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"IL GIUDICE"- Gli Anni Spezzati e un abbraccio
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 09:54    Oggetto: RAI1 miniserie IL GIUDICE 1^ puntata 13/1/2014 Porta a Porta Rispondi citando




/ Per Anna Maria Costanzo, nota a tutti come Grazia Sossi, gli anni di piombo erano durati secoli e finiti in un secondo. Un’eternità per ognuno dei trentacinque giorni in cui suo marito, il giudice Mario Sossi, era rimasto prigioniero delle Brigate Rosse. Sino a quella sera del 24 maggio de ’74. Quando andò ad aprire la porta di casa a uno sconosciuto. Che era lui. "Mario era lì, sorridente, magrissimo – scrisse nel suo diario – mi tendeva le braccia, immobile, del tutto incapace di proferire parola. Gli ho afferrato le mani e l’ho stretto a me, accarezzandogli a lungo i capelli. Quello che ho provato per lui, in quell’attimo, è stato soprattutto un sentimento materno. Mi è sembrato un ragazzo spaurito, con gli occhi grandi, quasi spiritati: un ragazzo che chiedesse soprattutto di essere protetto". [...] Per tutta la durata del sequestro Grazia Sossi fu attivissima nel chiedere la liberazione del marito e nello spezzare il muro di intransigenza delle istituzioni che non volevano la trattativa con i terroristi. Tutto per quel secondo. Per quella porta aperta. E non era una fiction./

(estratto dall'articolo di Emanuele Rossi per Il Secolo XIX - 11 gennaio 2014)



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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 10:39    Oggetto: RAI UNO Domenica In - PREZIOSI presenta 'IL GIUDICE' fiction Rispondi citando



in prima serata! ALESSANDRO PREZIOSI : ore 21.10

lun. 13 + mart. 14 gennaio 2014 film tv 'IL GIUDICE'






'Gli Anni Spezzati' serie Rai Uno regia Graziano Diana

1ª puntata: 4.123.000 spettatori e share del 14.66%






      . 12 gennaio 2014, 15 minuti: M. Venier e

      . Alessandro PREZIOSI Domenica In RAI 1

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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 13:07    Oggetto: Rispondi citando


Grazie preziosa Giuly di postarci i video di raireplay
perchè il film l'ho visto (forse ho perso la fine della puntata di ieri ma ora rimedierò rivedendola) ma porta a porta no
non ho proprio retto (a Morfeo) Shocked Sad
mio marito mi ha preso in giro stamattina perchè ho allertato tutti da giorni
per vedere questo bellissimo lavoro e poi... zzzzzz.....

a parte questa parentesi comica, volevo dirti Ale che hai reso benissimo il personaggio la sua mitezza e dignità, la professionalità nel suo lavoro, le sue paure che però non
lo hanno mai fermato... questo fa grandi questi uomini che ben si rendevano conto del pericolo che correvano, ma nonostante questo non si arrendevano. Fa effetto pensare che io e te Ale avavamo solo 1-2 anni (io 2) io dal mio piccolo ho cercato di spiegare anche a mio figlio
che, anche se piccolo, mi faceva domande preso dalla storia.
Poi mi ha chiesto di te, Wink gli ho anche detto che tu sei avvocato e attore Wink anzi quando gli ho detto che anche suo padre è avvocato (ma non esercita) lui mi ha chiesto "e papà è anche attore?" Laughing

bacioni!!! Claudia

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Con tutto l'oro del mondo non si può comprare il battito del cuore, nè un lampo di tenerezza-de Lamartine
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 13:51    Oggetto: CORRIERE MERCANTILE:GAZZETTA lunedì:dedicato a Grazia Sossi Rispondi citando




ha scritto:



RaiUno -  La moglie del giudice è morta giovedì scorso. Stasera la fiction


        Grazia Sossi, la forza di una donna
        in lotta per salvare il marito dalle Br


La Rai stasera manda in onda la seconda tranche della fiction “Gli anni spezzati”, dedicata questa volta al giudice Mario Sossi, rapito dalle Brigate Rosse il 18 aprile 1974. Le puntate sono state basate sul libro “Nella prigione delle Brigate Rosse”, scritto a quattro mani da Sossi e da Luciano Garibaldi, che in quegli anni era un cronista del “Corriere Mercantile”. Proprio oggi pubblichiamo il brano del libro che ricostruisce l’episodio centrale della vicenda, in cui fu protagonista anche la moglie del magistrato, Grazia, scomparsa giovedì scorso. ALLE PAGINE 12 E 13


Il “Corriere Mercantile” pubblica in esclusiva, per gentile concessione dell’editore, il coinvolgente racconto della battaglia intrapresa e vinta, quarant’anni or sono, per ottenere la salvezza del marito, dalla signora Grazia Sossi, deceduta a Genova per malattia giovedì scorso. Sullo schermo nella fiction “Gli anni spezzati - IL GIUDICE”, Grazia è interpretata dall’attrice Stefania Rocca.


