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ALESSANDRO E IL TSA D'ABRUZZO
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Autore Messaggio
genziana



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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 08:42    Oggetto: TSA: tournée CYRANO DE BERGERAC 27/01/12 intervista AVVENIRE Rispondi citando



ha scritto:


            Il neo direttore dello Stabile

          Preziosi : «Il mio Cyrano in scena
          per aiutare il riscatto de L’Aquila»


di Angela Calvini

«Dirigere lo Stabile a L’Aquila è una sfida, una di quelle responsabilità che rendono concreta la passione per il teatro, che ci aiuta a essere pragmatici».

Alessandro Preziosi, nomi­nato nel novembre scorso Direttore Artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo, prende molto seriamente il non faci­le incarico. E lo fa, innanzitutto, por­tando in tournée un nuovo lavoro tea­trale, il Cyrano di Bérgerac di Edmond Rostand, di cui è, oltreché protagoni­sta, regista e coproduttore insieme a Khora.teatro (la società che condivide con i soci Tommaso Mattei e Aldo Allegrini) e lo Stabile abruzzese. In que­sti giorni lo spettacolo è a Salerno, e poi sarà a Firenze, Milano, Verona, Na­poli e, ad aprile, a L’Aquila.

Preziosi, che responsabilità sente al­la guida del teatro dopo il dramma del terremoto?

Ho l’opportunità di diventare opera­tore culturale, di sporcarmi le mani: eviterò di promettere cose che non si possono fare, ma ce la metterò tutta nell’interesse della rinascita di que­sta città. La disponibilità delle istitu­zioni, per fortuna, c’è. Ho imparato che quando ci sono le difficoltà, ba­sta molto poco per fare teatro.

Che ostacoli ha incontrato in questi primi due mesi?

Le condizioni sono difficili dal punto di vista pratico e demografico. Ecco, noi vogliamo far tornare le persone nella città distrutta, con l’escamota­ge dell’intrattenimento, ma vorrem­mo che fosse costante. Per questo stiamo preparando un festival estivo per ridare vitalità alla città, indivi­duando degli spazi agibili, che poi re­stino a disposizione della città anche dopo.

E come pensa a un rilancio per la prossima stagione?

Vorrei una vera stagione di qualità e di richiamo. Penso a spettacoli popo­­lari, ai grandi classici, a nomi di spic­co fra i miei colleghi cinematografici, come Stefano Accorsi o Pierfrancesco Favino. Toni Servillo doveva debutta­re a L’Aquila con La trilogia della vil­leggiatura di Goldoni due giorni pri­ma del terremoto. Ecco, vorrei poter aprire la stagione con lo spettacolo che non c’è mai stato.

Anche i testi da lei prodotti, come questo «Cyrano», sono di richiamo popolare.

Piuttosto che somministrare al pub­blico opere concettuali, cerco di arri­vare a più gente possibile con spetta­coli che propongano valori eterni, chiari, evidenti. Il pubblico, adesso, ha bisogno di semplicità, vuole spec­chiarsi in qualcosa che lo colpisca in profondità. Cyrano, attraverso il con­cetto di bellezza, simboleggia la fru­strazione della società attuale del­l’apparire, ma mostra la fierezza e la dignità nell’affrontare la vita, nono­stante tutte le inadeguatezze.

È uno spettacolo pieno di giovani.

Sì, ha un taglio cinematografico e spettacolare, con tanto di cappa e spa­da e 14 giovani attori che danno gran­de freschezza. Vengono dalla Link A­cademy, la scuola di teatro che ho a­perto coi miei soci per dare un me­stiere ai ragazzi. Noi formiamo anche tecnici, organizzatori, direttori di pro­duzione. Di attori, ahimé, ce ne sono fin troppi.

Venerdì 27 gennaio 2012



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        AVVENIRE - Agorà - Oggi Spettacoli




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genziana



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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 08:57    Oggetto: L'ESPRESSO 7|2/12 PREZIOSI intervista CYRANO De Bergerac|TSA Rispondi citando



ha scritto:


    Red carpet Colloquio con Alessandro Preziosi


di Daniela Giammusso

Alessandro Preziosi, da qualche settimana è in tournée con “Cyrano de Bergerac”, di cui è protagonista, regista e produttore e che dal 6 marzo sarà al Teatro Nuovo di Milano.

Come sta andando?
«Vorrei non dirlo io - come vorrei non aver letto certi libri e poter dire ancora “che meraviglia” - ma sta andando davvero bene. All’inizio mi sembrava difficile bilanciare l’aspetto grottesco, quasi circense che ho dato a questo Cyrano- Pulcinella triste. Invece sto scoprendo momenti in cui diventa chiara la sua inadeguatezza, la sua solitudine, la tensione alla menzogna che, più ancora della dimensione estetica, fanno di quest’uomo un inadeguato. Il pubblico riempie le sale e in compagnia sono orgoglioso di avere nove debuttanti su 13, scelti tra gli allievi della Link Academy».

