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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 20:45    Oggetto: ADRICESTA con PREZIOSI per VAN GOGH a ROMA, Brunch Solidale Rispondi citando



con ALESSANDRO PREZIOSI protagonista nella pièce

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

ROMA Brunch di Beneficenza pro ADRICESTA ONLUS









dal 2004! ADRICESTA ONLUS va in aiuto dei Bambini

Ospedalizzati, a livello nazionale, con Progetti Solidali


a sostegno dei Malati, dell'Infanzia e della Famiglia, e

del processo di Umanizzazione dei Reparti di degenza








ADRICESTA (Associazione Donazione Ricerca Italiana

Cellule Staminali Trapianto e Assistenza)
è una Onlus

promotore e Testimonial ufficiale: Alessandro Preziosi




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L'ultima modifica di genziana il Dom Feb 25, 2018 02:58, modificato 1 volta
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 20:46    Oggetto: TOGHE IN PALCOSCENICO per ADRICESTA ONLUS 02/03/2018 Pescara Rispondi citando




Progetto ARREDI reparto PEDIATRIA O.C. PESCARA

Evento di Beneficenza a favore di ADRICESTA Onlus

Serata dedicata alla memoria del piccolo Leonardo ♥





la Compagnia teatrale "TOGHE IN PALCOSCENICO"

in scena "La SENSALE di MATRIMONI (Hello Dolly)"

al Teatro Circus di PESCARA venerdì 2 marzo 2018





contatta ADRICESTA: Associazione Donazione Ricerca

Italiana Cellule Staminali Trapianto Assistenza
ONLUS

085.20.56.770 - info@adricesta.com - 333.116.73.76





ha scritto:


PESCARA,
torna teatro solidale delle TOGHE IN PALCOSCENICO





Pescara. Torna il teatro solidale della Compagnia TOGHE IN PALCOSCENICO, dell'Ordine degli avvocati di Pescara, con lo spettacolo "LA SENSALE DI MATRIMONI" .

Lo spettacolo, una commedia di Thornton Wilder, da cui è stato poi tratto il musical "Hello Dolly", andrà in scena al Teatro Circus di Pescara il prossimo venerdì 2 marzo alle ore 21:00, con la regia di Annamaria Petrei Castelli.

Il ricavato andrà in favore dell'Associazione ADRICESTA ONLUS a sostegno del Progetto "ARREDI IN PEDIATRIA", per l'Ospedale SANTO SPIRITO di PESCARA.

"L'Ordine degli avvocati di Pescara è onorato di condividere con Adricesta, per il quarto anno consecutivo, l'Iniziativa di Solidarietà a favore dell'Ospedale", ha affermato il presidente dell'Ordine, Donato Di Campli. "I magnifici attori della compagnia Toghe in palcoscenico si esibiranno in ricordo del piccolo Leonardo, per l'acquisto di arredi per il Reparto di Pediatria, con la collaborazione del Comando provinciale dei Carabinieri di Pescara”.

La Serata, introdotta dal giornalista Luca Pompei, sarà infatti dedicata a Leonardo, un bimbo tifoso dell'Inter al quale l'ADRICESTA Onlus, in occasione di Babbo Natale Carabiniere in ospedale, ha esaudito il desiderio di ricevere un videomessaggio di Javier Zanetti, capitano storico del Club nerazzurro, che ha anche inviato una maglia autografata al piccolo paziente.



Redazione, 15/02/2018; pubblicato via CityRUMORS.it - Abruzzo - Pescara











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genziana



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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 18:36    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro ELISEO di ROMA - 13/02-04/03/2018 Rispondi citando




la rassegna stampa selezionata del Forum ufficiale di


ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

dal 13 febbraio al 4 marzo '18 - ROMA, Teatro Eliseo








    tournée e recensioni; cast e creativi; foto e commenti al LINK




ha scritto:




Alessandro Preziosi in Vincent Van Gogh l’odore

assordante del bianco
scritto da Stefano Massini





La scena si apre su una stanza dalle pareti bianche. Il pavimento è in pendenza. Un uomo vestito di bianco si rotola sul pavimento. A illuminarlo, un fascio di luce bianca.
Siamo all’interno del manicomio di Saint Paul dove Van Gogh fu rinchiuso nel 1889, l’anno prima della sua morte. È il trionfo del nulla, della monotonia. Un posto privo di stimoli, ma soprattutto privo di possibilità di migliorare. Van Gogh è solo. Senza più affetti, senza più i suoi quadri, senza più possibilità di distinguere che cosa è reale e che cosa non lo è. Un uomo che per tutta la vita ha vissuto lasciandosi penetrare dalla natura e dalle persone per fissarle sulla tela. Prigioniero dell’immaginazione, di una realtà vista con gli occhi dell’artista e trasfigurata in linee e colori che, pur allontanandosi dal realismo, ne colgono le sfumature più veritiere. Fondamentale nella vita dell’artista, così come sulla scena è il fratello Theo.
Van Gogh vuole uscire, si aggrappa a Theo il fratello, ma ha tutti contro: il Dottor Vernon-Lazàre e gli infermieri che lo considerano solo pazzo. L’isolamento lo uccide. Il Direttore del manicomio gli dà una speranza, poter dipingere e forse, poter uscire.
L’odore assordante del bianco”. In un’unica frase si fa riferimento a tre sensi diversi: l’olfatto, l’udito e la vista. I sensi sono il nostro punto di contatto con la realtà. Sono ciò che ci permette di conoscerla. Se smettono di essere affidabili, se si confondono tra di loro, non si può essere più certi di nulla. In Van Gogh, che da artista dovrebbe riprodurre il mondo sensoriale solo attraverso l’immagine, i sensi si mescolano. Non c’è più un mondo oggettivo, ma una serie di mondi possibili. E Massini porta lo spettatore dentro questi mondi e Preziosi è veramente bravo nel restituire l’angoscia e l’inquietudine di un uomo che ha “spezzato il filo”, che sa di essere affetto da allucinazioni e che dovrà sempre chiedersi se le cose siano reali.



pubblicato in News BiblioTu Biblioteche di Roma :riduzioni Bibliocard





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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 19:05    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 13/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

recensione, 13 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo




ha scritto:




      la bellezza e la follia dell’arte all’Eliseo



In un luogo dell’assenza – dove predomina un bianco dilaniante per gli occhi, pesante per il respiro e assordante per la mente, dove la campagna senza tempo è percepita e presente nell’assenza e i corvi sono lì – li vediamo e quasi li aspettiamo, ci appaiono senza vederli – Vincent Van Gogh è annichilito in posizione fetale sul pavimento, rotolando su quel confine indefinito tra lucidità e follia, tra il tangibile e l’onirico, nel periodo che precede la sua morte.

Appare Theo, suo fratello – un Massimo Nicolini direttamente uscito dall’autoritratto/ritratto del fratello che Van Gogh realizzò nel 1887. E da qui comincia la performance di Alessandro Preziosi, un atto unico – con la regia di Alessandro Maggi – di un’energia rabbiosa che gli parte dalle ossa di tutto il corpo e che ci trasmette all’istante con gli occhi, con i piedi e con le mani. La rabbia di una prigionia incompresa in un dove opposto al sogno della sua Casa Gialla di Arles, una prigionia inaccessibile, in cui è costretto all’esilio forzato dalle sue tele e dai suoi colori. In un andare, a volte troppo lento, di questo acuto testo di Stefano Massini, Preziosi riesce a incalzare e a scandire il ritmo forzandolo e determinandolo nella fatica di divenire altro da se stesso, un artista. Van Gogh.