DI LUCIANO GARIBALDI

Un destino crudele ha impedito a Grazia Sossi, moglie del giudice che fu rapito 40 anni fa dalle Brigate Rosse, di vedere la fiction che la Rai dedica, da stasera (ore 21,10 sul primo canale), alla drammatica vicenda di cui ella fu protagonista e vittima al tempo stesso. Una malattia spietata l’ha portata via giovedì scorso, proprio alla vigilia della tanto attesa trasmissione televisiva, per la realizzazione delle quale aveva collaborato con grande disponibilità, mettendo a disposizione del regista Graziano Diana e degli sceneggiatori i suoi ricordi e la sua testimonianza. Grazia Sossi mantenne, durante i 34 giorni del sequestro di suo marito, un comportamento esemplare, battendosi strenuamente per la salvezza del marito e padre delle loro due bambine Gabriella e Fiorella, che ora, sia pure affrante per la perdita della mamma, sostengono con amore e fermezza il loro papà, aiutandolo ad affrontare il momento più duro e difficile della sua vita. Il “Corriere Mercantile”, unendosi al cordoglio per la scomparsa di Grazia Sossi, propone ai suoi lettori un brano del libro “Nella prigione delle Brigate Rosse” (scritto a quattro mani da Mario Sossi e da Luciano Garibaldi), dal quale è tratta la fiction televisiva in due puntate che inizia stasera alle 21,10 su Rai Uno. Il brano consiste nella ricostruzione dell’episodio centrale della vicenda Sossi, ricostruzione fatta dando la parola alla stessa Grazia: ovvero come si giunse a realizzare la celebre intervista da lei sollecitata e concessa alla tv svizzera all’indomani dell’ultimatum delle Brigate Rosse («O liberate i nostri compagni o uccidiamo Sossi»), dopo che il governo italiano aveva di fatto messo il bavaglio alla nostra tv, impedendole di continuare a parlare del giudice rapito. Quella mossa fu determinante per far cambiare rotta alle istituzioni che in un primo momento avevano deciso di abbandonare il magistrato alla sua sorte.