Da novembre lei è Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, con cui ha coprodotto “Cyrano”...
«È una nomina che mi riempie di orgoglio. Ho sempre investito negli spettacoli in cui ho recitato e sognavo di avere uno spazio cui dare il mio imprinting, e vederlo popolato di gente».

Ma qual è oggi la situazione a l’Aquila?
«Il Teatro Comunale prima di due o tre anni non sarà agibile, ma non aspetteremo, cercheremo altri luoghi. Abbiamo in tournée “Scene da un matrimonio” per la regia di Alessandro D’Alatri, e con Luca De Fusco stiamo preparando per il Festival di Napoli “Igiene dell’assassino”, dal romanzo di Amélie Nothomb. Per la prossima stagione sogno un “Flauto magico” e una grande produzione che sotto il marchio dello Stabile coinvolga i tanti attori di cinema che stanno facendo teatro: Filippo Timi, Riccardo Scamarcio, Elio Germano. E magari un altro che farebbe faville: Pierfrancesco Favino».




L'ESPRESSO - N. 7 - 02/2012 - Spettacoli - Passioni -





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 11:47    Oggetto: 15/2/12 Intervista-incontro: LA REPUBBLICA Redazione FIRENZE Rispondi citando



ha scritto:




LA REPUBBLICA - Edizione FIRENZE - mercoledì 15/02/12 - Prima



              Alessandro Preziosi
        "La vera bellezza del moderno Cyrano"


[...] A dicembre è stato nominato Direttore Artistico del Teatro Stabile dell´Abruzzo. Che significato ha un incarico simile in una regione che vive ancora le conseguenze del terremoto?

«È un modo per aiutare gli altri. Il mio obiettivo è far diventare L´Aquila capitale europea della cultura: quella città è il nostro ground zero e un´operazione simile avrebbe un grande valore simbolico. Sarebbe l´occasione per portare alto il nome dell´Italia all´estero non solo attraverso parametri economici, che sono il chiodo fisso della politica. Mi piacerebbe che l´Aquila fosse messa a disposizione di tutte quelle energie artistiche giovanili che così potrebbero ridare vita ad una città deserta, dove non ci sono più neanche i cani, ma solo la Protezione Civile. La grande vitalità degli aquilani non basta più». [...]

(testo raccolto da Roberto Incerti, Fulvio Paloscia e Gaia Rau)



LA REPUBBLICA - Ed. FIRENZE - mer. 15/02/12 - Spettacoli - IX







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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 11:48    Oggetto: 17/2/2012 GIORNALE DELLO SPETTACOLO intervista Dir. Art. TSA Rispondi citando



ha scritto:




TEATRO - PREZIOSI DIRIGE IL TSA. INSEDIAMENTO AD APRILE. GIA' DUE PROGETTI


    . Lo Stabile dell'Aquila senza sede non si ferma

    . E lancia l'idea di un festival estivo da far partire a giugno


di Daniela Giammusso

L'AQUILA - "Non si può pretendere che alla città arrivi prima il teatro delle case. Ma non staremo con le mani in mano. Faremo in modo che il Teatro Stabile d’Abruzzo viva. L’Aquila oggi è un luogo che riparte da zero, un’occasione per costruire qualcosa". Questo, forse più di numeri e date, è il miglior manifesto d'intenti di Alessandro Preziosi, star di cinema, teatro e tv e dal 4 novembre anche direttore di uno Stabile problematico come quello de L'Aquila. Succeduto ad Alessandro Gassman, al quale ha rubato lo scettro del più giovane direttore di un teatro pubblico d'Italia (39 anni il prossimo aprile). Preziosi però ribalta la prospettiva e con la passione di un eroe da cappa e spada sogna grandi progetti e una pioggia di star per la città martoriata dal terremoto. La prima star è proprio lui, da qualche settimana in tournée con il Cyrano de Bergerac di cui è protagonista e regista e che la sua KHORA.teatro ha coprodotto con il TSA.

"E' nato tutto prima della nomina - racconta - Da privati cercavamo una collaborazione e tra tutti gli stabili quello con maggiore apertura era proprio quello d'Abruzzo. Ora è la nostra prima co-produzione e, non dovrei dirlo io, ma sta andando molto bene: siamo già oltre i 10mila spettatori in una decina di date in provincia. Dal 6 marzo saremo al Nuovo di Milano per due settimane. Sono molto orgoglioso poi di avere 9 debuttanti su 13 interpreti, scelti tra gli allievi della Link Academy. E anche i 14 dipendenti dello Stabile mi sembrano entusiasti di questa prima collaborazione. Cosa non affatto scontata".

A tre anni dal terremoto, com'è la situazione del TSA? Dal punto di vista logistico, dove siete?
"Non siamo, che penso sia la condizione migliore per poter ricominciare: come i cittadini de L'Aquila siamo sprovvisti di una sede. Il Teatro Comunale è come l'hanno lasciato, sembra il "Teatro di guerra" di Martone. Per ristutturarlo ci vorranno 2-3 anni e i mille miliardi di finaziamento alla città al momento sono bloccati. Stiamo utilizzando il piccolo Ridotto adiacente (350 posti, ndr) e quando non è sufficiente siamo ospitati dall'Auditorium della Guardia di Finanza".

