celebrino il Signore per la sua bontà e per
i suoi prodigi in favore degli uomini!
Poich’egli ha ristorato l’anima assetata e ha
colmato di beni l’anima affamata.
Altri dimoravano in tenebre e in ombra di morte,
prigionieri nell’afflizione e nelle catene,
perché si erano ribellati a Dio e
avevano disprezzato gli avvertimenti dell’Altissimo;
perciò egli umiliò i loro cuori nella sofferenza;
essi caddero, e nessuno li soccorse.
Gridarono al Signore nella loro angoscia
ed egli li salvò dalle loro tribolazioni;
li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra della morte,
spezzò le loro catene.



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MessaggioInviato: Mer Giu 04, 2008 20:46    Oggetto: Rispondi citando


Così dunque dice il Signore,
Dio degli eserciti: "Popolo mio
non temere l'Assiro che ti batte con la verga
e alza su di te il bastone, come fece l'Egitto!
Ancora un breve, brevissimo tempo,
e la mia indignazione sarà finita,
la mia ira si volgerà a distruggere loro".


Cap. 8:23

Le tenebre che cadono sulla parte settentrionale d’Israele sono un mezzo di disciplina.
La terra vicino al mare, la Galilea dei Gentili, descrive una strada principale internazionale che attraversa questa regione. I soldati invasori assiri presero questa strada quando invasero il regno del nord. Da questa zona sorgerà il Messia e spazzerà via le tenebre e l’oscurità portate dal dominio dei Gentili.

Cap. 9

Col tipico parallelismo Ebraico il profeta descrive l’effetto del Messia su questa parte settentrionale di Israele,la Galilea invasa dai Gentili, qui Gesù cominciò il suo ministero di predicazione e guarigione.
Isaia fa notare cinque cose riguardo al Messia che viene.
Deve nascere come un Bambino qualsiasi del popolo del patto.
“ un fanciullo ci è nato” viene predetto l’umanità
“Dio potente” la deità. Il suo regno viene descritto come prospero, pacifico, giusto, eterno e sicuro.
Vengono presentati i suoi titoli messianici: Consigliere ammirabile, l’unico che con il proprio consiglio può salvare l’uomo dal peccato.
Dio potente: La deità nel particolare aspetto di un prode in battaglia.
Padre Eterno: sia come possessore dell’eternità che come autore della vita eterna (in ebraico”padre dell’eternità)
Principe della pace: il re che governerà un mondo senza guerre nel Regno futuro, il regno millenniale, quando la nazione avrà una giusta relazione con Dio.
Il Messia seduto sul trono di Davide (re d’Israele) avrà un governo eterno di pace e giustizia. Il suo governo non avrà fine; sarà per sempre. Dopo il regno sulla terra, egli governerà per l’eternità. Manterrà la giustizia visto che il suo governo si conformerà al carattere santo ed alle esigenze di Dio.
Il Messia governerà perché Dio lo ha promesso e si impegnerà con zelo perché il regno venga. Senza il suo intervento non ci sarà nessun regno per Israele.
Come gli altri profeti, Isaia non era consapevole del lasso di tempo che sarebbe passato fra le due venute del Signore.
Dopo aver dato una gloriosa descrizione del Messia che sta per venire, Isaia si concentra sulla nazione dei suoi giorni, egli alterna il messaggio di giudizio col messaggio di benedizione.
Israele è giudicata a causa della sua arroganza.
Il giudizio che stava per venire sarebbe stato largamente annunciato, ma non sarebbe stato sufficiente per farlo ritornare a Dio.
Apparentemente gli abitanti di Israele pensavano che avrebbero sperimentato solo una sconfitta temporanea, pensavano di essere capaci di ricostruire la nazione meglio di prima, ma le cose non sarebbero andate così. Stavano per essere schiacciati: gli avversari vengono dalla parte orientale e occidentale. Questo è quello che fa Dio. Ma neanche questo giudizio placa l’ira di Dio perché il popolo continua a rifiutare di preoccuparsi del proprio peccato. Così Dio continuerà a castigarli.
Israele è come un bambino che ostinatamente rifiuta di obbedire ai genitori e perciò è punito con più severità.
La malvagità della nazione è descritta come un enorme fuoco. Il giudizio verrà non solo da parte di Dio e per mezzo dei nemici di Israele ma anche per mezzo di eventi interni. La nazione si autodistruggerà con le sue opere malvage, intere tribù saranno in conflitto tra loro, si opporranno e si divoreranno l’un l’altro.

Cap. 10

I capi corrotti in Israele stavano pervertendo la giustizia e la rettitudine, in contrasto con la giustizia e la rettitudine del Messia.
Isaia annuncia i “GUAI”
I capi di Israele sono colpevoli di sei cose: decreti iniqui e sentenze ingiuste. Queste azioni sono ripugnanti perché gli Israeliti, come membri del popolo di Dio liberato dalla schiavitù dell’Egitto, sono tenuti a prendersi cura gli uni degli altri.
Inoltre: stanno privando i poveri del loro diritto, negando la giustizia, e stavano danneggiando le vedove e derubando gli orfani. Queste azioni, che implicano l’approfittarsi delle persone che non possono difendere i loro diritti, infrangono la legge divina.
A causa di questo comportamento la nazione andrà in cattività. Quando la rovina giungerà da lontano (cioè,l’Assiria) nessuno li aiuterà, proprio come loro hanno rifiutato di aiutare quelli che erano nel bisogno.
L’Assiria adempie la volontà di Dio, essa è usata da Dio per castigare l suo popolo. Dio spesso usa strumenti spiacevoli per adempiere i suoi scopi sul mondo. Dio nella sua sovranità ha guidato l’Assiria per essere strumento per vendicarsi di un popolo disubbidiente a Dio.
Anche se l’Assiria è uno strumento nelle mani di Dio, egli non è contento di questa nazione. Essa ha un atteggiamento sbagliato, si inorgoglisce, pensa che può facilmente prendersi anche Gerusalemme, le sue motivazioni sono puramente politiche e espansionistiche.
Il re assiro mostra superbia, egli ritiene che ciò che lui ha realizzato sia stato fatto con le proprie forze e la propria sapienza( sei volte dice “ IO” e tre volte “ mia”).
A causa della sua superbia, Dio giudicherà il re assiro e il suo impero.
Nel 701 a.C. 185.000 soldati assiri che circondavano Gerusalemme furono uccisi, poi nel 609 l’impero assiro cadde sotto i babilonesi.

Se Dio distrugge la superbia del suo popolo, come non potrebbe avventarsi contro chi non è suo popolo e che pensa di tenergli testa inorgogliendosi.



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