DI GRAZIA SOSSI

Genova, lunedì 6 maggio 1974. È incominciato il giorno più lungo della mia interminabile attesa. A sera, il telegiornale ha liquidato la gravissima notizia della richiesta di scambio in poche parole, lette in fretta dalla speaker, tra una notizia di politica internazionale e una di sport. È arrivato un nuovo comunicato delle BR - ha detto il telegiornale - che «ribadisce i concetti precedentemente espressi con qualche riferimento alla “22 Ottobre”». Sono rimasta sbalordita. Come si poteva dare a quel modo una notizia di tale gravità? L’ultimatum delle BR è chiarissimo: scarcerate i detenuti della 22 Ottobre, o uccidiamo Sossi. Poco dopo, una dichiarazione del Ministro degli Interni Taviani: «È assurda ogni ipotesi di patteggiamento con i criminali». E una del segretario della Dc Fanfani della quale non ho afferrato il significato: «Di fronte a questa ennesima e più grave provocazione delle BR allo Stato repubblicano, è dovere delle forze democratiche dare chiara prova della loro capacità di difendere strenuamente quell’ordine democratico che hanno contribuito in anni difficili a costruire. Ogni esitazione gioverebbe soltanto alle forze eversive di ogni parte e di qualsiasi ispirazione ».
Che cosa avrà voluto dire? È favorevole o contrario ad una trattativa?
Per tutta la serata si sono susseguite telefonate di giornalisti. Volevano una mia dichiarazione. Ho fatto rispondere a tutti che avrei parlato oggi. Mi necessitava tempo per riflettere, per vedere se, da qualche parte, nel compatto schieramento che si andava formando, contrario alla trattativa e quindi indifferente alla sorte di Mario, si aprisse qualche spiraglio. Stamattina, di buon’ora, mi hanno recapitato a casa una lettera di Taviani. Era per spiegarmi le ragioni che lo avevano spinto ad assumere l’atteggiamento rigido. «Nella mia qualità di Ministro dell’Interno », c’era scritto, «non potevo assumere atteggiamento diverso quand’anche, al posto di suo marito, ci fosse mio figlio. Sono convinto che se il valoroso marito potesse esprimersi liberamente, ragionerebbe nello stesso modo in cui ragiono io». La lettera mi è giunta mentre stavo redigendo il testo di due telegrammi: al Papa e al Presidente della Repubblica. Con me c’era l’avvocato Marcellini. La decisione di inviare i due telegrammi l’avevamo presa già ieri sera. A Paolo VI ho scritto: «Imploro alto intervento Santità Vostra per vita mio marito. Stop. Confido Vostra illuminata parola possa salvare un innocente. Stop. In preghiera assieme a mie bambine attendiamo con fede».
Al presidente Leone ho invece telegrafato nella sua duplice veste di capo dello Stato e di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura: «Invoco urgente et immediato intervento Vostra massima autorità a favore di mio marito in gravissimo pericolo soltanto per avere compiuto scrupolosamente proprio dovere di magistrato della Repubblica. Stop. Mie figlie supplicano et confidano Vostra sensibilità padre, uomo et magistrato affinché loro papà possa tornare a casa».
La risposta di Leone non si è fatta attendere. L’ho ricevuta, indirettamente, da due canali: dall’avvocato
Pagano, in movimento da ieri sera, e dal Prefetto di Genova dottor Veglia. Pagano è venuto per riferirmi che ha parlato personalmente al telefono con Leone: niente da fare su tutta la linea. Non solo il Presidente non interverrà in alcun modo, ma le parole di Taviani devono intendersi come la risposta definitiva del governo: nessuna trattativa. E non mi concederà alcuna udienza.
Il dottor Veglia è venuto verso le cinque del pomeriggio. Mi ha detto che «il Presidente non può intervenire». «Guardi che le BR bluffano», ha aggiunto di suo il prefetto: «suo marito non lo ammazzeranno mai».
Ho capito benissimo di essere stata abbandonata da tutti e che, da quel momento in avanti, l’unica mia ancora di salvezza sarebbe stata la stampa. Mi sono subito messa al lavoro con l’avvocato Marcellini per preparare il testo di un’intervista da consegnare all’Ansa, perché l’avessero tutti i giornali: la prima di una serie che proseguirà nei prossimi giorni. «Ritengo mio marito», dico nell’intervista, «creditore nei confronti dello Stato di una tutela che è sempre mancata in precedenza. Per avere fatto scrupolosamente il suo dovere, è stato minacciato, vilipeso, e, alla fine, addirittura rapito, senza che gli sia mai stata fornita alcuna reale protezione o sostegno. Oso sperare che, almeno adesso, si ponga rimedio, facendo tutto il possibile per lui, alle precedenti omissioni».
Poco dopo è andato a vuoto un tentativo di far venire una troupe televisiva per raccogliere un mio appello da lanciare al telegiornale. Da corso Europa hanno risposto, desolati, di non poter aderire alla mia richiesta. Facendo capire che gli ordini «venivano dall’alto».
Appena, in casa, si è saputo che la televisione italiana aveva deciso il black-out su Mario, gli animi si sono rapidamente scaldati. Una mia carissima amica ha avanzato una proposta: visto che la televisione italiana tace, io potrei lanciare un appello attraverso la televisione svizzera. L’idea ha preso subito corpo. Il referendum abrogativo del divorzio è alle porte: domenica prossima gli italiani saranno chiamati alle urne, e non è un segreto per nessuno che la DC ha impegnato tutte le proprie forze perché i “sì” (cioè i voti di coloro che vogliono che il divorzio sia abrogato) abbiano il sopravvento. «In questo momento di campagna elettorale tesa allo spasimo», mi ha suggerito la mia cara amica Ida, «un tuo appello alle mamme e alle mogli italiane avrebbe un effetto dirompente». In sostanza, mi veniva proposto di dire alle donne italiane: «Vi dicono che vogliono difendere la famiglia, ma stanno distruggendo la mia. Madri e mogli! Boicottate il referendum! Votate scheda bianca!».
È vero. L’effetto sarebbe dirompente. Ho riflettuto a lungo sulla proposta, poi ho deciso di accettarla soltanto a metà: parlare, cioè, alla TV svizzera, ma non lanciare, per il momento, nessun appello a boicottare il referendum.
Luciano Garibaldi si è preso l’incarico di contattare la TV svizzera. Ha telefonato a Enzo Tortora, anche lui vecchio amico di Mario, e collaboratore degli studi televisivi di Lugano. Tortora si è messo subito in movimento. Ha fatto un paio di telefonate a Zurigo e a Lugano. Poi, la conferma: domani mattina, alle nove, una troupe della TV svizzera, guidata dal giornalista Osvaldo Benzi, sarà a casa mia. Mi sono chiusa nello studio di Mario con l’avvocato Marcellini e ho preparato l’intervista.
È quasi l’una e sto per andare a letto dopo aver messo a dormire le bambine. Ho pregato a lungo. Ho fatto un voto alla Madonna: se Mario si salverà, salirò a piedi alla Guardia. Non è gran cosa, lo so, ma è il voto più antico e più bello della nostra gente. La Madonna mi aiuterà. La mamma, che è devota del Sacro Cuore, mi ha detto di aver fatto anche lei un voto. Ma non ha voluto dirmi quale.