Eppure, la voglia di teatro a L'Aquila non sembra essersi spenta: a ottobre la campagna abbonamenti (700 posti) è andata tutta esaurita in tre giorni.
"Anche per questo non ci fermeremo. Siamo già partiti bene con la produzione di "Scene da un matrimonio", con Daniele Pecci e Federica Di Martino per la regia di Alessandro D'Alatri, che sta girando l'Italia con grande successo: al Piccolo di Milano in sei giorni ha registrato l'80% di presenze continuative con il 95% di giudizio positivo sulle schede compilate dal pubblico".

Quali sono i prossimi passi?
"Io mi insedierò ufficialmente solo ad aprile, ma, grazie soprattutto ai miei soci Tommaso Mattei e Aldo Allegrini, abbiamo già avviato due progetti: con Luca De Fusco per il Festival di Napoli c’è la messa in scena di "Igiene dell’assassino", novità assoluta dal romanzo di Amelie Nothomb, diretta da Alessandro Maggi e con Federica Di Martino; e poi con la Scuola Civica di Milano stiamo pensando a laboratorio di scrittura, arti e mestieri. Ma c’è tanto da fare. Lo Stabile d’Abruzzo non è una città, ma una regione e si possono riunire in un grande teatro tanti piccoli centri come Chieti, Pescara, Teramo. Per l’Aquila sto pensando anche a un festival estivo".

Di cosa si tratta?
"Vorrei partire a fine giugno e, magari, andare avanti tutta l’estate. L’Aquila ha bisogno di rivivere la fase diurna. L’idea è di creare degli spettacoli al tramonto, alle 5 del pomeriggio, con performance musicali o di poesia, collaborazioni, incontri con grandi registi e autori, da Ozpeteck a Faenza. Dobbiamo assicurarci dei posti agibili, chiedere grandi sponsorizzazioni private ed europee e poi partire".

Da produttore e ora da direttore crede nella collaborazione tra pubblico e privato?
"Io ho sempre investito nei miei spettacoli. Da direttore sono pronto ad accettare qualunque tipo di collaborazione, che mi auguro avvenga anche in maniera interdisciplinare, da Bellocchio a Bollani a Stefano Di Battista. L'Aquila, luogo che riparte da zero, è un'occasione per poter costruire".

La prossima stagione come si ripartirà?
"Non aspetteremo l'inaugurazione del teatro per inaugurare un cartellone. L'idea è di produrre drammaturgie anche contemporanee, avvalendosi delle collaborazioni con i teatri stabili più solidi, come quello del Friuli diretto da Antonio Calenda, per spettacoli che - è fondamentale - piacciano al pubblico. Mi piacerebbe che L'Aquila avesse una circuitazione degna della capitale, che facessero tappa qui tutti, grandi spettacoli e concerti. Vorrei rompere certi criteri che reggono la distribuzione accettando anche compagnie private, cominciando a favorire anche un altro tipo di realtà. Sogno poi una o più produzioni che sotto il marchio dello Stabile coinvolgano i tanti talentuosi attori cinematografici che stanno facendo teatro, da Filippo Timi a Riccardo Scamarcio, Elio Germano. E uno che farebbe faville Pierfrancesco Favino. Per me, anche come produttore, penso al "Flauto magico". Rendere la lirica accessibile anche ai giovani è uno dei miei sogni, magari con una messa in scena che riesca a essere ospitata anche in teatri lirici importanti".

Ma secondo lei, direttore, com'è la situazione del teatro italiano oggi?
"Splendida. Le platee sono piene, bisogna dirlo, Ghini-Bocci, Scamarcio, Timi, Leo Gullotta che riempiono i teatri, grandi e piccole produzioni come quelle di Marcello Cotugno al Belli di Roma e poi i grandi classici resi moderni, registi come Binasco, il teatro si è ripreso forse anche con più qualità del cinema e la gente per uno spettacolo 30 euro li spende.
Tutto sta a non tradire le aspettative
".




Giornale dello Spettacolo - n. 2 del 17 febbraio 2012 - pagina 22





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 11:52    Oggetto: 1/3/2012 - CORRIERE DELLA SERA intervista Direttore art. TSA Rispondi citando



ha scritto:

    L'appello --- L'attore dirige lo Stabile d'Abruzzo:
Comunale in rovina, spettacoli al Ridotto e all'aperto




«L'Aquila deve rinascere anche con un nuovo teatro»

    Preziosi: fondi bloccati, intervengano gli sponsor


ROMA --- Alla fine dell'estate scorsa, quando ha iniziato a progettare il suo «Cyrano de Bergerac», l'idea era quella di ambientarlo in un teatro distrutto dalla guerra. Dopo un paio di mesi, Alessandro Preziosi è stato chiamato a dirigere lo Stabile d'Abruzzo all'Aquila, un teatro distrutto dal terremoto. «Strano, no? Un presentimento», commenta l'attore che sarà al Nuovo di Milano dal 6 marzo, all'Aquila il 26 aprile.
«Non nella sede principale dello Stabile, il Teatro Comunale attualmente in rovina - spiega -, ma al Ridotto, che per fortuna è sopravvissuto al sisma».