Genova, martedì 7 maggio 1974. Stamattina alle nove, puntualissima, è arrivata la troupe di Lugano. Sotto le luci accecanti delle lampade, ben attenta a non farmi tradire dall’emozione, ho detto di avere «la netta e tragica sensazione di essere stata abbandonata da tutte le autorità». Ho espresso la speranza che il Ministro degli Interni, nel respingere ogni ipotesi di trattativa, «abbia parlato solo a titolo personale e non abbia espresso la volontà politica del governo». Ho chiesto che il governo si pronunci al suo massimo livello, perché «la risposta di un solo ministro», ho spiegato, «potrebbe consentire domani delle comode smentite, magari quando fosse troppo tardi».
L’intervista era terminata da poche ore, quando sono uscite le prime edizioni dei giornali della sera annunciandola in prima pagina, a caratteri cubitali. «Drammatico appello di Grazia Sossi alla tv svizzera», è il titolo di “Stampa Sera” su 9 colonne. Analoghi i titoli de “La Notte” e del “Corriere d’Informazione”. Ignoro quelli dei quotidiani di Roma, ma suppongo che l’impatto sia stato notevole anche nella Capitale.
Sul “Mercantile” Garibaldi ha scritto: «Grazia Sossi lancerà un appello attraverso il telegiornale svizzero
questa sera alle 20,45. Sarà l’unica occasione, per i telespettatori italiani, di assistere ad un drammatico servizio televisivo, e di vedere con i propri occhi le condizioni e lo stato d’animo di una donna che è oggi nel cuore di tutta la gente, la gente umile, la gente della strada».
L’eccezionale eco del mio appello alla tv svizzera mi ha fatto capire che sono sulla strada giusta. Devo lottare contro il rischio che, sulla disperata condizione di mio marito, sul “caso Sossi”, cadano l’indifferenza e l’oblio, come vorrebbe il governo. E lotta sarà. Da questo momento, la “gestione” della mia tragedia si farà più serrata. Ogni giorno studieremo qualcosa di nuovo perché l’interesse della stampa non si affievolisca.
Alle sei e un quarto hanno telefonato dal “Mercantile”. Hanno detto che sono arrivati due nuovi messaggi di Mario: uno per me e uno per la stampa. Le BR li hanno lasciati, pochi minuti prima delle 18, in una cassetta delle lettere di un inquilino di via Galata 26, a pochissima distanza dal giornale, come l’altra volta. Me li hanno letti al telefono. Più tardi è venuto Garibaldi con le fotocopie.
L’avvocato Marcellini era già qui. Ci siamo messi subito al lavoro. Bisognava rispondere al nuovo appello di Mario. Abbiamo messo, come al solito, per iscritto, domande e risposte:
- «Signora, che cosa pensa del messaggio di suo marito?»
- «Penso che il suo scritto sia più esauriente delle altre volte. Direi persino che abbia avuto un po’ più libertà nello scrivere. Continuando così, riuscirò sempre più a capire qual è il vero pensiero di mio marito e ad attenermi, come è giusto e come voglio, alla sua volontà».
- «Se lei potesse rispondere a suo marito con una lettera cosa gli scriverebbe?».
- «Gli scriverei pressappoco così: Caro Mario, cercherò di fare quanto tu mi dici. Penso che sia effettivamente la cosa migliore, nel tuo interesse e in quello della nostra famiglia. Pertanto, continuerò a tenere i contatti con la stampa e a fare quanto in mio potere perché a te e ai tuoi rapitori possa in qualche modo giungere la mia voce e la voce di quanti ti vogliono bene».
Domani tutte queste dichiarazioni, assieme a ciò che ho detto alla televisione svizzera, saranno sulle prime pagine di tutti i giornali. Tutto il Paese conoscerà il punto di vista mio, e non quello dello Stato, che sembra
non averne.
Prima che la giornata finisse, con l’avvocato Marcellini abbiamo preso un’altra iniziativa. Abbiamo mandato un telegramma al segretario della DC on. Fanfani. «Apprendo», ho scritto nel telegramma, «comunicato Ministro Taviani che precipitosamente definisce assurdo ogni tentativo di salvare vita mio marito prigioniero Brigate Rosse. Stop. Nel momento in cui vostra eccellenza est massimamente impegnata in battaglia per salvare unità famiglia italiana, pregola caldamente intervenire per compiere ogni tentativo affinché la mia famiglia non venga distrutta».




La mossa di Grazia Sossi fu la premessa alla sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello avrebbe concesso la libertà provvisoria agli ergastolani della 22 Ottobre in cambio “dell’incolumità del dottor Sossi”. Il quale, appena liberato, corse al San Martino onde fare accertare che non era affatto “incolume” in quanto aveva due costole fratturate. Il che consentì al procuratore generale Francesco Coco di bloccare la scarcerazione dei terroristi. Coco pagherà la sua coraggiosa decisione due anni dopo, venendo assassinato dalle BR con i due agenti di scorta, Antioco Deiana e Giuseppe Saponara.



Gazzetta del Lunedì CORRIERE MERCANTILE - lun. 13/1/2014






ricordando Anna Maria Costanzo (Grazia) Sossi, scomparsa il 9 scorso, dal Forum di Alessandro sentite condoglianze alla famiglia


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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 13:56    Oggetto: CORRIERE MERCANTILE|GAZZETTA del Lunedì - 1824-2014|190 anni Rispondi citando




ha scritto:



Realtà e finzione. L’attore interpreta il giudice nella fiction oggi e domani su Raiuno


      Preziosi "Questi uomini da non dimenticare"


«Raccontare un passato che la maggior parte dei nostri ragazzi non conosce, non ha studiato a scuola, è sempre un dovere. Non dimenticare questi uomini che con il loro operato hanno sacrificato la loro libertà e la loro stessa vita, se questo non è compito del servizio pubblico di chi deve essere? Poi le critiche sono sacrosante, ci mancherebbe». Alessandro Preziosi risponde così alla vigilia della messa in onda della miniserie “IL GIUDICE in cui presta volto e sguardo al magistrato Mario Sossi, il sostituto procuratore rapito a Genova il 18 aprile 1974 dalla neonate Brigate Rosse e rimasto nelle mani dei sequestratori per 35 giorni. La fiction andrà in onda oggi e domani su Rai1 in prima serata nell’ambito dell’antologia televisiva sugli anni ’70 diretta da Graziano Diana, prodotta dalla Albatross di Alessandro Jacchia e Maurizio Momi e Rai Fiction.

Per un caso del destino la moglie del giudice Grazia Sossi (interpretata nella miniserie da Stefania Rocca) è morta giovedì scorso. Ennio Fantastichini è Francesco Coco, il Procuratore generale di Genova assassinato nel 1976 per non aver dato seguito al ricatto dei brigatisti durante il sequestro. Alessio Vassallo è Roberto Nigro, giovane magistrato collaboratore di Sossi che con Claudia Maestrali (Anna Safroncik), si occupò del sequestro. «Girare questa serie mi ha molto emozionato – prosegue Preziosi - mi ha fatto sentire al centro di qualcosa di importante, mio padre è un avvocato di Napoli ed è stato collega di Sossi in Cassazione ed anch’io sono laureato in giurisprudenza. Confesso che mi sono ritrovato a domandarmi se avessi proseguito con la carriera forense, chissà...». Nostalgie a parte il rapimento Sossi, spiega l’attore, «ha un potenziale drammatico enorme. Con esso le Brigate Rosse dichiararono guerra allo Stato italiano, che però non se ne
accorse. E così la Procura di Genova e Sossi si ritrovarono ad affrontare, da soli, disagi prima e poi minacce che forse le istituzioni sottovalutarono. Ma soprattutto si trattò del primo caso di patteggiamento tra un tribunale e i terroristi. Si scatena così il dilemma tipico di queste situazioni: preoccuparsi solo di salvare una vita umana o rifiutarsi comunque di trattare per non legittimare i sequestratori? Una domanda angosciosa che dai palazzi del potere rimbalza e si diffonde, sconvolgendo anche la vita delle persone comuni. Il costo di una scelta senza scampo. Quella più difficile, quella che non potrà non avere conseguenze
».