La prima volta che Preziosi ha toccato con mano quella rovina risale all'ottobre scorso: «Macerie ovunque che impolverano le poltrone rosse, gli affreschi crepati, i candelabri del foyer crollati e poi il silenzio assordante in un luogo che, un tempo, era pieno di vita. Una sensazione terrificante di morte: il segno tangibile di come una realtà così schiacciante, la devastazione compiuta dalla natura, possa trascendere la finzione in uno spazio dove la finzione veniva celebrata. Ma la mia prima reazione non è stata "oddio, adesso da dove cominciamo?". Ho avuto l'impulso di rendere vivo quel palcoscenico, per restituirlo alla città, per ridare fiducia alla cittadinanza, pur non trattandosi di un luogo fondamentale... Perché parliamoci chiaro: la gente ha bisogno di case, non di teatri. Però, riconsegnando agli aquilani un luogo di aggregazione sociale, ci sarà una spinta forte verso la ricostruzione di tutto il centro storico, verso il futuro».

I tempi non sono brevissimi: «I cantieri aperti hanno difficoltà a sbloccare i fondi stanziati e bloccati dalla burocrazia. Anche per lo Stabile sono stati stanziati dei soldi, ma non ancora messi a disposizione degli enti locali. Mi hanno assicurato che entro 2, 3 anni, il Comunale tornerà come prima». Non sono pochi: «È vero, ma non sono mai stato sfiorato da ripensamenti del tipo "chi me l'ha fatto fare di accettare questo incarico": quando riparti da zero, non puoi fare che bene». E Preziosi lo sa bene: da bambino ha vissuto il terremoto in Irpinia. «Avevo 7 anni e vivevo con la mia famiglia ad Avellino, dove mio padre era sindaco. All'inizio, scambiai gli scossoni del letto a castello, dove mi trovavo, per un gioco. Tremava tutto e io saltavo sul letto divertito. Poi, sentii la gente urlare per strada: urli terribili che non ho più sentito in vita mia e la paura fu tanta».

Nominato a novembre, la Direzione Artistica di Preziosi sarà operativa da aprile e i programmi già si affastellano: «Nella prossima estate, vitalizzo il centro storico intorno al Teatro con un festival: concerti, letture, teatro di strada... voglio ridare ai cittadini il piacere di ritrovarsi nel cuore antico dell'Aquila. Poi un cartellone di drammaturgia contemporanea, coinvolgendo scrittori di successo. Per metterli in scena, chiamerò attori e registi anche di cinema. Ma non basta - è entusiasta - voglio creare un centro di formazione per tutti i mestieri della scena. Una rivitalizzazione che faccia ritornare all'Aquila i giovani... Bisogna rimettere in piedi un teatro, ma non bisogna contare solo sul denaro pubblico. Faccio un appello ai privati: venite a investire da noi!».

Emilia Costantini



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CORRIERE DELLA SERA - Spettacoli - Pagina 54 - 1° marzo 2012






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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 11:54    Oggetto: 29/2/2012 IL TEMPO - TSA, TEATRO STABILE D'ABRUZZO a Milano Rispondi citando



ha scritto:


Cultura. Oltre al «Cyrano» con Alessandro Preziosi arriva al Teatro della Luna il musical «Nunsense». Un trampolino per giovani attori abruzzesi.



Il Teatro Stabile alla conquista dei palcoscenici di Milano



È l’anno del rilancio del Teatro Stabile, che dopo l’avvento di Alessandro Preziosi ha conquistato palcoscenici importanti. Dopo il successo di «Scene da un matrimonio», arriva a Milano, dal 6 al 18 marzo al Teatro Nuovo, la nuova produzione «Cyrano de Bergerac». Ma non sarà solo lo spettacolo di punta del Tsa a calcare i palchi meneghini. Dal 9 all’11 marzo, al Teatro della luna in scena «Nunsense... le amiche di Maria», un musicale delle suore di Dan Goggin per la regia di Fabrizio Angelini e la direzione musicale di Gabriele De Guglielmo con l’Accademia dello spettacolo di Ortona. Si tratta di un classico che grazie alle musiche coinvolgenti, alla comicità delle situazioni e all’originalità del soggetto sta riscuotendo successo dappertutto. È stato presentato dall’Assessore Regionale alla Cultura e Presidente del Tsa, Luigi De Fanis. «Questa brillante commedia musicale - ha detto De Fanis - avrà il grande onore di approdare in una realtà prestigiosa come di Milano. Oltre a rappresentare già un vanto per l’intero Abruzzo, rappresenterà un ulteriore trampolino di lancio per questi giovani e bravi attori».

F.Cap.