Mario Sossi al momento del suo rapimento era uno dei Procuratori più competenti e brillanti del Tribunale di Genova. In quel momento conduceva le indagini sostenendo la pubblica accusa nel processo alla Brigata XXII Ottobre, una formazione dell’ultrasinistra genovese autrice di un barbaro delitto, ottenendo il massimo della pena per gli imputati. Da quel momento si scatena contro di lui una violenta campagna d’odio fatta di
slogan urlati e scritti sui muri, in cui il giudice viene minacciato di morte. Il grado di allerta preoccupa i suoi più stretti collaboratori: il Procuratore Generale e fedele amico, Francesco Coco (Fantastichini); il giovane allievo, Roberto Nigro (Vassallo) e naturalmente la moglie Grazia (Rocca). Sossi però continua per la sua strada e decide di non modificare le proprie abitudini. Non sa che Franceschini, Curcio e la Cagol, i tre fondatori del nuovo gruppo terroristico Brigate Rosse, stanno organizzando il suo sequestro. È la sera del 18 aprile 1974 quando Sossi viene rapito e rinchiuso in una villetta-carcere a Tortona. Partono le indagini, rivolte verso i gruppi sovversivi di sinistra che operano in Liguria, senza approdare a nulla di concreto.
Mentre Sossi durante la prigionia subisce un processo sommario per la presunta persecuzione della classe operaia che gli viene imputata dai brigatisti. In Procura Roberto Nigro e Claudia Maestrali lavorano per trovare i responsabili del sequestro. Con un ultimo comunicato, i brigatisti pongono come condizione per il rilascio dell’ostaggio la scarcerazione degli otto condannati della brigata XXII Ottobre. Il governo respinge quella richiesta.




Gazzetta del Lunedì CORRIERE MERCANTILE - lun. 13/1/2014





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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 13:57    Oggetto: CORRIERE MERCANTILE 14/1/14 Massimo figlio di Francesco COCO Rispondi citando



ha scritto:


Riflessione:
Massimo Coco «Il ricordo di papà
le Br, la solitudine, il diritto al rancore»



Stasera va in onda su Rai Uno la seconda puntata della fiction diretta dal regista Graziano Diana e dedicata agli “anni spezzati”, ovvero al fenomeno del terrorismo che sconvolse l’Italia negli Anni Settanta del secolo scorso. Le due puntate s’intitolano “Gli anni spezzati. IL GIUDICE”, sono interpretate da Alessandro Preziosi e Stefania Rocca e sono tratte dal libro di Mario Sossi e Luciano Garibaldi “Nella prigione delle Brigate Rosse”, editato per l’occasione dalla Ares e dalla Albatross. Vi si narra la drammatica vicenda del rapimento del giudice Mario Sossi, attuato a Genova dalle BR nell’aprile 1974, e della richiesta di risparmiare la sua vita in cambio della liberazione dei criminali della banda “22 Ottobre” responsabile di aver assassinato il fattorino Alessandro Floris durante una rapina all’Istituto Case Popolari di Genova. Il ricatto non andò in porto per la ferma e coraggiosa decisione del Procuratore generale Francesco Coco di opporsi alla scarcerazione dei brigatisti. L’avere difeso il prestigio dello Stato con coraggio e determinazione, costò la vita a lui e ai due agenti della sua scorta, Giovanni Saponara e Antioco Deiana, assassinati due anni dopo in salita Santa Brigida: prime vittime, sia della magistratura sia delle Forze dell’Ordine, di una catena di crimini che continuerà fino ai primi Anni Ottanta. Sulla tragedia della sua famiglia, il figlio di Coco, Massimo, oggi apprezzato violinista e docente di musica, ha scritto il libro “Ricordare stanca”. Ne parla in questo articolo Luciano Garibaldi.


Con il titolo “Ricordare stanca”, Massimo Coco ha scritto un libro dedicato alla tragedia che ha colpito la sua famiglia con l’assassinio, il 9 maggio 1976, di suo padre Francesco, Procuratore generale di Genova, primo di dieci magistrati caduti negli Anni di Piombo. Assieme a Francesco Coco furono uccisi i suoi due agenti di scorta, il Brigadiere di PS Giovanni Saponara e il Carabiniere Antioco Deiana. Quando le Brigate Rosse assassinarono suo padre e la scorta, sotto la sua abitazione, Massimo aveva 15 anni. Oggi è un apprezzato violinista, noto sul piano internazionale, e insegnante al Conservatorio “Nicolò Paganini” di Genova. Il suo libro, brillante, documentato, appassionante, è stato pubblicato nel 2012 dalla Sperling &Kupfer, non certo l’ultima delle case editrici italiane. Eppure, quasi nessuno ne ha parlato. Perché mai? Forse basta leggere alcuni brani di questo coraggioso libro che ha come sottotitolo “L’assassinio di mio padre e le altre ferite mai chiuse” per rendersene conto. […]



CORRIERE MERCANTILE - ed. nazionale (1824-2014=190 anni)
- CULTURA &spettacoli - pagina15 - martedì 14 gennaio 2014 -









      Massimo Coco, decenne, con il padre Francesco, grazie e un caro saluto dal Forum di Alessandro| Preziosi

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marystone



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 19:39    Oggetto: Rispondi citando


Grazie grande Giuly per tutta la meticolosa rassegna stampa che ho letto con grande interesse!!