IL TEMPO - Ediz. ABRUZZO E MOLISE - Omnibus - 29-02-2012






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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:10    Oggetto: 4/3/12 LA REPUBBLICA intervista PREZIOSI, direttore art. TSA Rispondi citando



ha scritto:


Prima pagina MILANO: IL TEATRO

Preziosi è Cyrano " Rinuncio al nasone e sfido il pubblico "



Simona Spaventa

[...] L'hanno appena nominato Direttore Artistico del Teatro Stabile d'Abruzzo. Com'è la situazione all'Aquila?
«Instabile. Il teatro è appaltato per la ricostruzione, il centro è ancora quasi tutto zona rossa. C'è bisogno dell'attenzione delle istituzioni per ridare vitalità alla città. Lavorerò per riportare i giovani in centro con un festival, "I cantieri dell'immagine". Partiremo quest'estate, fondi permettendo...».

Lei è napoletano, ma ha studiato all'Accademia dei Filodrammatici.
«Milano era il posto più lontano da casa... A parte gli scherzi, ci voleva una città che mi mettesse alla prova e mi mostrasse se ero in grado di fare questo mestiere. Milano mi ha insegnato a essere all´altezza, a fare meglio e non meno degli altri».




LA REPUBBLICA - Ediz. MILANO - Giorno & Notte - Pag. XVI|XVII





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:27    Oggetto: PREZIOSI intervistato da FAMIGLIA CRISTIANA n. 13/marzo 2012 Rispondi citando



ha scritto:


Bisogna superare le intermittenze spirituali del nostro tempo”. dice Alessandro Preziosi, nuovo Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo.

Di Giulia Cerqueti



            Costruiamo nuove certezze


Far rinascere la cultura a L’Aquila, ricostruire il territorio, martoriato dal terremoto del 2009, non solo dal punto di vista edilizio, ma anche da quello artistico.
E’ l’impegno che si propone di portare avanti Alessandro Preziosi, 38enne attore napoletano, volto celebre di numerosi film e serie tv, nominato di recente Direttore Artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo. “L’idea di riportare una vitalità culturale a L’Aquila nasce dalla difficile condizione della città ma, più in generale, anche dell’arte e del teatro in Italia”, spiega Preziosi. “Sto cercando di capire quale tipo di intrattenimento portare, anche creando nuove produzioni con attori di cinema che affascinano in modo trasversale il pubblico e che possono essere visti in teatro, come Pierfrancesco Favino e Filippo Timi. Il primo passo è un festival interdisciplinare, che andrà avanti per tutta l’estate. Il lavoro è lungo, ma è una straordinaria occasione per dimostrare concretamente quanto si ama la cultura”. [...]




    FAMIGLIA CRISTIANA n. 13 / marzo 2012 – Pagina 64 e 65





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:32    Oggetto: PREZIOSI|TSA intervista di DONNA MODERNA n.14 /marzo 2012 |1 Rispondi citando



ha scritto:







    DONNA MODERNA – n. 14 – Aprile 2012 – Pagine 126|7|8




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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:33    Oggetto: PREZIOSI|TSA intervista di DONNA MODERNA n.14 /marzo 2012 |2 Rispondi citando



ha scritto:



ATTUALITA’ / visto da vicino



        Sarà il teatro a far rivivere L’Aquila


Dalla fiction al palcoscenico. Alessandro Preziosi è diventato direttore dello Stabile d’Abruzzo per dare una nuova chance alla città distrutta dal terremoto di tre anni fa. E intanto organizza un festival ed è in tour nei panni di Cyrano. Senza il nasone però!




L’Aquila chiama e lui corre. Il più bel Cyrano che abbia mai calcato le scene intreccia il suo destino con la sfida della ricostruzione, a tre anni dal catastrofico terremoto. Complice, guarda caso, proprio il capolavoro di Edmond Rostand. I fatti: mesi fa, Alessandro Preziosi si mette alla ricerca di partner per coprodurre il Cyrano de Bergerac, che segna il suo debutto alla regia. Sta girando da Milano a L’Aquila in tournée e si imbatte nel Teatro Stabile d’Abruzzo, che continua stoicamente la sua attività malgrado l’edificio aquilano sia ridotto a un guscio vuoto, un paravento di macerie. Galeotto si rivela l’incontro: una folgorazione per i consiglieri dello Stabile d’Abruzzo e i vertici della Regione. “A loro ho parlato onestamente” racconta l’attore sorseggiando un tè in camerino poco prima di andare in scena. “Ho detto: “Aiutando me e la mia produzione, favorite il lavoro dei giovani”. Evidentemente li ho convinti di poter rappresentare una ripartenza. E poi io amo le sfide e mi interessa portare la gente a teatro”.

A giorni si insedia come direttore dello Stabile d’Abruzzo. Cos’ha in mente di fare?
Il mio compito è preparare un cartellone e, una volta che la sala sarà ricostruita, organizzare la ripresa di tutte le attività. In mancanza di un palcoscenico (gli spettacoli si tengono per ora nel Ridotto, un edificio da 200 posti, o all’Auditorium della Guardia di Finanza, ndr), l’idea è quella di mettere a disposizione della città una serie di eventi. Un festival estivo intitolato “I cantieri dell’immaginario”. Vorrei rivitalizzare L’Aquila e il suo centro storico con il teatro di strada, con spettacoli dal vivo e incontri con personalità della cultura, attori, registi, scrittori affermati. Penso a nomi come Ammaniti, Veronesi, De Luca. Voglio allestire un programma che attragga i giovani. Bisogna agire in fretta per non fare morire la città”.

Che situazione ha trovato a L’Aquila?
Il teatro, con le sue macerie, mi ha toccato più artisticamente che umanamente; mi è sembrato irreale che un luogo dove si rappresenta la finzione sia così schiacciato dalla realtà. Quanto ai fondi per la ricostruzione, da poco sono stati sbloccati e il lavoro è stato appaltato a una società che mi è parsa seria. Ci vorranno tre anni. Ma, ripeto, il nostro punto di partenza non è l’edificio: ci interessa ricevere sovvenzioni, anche minime, che consentano alla città di avere la sensazione di rinascere culturalmente”.

Che taglio pensa di dare alla sua gestione?
Vorrei collaborare con altre realtà teatrali, come il laboratorio Civitas di Milano. Sto anche organizzando un centro di formazione giornalistica dove insegnino grandi firme di quotidiani. Voglio che L’Aquila diventi un posto dove ci si ferma a parlare di cultura e a fare spettacolo”.

Che linea drammaturgica proporrà?
Ho sempre fatto i classici, da Eschilo a Shakespeare, a quest’ultimo Rostand …”.
Ma l’esordio da regista con Cyrano non è stata una scelta un po’ troppo conservatrice e facile?
Fare i classici per me vuole dire, da una parte, approfondire valori poco praticati nella nostra società, oppure sbandierati in maniera puramente retorica; e, dall’altra, dato che non ho ancora la forza di comunicare testi contemporanei, avere un paracadute”.

In che senso non ne ha ancora la forza?
Mi riferisco a una forza condivisa con il pubblico: ho bisogno di essere educato a testi più moderni. Quella de L’Aquila è forse l’occasione per inaugurare una stagione di autori contemporanei, magari italiani”.

Studia da regista o Cyrano è solo uno sfizio che s’è voluto togliere?
E’ stata una scelta ponderata. In 11 anni come attore non mi sono fermato un attimo. Ho un rapporto di amore-odio con il mio mestiere. Fare il regista significa approfondire aspetti che altrimenti passerei in rassegna in maniera velleitaria. Per Cyrano, per esempio, ho studiato molto il costume tra il 1600 e il 1800”.

E sul palco si presenta senza nasone. Non è una contraddizione?
Ho voluto spingere lo spettatore a guardare oltre il naso. Voglio raccontare quelle inadeguatezze, quel disagio che non hanno nulla a che vedere con l’aspetto fisico. Che possono passare anche attraverso l’arroganza, la provocazione, la furberia”.

Tanti attori sentono oggi il bisogno di alternare il palco al cinema e alle fiction. Quasi a riscattarsi. Per lei è così?
Il teatro è per l’attore quel che la sala operatoria è per il chirurgo: la dimensione ideale. Prenda la mia interpretazione in Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, un personaggio che fa coming out. Con quell’abbrivio, quel modo di nascondere un segreto… E’, sì, frutto di una straordinaria regia, ma anche dal fatto che venivo dall’Amleto. Il teatro permette di entrare nelle cose con una notevole sicurezza”.

DARIO BIAGI, giornalista e scrittore;
il suo ultimo libro è Il Dio di Carta, Vita di Erich Linder (Avagliano).




    DONNA MODERNA – n. 14 – Aprile 2012 – Pagine 126|7|8




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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:47    Oggetto: 30/03/2012 - IL GAZZETTINO - ed. Treviso - PREZIOSI dir. TSA Rispondi citando



ha scritto:



      Le note nel cassetto del Cyrano bello


Alessandro Preziosi stasera al Comunale con il testo di Rostand
Niente nasone per l’attore che svela un suo sogno: "La musica"



Alessandro Preziosi ama le sfide. Soprattutto a teatro. E "Cyrano", cui l’attore dà vita da stasera a domenica al Comunale di Treviso, ne racchiude moltissime: dopo tutto, si tratta del suo debutto alla regia in un’opera di cui è anche protagonista, «il che è molto impegnativo e faticoso, anche se elettrizzante».
In secondo luogo perché il temerario e poetico guascone ideato da Edmond Rostand racchiude davvero l’essenza del teatro. «È un burattinaio che si manovra gli altri, un po’ come fa il regista - spiega l’ex conte Ristori dell’ "Elisa di Rivombrosa" tv - Cyrano intima a Cristiano di mettersi sotto il balcone di Rossana, "ti farò da suggeritore", dice, e questo "inteatrarsi" mi attirava moltissimo».

Ma è vero che fa sparire anche il nasone di Cyrano?
«Certo, il naso, come il teschio di Amleto, sta bene in un museo. A me interessava altro».