Ho visto la prima puntata ieri sera e mi è piaciuta molto. Una storia raccontata bene e gli attori sono tutti bravi.
Molto bravo il mio concittadino Alessio Vassallo/Nigro che ho apprezzato tanto in ...Edda Ciano e dimostra sempre di più di essere un bravo attore.
E' molto brava Stefania Rocca.....compenetrata perfettamente nel suo personaggio. Anche Fantastichini è bravissimo...ma non c'erano dubbi!!

Che dire di Alessandro? Recitazione sempre molto intensa e profonda. Tutto studiato nei minimi particolari e lui è un grande!!!!!
....che strano sentirgli l'accento genovese.....e anche quì è bravissimo!!!!


......posso dire una cosa? mi dispiace che alcune persone....forse donne o ragazzine.....al posto di conoscere o di rivedere un periodo di storia drammatica del nostro Paese....preferiscano vedere.....un'altra fiction di pessima qualità...dove c'è solo violenza e pessima recitazione da parte degli attori protagonisti...(ho visto qualche scena anni fa per curiosità.....)...ma si sa che la qualità non sempre viene apprezzata e la storia non interessa a tanti.....e stasera si replica....e spero tanto che la critica oltre che il pubblico diano ragione ad Alessandro....che sempre di più dimostra di volere la qualità nel lavoro...anche se con qualche spettatrice (sic!) ...di meno!!!

Vai Ale......siamo tutti con te!!!!!!!!!!!


A domani per i commenti finali.





PS: mi dispiace tanto che la sig.ra Sossi non abbia potuto vedere questa fiction alla quale ha collaborato. E' stata una grande moglie!!!
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franca garaffa



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 20:46    Oggetto: Rispondi citando


CHE DIRE.....INTERPRETAZIONE FANTASTICA,MA DI QUESTO NON AVEVAMO DUBBI......SEI UN GRANDE ALE Wink Wink
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Franca
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marystone



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 23:35    Oggetto: Rispondi citando


....è finita da poco e già mi dispiace! Il tempo è volato in fretta e la fine ha lasciato un grande amaro in bocca.....con la consapevolezza...purtroppo...che non si trattava di finzione ma di storia vera di appena 40 anni fa!!!

E' stato triste rivivere quel periodo durato più di dieci anni ed è giusto non dimenticare......non bisogna dimenticare tutti quegli uomini e donne morti per compiere il proprio dovere....e quasi mi sembra impossibile che sia passato tutto questo tempo da allora.

Questo pezzo di storia è stato ben raccontato....a mio modesto parere...e tutti sono stati molto bravi...ciascuno nel proprio ruolo.

La Rocca mi è piaciuta tantissimo. Molto commovente..combattiva..determinata e innamorata del marito.


Alessandro...grazie.....come sempre...sei stato superlativo! Regali tanta emozione con le tue interpretazioni!!!
Dai il meglio di te....sempre diverso in ogni ruolo...pure con l'accento dialettale diverso!! Una interpretazione molto intensa...profonda....commovente...che è riuscita a dare l'idea di un uomo tutto d'un pezzo...ligio al proprio dovere....che amava molto la sua famiglia e voleva bene a Coco. E questa....sembra...essere stata la realtà e tu l'hai resa perfettamente!!

Complimenti carissimo Ale...un altro successo per te strameritato!!! Smile Smile

Adesso aspettiamo il 19 marzo per un altro grande personaggio!!

Un carissimo e forte abbraccio Laughing Laughing
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Daniela_G



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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 23:39    Oggetto: Rispondi citando


Caro Ale, non ho parole per complimentarmi con te abbastanza per questo ruolo ... uno mix stupendo di forza e fragilità umana che mi ha colpito fino al fondo di cuore.
Hai dimostrato una volta in piu che sei un grande Attore. Complimeti!
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mila



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MessaggioInviato: Mer Gen 15, 2014 07:29    Oggetto: Rispondi citando


Ottima fiction- Ottimo cast-Coinvolgente, emozionante.
Alessandro come sempre sai emozionare-e non è da tutti- sei stato superlativo, camaleontico, per la professionalita' con cui hai cercato di rendere l'atteggiamento,lo stato d'animo
la fragilita' ma anche la fermezza di questo servitore dello stato nei vari passaggi, dalla scelta dell'accento genovese, le spalle curve,il sorriso dolce
ma quasi rassegnato,il pianto in cella ma anche quello liberatorio ,la determinazione nel ribadire il rispetto del proprio ruolo anche in carcere,
l'amicizia mantenuta anche con chi per il ruolo rivestito ti aveva condannato e la consapevolezza che stavano iniziando tempi nuovi,duri,di piombo.