Ossia?
«Ossia raccontare il senso di profonda inadeguatezza del poeta per la vita, il che che lo porta ad esprimersi attraverso la maschera. Un travestimento che gli serve per dichiarare il suo amore ad una donna. Cyrano lo sento molto mio, mi rappresenta per i toni: romantici ma da commedia, drammatici ma anche eroici».

Un bello che interpreta un brutto: anche questo l’attirava?
«Sì, moltissimo. Cyrano dice che il bello sta nella natura, negli odori, nei paesaggi. Non nelle persone».

La sua fortuna nasce in tv. Ma ora sembra preferivi il teatro.
«Non faccio lo schizzinoso con la tv, sia chiaro. Mi ha dato moltissimo. Ma il teatro rappresenta lo sbocco privilegiato per il mestiere dell’attore. La tv, e in particolare le fiction a più puntate, sono molto impegnative e quindi scelgo in base al progetto. Diciamo che la tv resta un pezzo degli scacchi, mentre il teatro mi permette di esprimermi a tutto tondo. Regia, adattamento, messa in scena, coproduzione, interpretazione».

Ora è anche Direttore dello Stabile d’Abruzzo.
«Anche questo rientra nelle tante possibilità d’espressione offerte dal teatro. E mi piace poterlo esplorare».

E il cinema?
«Sto aspettando l’uscita in sala del film di Pappi Corsicato, "Il volto di un’altra" accanto a Laura Chiatti, ma i progetti non mancano».

Nessun rimpianto finora? Qualche pentimento?
«No, nessuno, casomai ho ancora tanti sogni nel cassetto. A partire proprio dalla musica, che sarà la protagonista dei miei prossimi progetti... (risata) Ma non svelo di più».

Chiara Pavan
Venerdì 30 Marzo 2012




IL GAZZETTINO - Edizione TREVISO - Spettacoli - XXXVII





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:49    Oggetto: L'AQUILA IL ruolo chiave di giovani e artisti, CORRIERE SERA Rispondi citando



ha scritto:



Una città, un Paese - di Aldo Cazzullo - L'AQUILA -



La città e il sisma
Alle 3 e 32 del 6 aprile 2009 l’Aquila è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6.3, le vittime sono state 309. Prima della tragedia, il Capoluogo abruzzese aveva oltre 70 mila abitanti. Oggi in 19 mila vivono nelle new-town, 314 in hotel, e c’è chi non è mai tornato in città.
Il nome
Da principio chiamata Aquila, nel 1863 fu chiamata Aquila degli Abruzzi e poi, nel 1939, ha assunto il nome attuale, che richiama il grande rapace e fa riferimento alla posizione, sopraelevata su un colle, dell’insediamento originario.




Una città sospesa tra dramma e speranza
Il ruolo (chiave) di giovani e artisti



[...]Fuori dal teatro comunale la locandina annuncia ancora lo spettacolo di domenica 5 aprile 2009: «Le invisibili» con Maddalena Crippa, storia di donne pachistane sfigurate con l’acido ma che nonostante tutto riprendono a vivere. Tre giorni dopo sarebbe dovuto arrivare Toni Servillo con «La villeggiatura» di Goldoni. Arrivò davvero, recitò nell’auditorium della Guardia di finanza. Il Teatro Comunale è lesionato, la volta del foyer è a pezzi,ma qui gli attori non si sono mai fermati. [...] Per l’anniversario del terremoto, che quest’anno coincide con il venerdì santo, ci saranno la processione del Cristo morto e una fiaccolata: i nomi delle vittime saranno letti uno a uno. Quest’estate lo Stabile — diretto da Alessandro Preziosi, l’attore, e animato da Giorgio Iraggi — organizzerà spettacoli sulle piazze di fronte ai teatri distrutti o inagibili, Sant’Agostino e San Filippo. Mentre al Comunale i lavori sono partiti, e dovrebbero finire tra due anni. [...]

Lunedì 2 Aprile 2012


© RIPRODUZIONE RISERVATA



http://video.corriere.it/tempo-sospeso-aquila/394cbeba-7c33-11e1-95a2-17cafbbd8350
l'interno del Teatro Comunale di L'Aquila gravemente lesionati dal sisma: minuto -09.20




CORRIERE DELLA SERA - Edizione Nazionale - Approfondimenti -





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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:53    Oggetto: L'AQUILA candidata 2019 - Capitale della Cultura UE - 5/4/12 Rispondi citando



ha scritto:



        L'Aquila, la sfida della Cultura

    La città candidata al titolo di Capitale Ue


C'è anche l’Aquila nella rosa delle candidate al titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2019, quando la Ue dovrà scegliere una città italiana. Alla vincitrice un premio di 1,5 milioni di euro, un’ampia visibilità internazionale e l’opportunità di promuovere il proprio patrimonio culturale. In cambio di un programma che «valorizzi la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture europee».
Ci si chiede come la città possa affrontare questa sfida, a tre anni dal sisma che l'ha devastata, il 6 aprile 2009, provocando 309 morti e 2 mila feriti. Il centro storico, infatti, è ancora da ricostruire e l’intero territorio è costellato da cantieri aperti.
Dei 1.842 beni artistici rilevati - 1.053 chiese, 730 palazzi e oltre 60 beni di altra tipologia (mura, porte, fontane) - soltanto il 27% è agibile. In particolare, circa il 36% delle chiese non è stato ancora messo in sicurezza.

Nel caso dei palazzi, il cui campione comprende prevalentemente i fabbricati del centro storico aquilano, la percentuale di quelli inagibili risulta significativamente pù elevata (circa il 73%).
È stato ritenuto prioritario l'intervento sul Palazzo del governo, un edificio storico parte del convento agostiniano della città, per un importo pari a 47 milioni di euro e quello per il recupero della chiesa di Santa Maria del Suffragio, parzialmente riaperta nel 2010, di cui la metà del finanziamento (3,2 milioni) è a carico del governo francese secondo un accordo del 2010.
«Candidare L’Aquila significa ricostruirla», ha spiegato Vladimiro Placidi, assessore comunale alla Ricostruzione dei beni storici, artistici e monumentali, «è una scommessa in cui tutti dobbiamo credere perché la ripresa non deve essere solo fisica ma anche culturale».
Eppure, la città sembra ferma. «Finora siamo andati avanti con le donazioni, atti di generosità da parte di Paesi stranieri o qualche ente, grazie all’intercessione del vice commissario dei Beni culturali delegato, Luciano Marchetti, che però con l’ordinanza 4013 ha perso le sue competenze».

In particolare, aggiunge Placidi, «dei 50 milioni di euro destinati dal Gioco del lotto ai Beni Culturali Italiani, alla Regione Abruzzo ne sono arrivati solo 207 mila, i fondi straordinari per il restauro dei beni culturali derivati dall’8 per mille sono stati tagliati e sono scomparsi anche i fondi Arcus, la Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo facente capo al Ministero dell’Economia».
Adesso che la Direzione Regionale dei Beni Culturali riassorbe in sé tutte le funzioni, continua Placidi, «speriamo in un piano di ricostruzione e in una collaborazione con la Regione che finora è mancata. Perché da soli non possiamo vincere la scommessa».

«L’idea della candidatura de L’Aquila a Capitale Europea della Cultura», racconta l’Assessore Regionale alla Cultura e Presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo, Luigi De Fanis, «nacque a ridosso della tragedia che l’ha colpita tre anni fa. È un’occasione di rilancio: la ricostruzione deve procedere, e non parlo solo di quella urbana ma anche di quella morale e finanziaria».

Secondo Alessandro Preziosi, attore napoletano diviso tra cinema, teatro e televisione, da poco nominato Direttore Artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo, «la candidatura è un esempio di civiltà, uno stimolo che può coinvolgere soprattutto i giovani». Per l'artista, che debutterà a L’Aquila il 26 aprile con lo spettacolo Cyrano di Bergerac, «è stato coraggioso candidarla ancora prima di averla ricostruita ma sognare non costa nulla».

Silvia Moretti

Giovedì, 05 Aprile 2012






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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 12:59    Oggetto: RADIO1 Rai 7/4/12 Il trucco e l'anima - L'AQUILA 3 anni dopo Rispondi citando






    RADIO UNO RAI Il Trucco e l'Anima .sabato 7 aprile 2012

    cronache di cultura e spettacolo .conduce Carlotta Tedeschi

    12.30-13.00 • L'Aquila 3 anni dopo .con Alessandro Preziosi

La puntata odierna è interamente dedicata a L'Aquila, a 3 anni dal terremoto e il reportage firmato da Valeria Volatile ci porta nei luoghi culturali della città; sarà ospite in diretta della trasmissione l'artista, direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo Alessandro Preziosi.

La puntata sarà riascoltabile e scaricabile (podcast - formato .mp3) dalla pagina web
Exclamation www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5393528e-8152-4e1d-b680-d32127f6d325-radio1.html


Il programma "Il trucco e l'anima" è a cura della Redazione Cultura e Spettacoli di Radio Uno Rai: organizzazione di Gianna Clemente, regia di Ombretta Conti.

Il Trucco (la maschera, la metafora) che rivela l'Anima (il senso, l'ispirazione). Come in un domino, un percorso di parole e suoni semplice ma imprevedibile, per raccontare da un evento all'altro arte, cinema, teatro, musica, libri...


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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2012 13:23    Oggetto: 24/04/12 intervista Radio UNI-SA 'La schiena nuda del tempo' Rispondi citando






    Università degli Studi di Salerno intervista PREZIOSI

    24/4/12 La nuda schiena del Tempo Radio Unis@und

Idea http://iunisa.unisa.it/podcast-16-0-6.html?act=filter&find=alessandro+preziosi
per riascoltare (dal minuto 38 circa) e scaricare in formato .mp3 [freccina arancio]


    Ospite della puntata Alessandro Preziosi, che ci ha parlato della sua vita
    di attore e del suo impegno come direttore artistico al teatro de L'Aquila

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