Anni vicini ma x molti lontani ,dimenticati.E non è giusto.
Perciò grazie alla RAI che in questo modo fa "servizio pubblico" e permette
a chi allora non c'era di sapere e forse vorra' poi approfondire la storia recente
dell'Italia.
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Marilina



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MessaggioInviato: Mer Gen 15, 2014 08:58    Oggetto: Rispondi citando


sono rimasta molto colpita da questa interpretazione e leggo con piacere che non sono la sola Very Happy
Una valanga di emozioni: primo fra tutti l'accento e come, diceva mila, quel passo lento e la schiena curva... lo smarrimento e la sofferenza di essere considerato un bersaglio solo per aver svolto un lavoro assegnatogli, la paura al momento del rapimento e il disagio e la "follìa" della claustrofobia, la fierezza dell "io non mi inginocchio lo stesso" , la dolcezza dello sguardo nel pensiero della famiglia, le lacrime nella stanza da solo alla liberazione, lo sguardo incredulo quando i giornalisti fanno domande sulla presunta collaborazione con le Br, il rispetto e la comprensione per il ruolo di chi non poteva non prendere determinate decisioni...
sei riuscito a trasmettere tutto!!
Veramente complimenti!!

Complimenti al regista Diana: era difficile raccontare la storia restando "al di fuori" senza pendere da una parte o dall'altra!! E' riuscito a rendere le cose così come sono accadute.
Complimenti a Stefania Rocca, grande interprete di una donna forte, determinata e innamorata... e Fantastichini, grande come sempre.. Vassallo, una bella promessa... insomma: dal primo all'ultimo BRAVI!!!

vedro' con piacere le prossime due puntate de "Gli anni spezzati" ma ora attendo con curiosità la fiction su Don Peppe Diana, sicura che riuscirai a sorprendermi ancora!!

Un abbraccio e continua così che vai alla grande!!
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margherita79



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MessaggioInviato: Mer Gen 15, 2014 09:46    Oggetto: Rispondi citando


Bellissima anche la seconda parte del film....
Le vicende sono state raccontate molto bene e nei minimi particolari.....
Sono stati tanti i momenti toccanti,dal vedere Sossi,un uomo tutto d'un pezzo,piangere ma con dignita',alle ultimi immagini che ritraevano la morte del suo collaboratore.......
Mi unisco al ricordo della signora Sossi,una donna che,se pur presa dalla disperazione,ha saputo affrontare una situazione difficile,non facendo mancare affetto e sostegno ai suoi figli...
Complimenti a tutto il cast e al nostro Ale che ha saputo,con grande umanità ,interpretare un uomo di stato così dignitoso e con un credo forte verso la giustizia......
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margherita79
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genziana



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MessaggioInviato: Mer Gen 15, 2014 11:25    Oggetto: RAI UNO 'IL GIUDICE, Gli Anni Spezzati' regia Graziano Diana Rispondi citando



in prima serata! ALESSANDRO PREZIOSI |Mario Sossi

13-14/1/2014, protagonista miniserie tv 'IL GIUDICE'






'Gli Anni Spezzati' serie Rai Uno regia Graziano Diana

2ª puntata: 4.329.000 spettatori e share del 15,40%






/ Per Anna Maria Costanzo, nota a tutti come Grazia Sossi, gli anni di piombo erano durati secoli e finiti in un secondo. Un’eternità per ognuno dei trentacinque giorni in cui suo marito, il giudice Mario Sossi, era rimasto prigioniero delle Brigate Rosse. Sino a quella sera del 24 maggio de ’74. Quando andò ad aprire la porta di casa a uno sconosciuto. Che era lui. "Mario era lì, sorridente, magrissimo – scrisse nel suo diario – mi tendeva le braccia, immobile, del tutto incapace di proferire parola. Gli ho afferrato le mani e l’ho stretto a me, accarezzandogli a lungo i capelli. Quello che ho provato per lui, in quell’attimo, è stato soprattutto un sentimento materno. Mi è sembrato un ragazzo spaurito, con gli occhi grandi, quasi spiritati: un ragazzo che chiedesse soprattutto di essere protetto". [...] Per tutta la durata del sequestro Grazia Sossi fu attivissima nel chiedere la liberazione del marito e nello spezzare il muro di intransigenza delle istituzioni che non volevano la trattativa con i terroristi. Tutto per quel secondo. Per quella porta aperta. E non era una fiction./





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marystone



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MessaggioInviato: Mer Gen 15, 2014 12:02    Oggetto: Rispondi citando


grazie Giuly.........è una bellissima foto di Alessandro!!! Laughing
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