Arrivano gli altri personaggi come brusii fastidiosi del mondo esterno ad abbassare il tono, a deteriorare questo candore di follia. Sono gli infermieri del manicomio Saint Paul de Manson in Provenza seguiti dal dott. Peyron – Francesco Biscione – che mitiga per un attimo la follia di questo personaggio socialmente placido. Tre momenti cruciali dai toni differenti per uno spettacolo dall’andamento incostante che ruota intorno a un’allucinazione, sulla scena di Marta Crisolini Malatesta che rimane per tutto il tempo una tela su cui vomitare quei colori che ti entrano dagli occhi in un attraversamento ora di luce ora di parola
Ci vuole del talento, quello vero per stare in scena ininterrottamente per quasi novanta minuti, modulando voce, sentimenti, realtà, follia, pensieri, sogni, ricordi e riversarli sul pubblico sotto forma di colori, dipinti, capolavori. E ci vuole del talento, quello vero, per una così bella scrittura, una così indovinata scenografia che basterebbe da sola a raccontare anche ai profani la genialità dell’artista olandese.




Marianna Zito, 14/02/2018 - pubblicata via ModulazioniTemporali.it




VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCOuna produzione KHORA.teatro in scena al Teatro Eliseo di Roma fino a domenica 4 marzo.








    rassegna stampa selezionata e approfondita sullo spettacolo;

    tournée e recensioni; cast e creativi; foto e commenti al LINK




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genziana



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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 19:33    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 16/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

recensione, 16 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo





ha scritto:




      L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO:

      Vincent VAN GOGH all’Eliseo di Roma



Se un quadro di contadini sa di pancetta, fumo, vapori che si levano dalle patate bollenti - va bene, non, è malsano”.

Recitava così un passo tratto da Lettere a Theo, di Vincent Van Gogh, in cui l’artista disponeva il suo pensiero su come i dipinti dovessero essere pregni di quello stesso sentimento che il soggetto ritratto emanava. La perfezione del quadro sta nel difetto, poiché esso rende vero ciò che si vuole mostrare. E’ solo un frammento del concetto supremo che questo grande uomo ha tramandato nei secoli. Da un paio d’anni ogni forma d’arte sembra essersi stretta a pugno per donare maggior gloria a tutti quei pilastri del passato che con le loro tele sono divenuti gli astri più brillanti nel cielo della pittura. Il cinema documentaristico ha scoperto nuove frontiere grazie alle opere del Caravaggio e di Raffaello; la tecnologia ha plasmato le full immersion nelle creazioni senza tempo di Monet, Klimt e dello stesso Van Gogh.

Con “L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, Stefano Massini ha preceduto questo turbine di rievocazione pittorica e grazie alla sua drammaturgia, nutrita di un’intensa potenza espressiva, si è guadagnato il consenso della critica, trionfando nel 2005 al Premio Tondelli a Riccione Teatro. La KHORA.Teatro, con il TSA Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con Festival dei Due Mondi, colgono l’occasione per trasmutare la parola dalla carta al palcoscenico, dando vita ad un’opera che trova in Alessandro Preziosi il suo più degno portavoce.

1889. Vincent Van Gogh è internato nel manicomio di Saint Paul. Il suo unico desiderio è quello di tornare ad essere libero, lontano dall’oppressione del luogo e da coloro che gestiscono la sua degenza. Il sipario si solleva e lo spettatore subisce da subito un impatto visivo agghiacciante. Tre pareti colossali si ergono intorno al protagonista, disteso su un pavimento rialzato che crea una prospettiva simile a quella di un dipinto. Ogni cosa è bianca. Quello che in altri contesti verrebbe ammirato come uno status idilliaco, quasi paradisiaco, per toccare una dimensione spirituale, per un pittore è peggio dell’Inferno. Van Gogh, che ha proiettato sulla tela i colori della natura, della vita e delle espressioni della mente umana, si trova incastrato in un limbo privo di ogni sfumatura, contrastato da un regolamento che gli nega ogni forma di creatività. Dal fondale emergono ombre neutre e senza volto che si animano non appena entrano in contatto col protagonista. In un primo momento l’artista è etichettato come innocuo, ma le continue angosce della sua mente creano manifestazioni visive che confondono persino la realtà dello spettatore, non facendo altro che deteriorare lo stato del paziente, fino a trasformarlo in un violento. L’unica flebile speranza sembra essere data una piantina: anch’essa candida, dal bocciolo alla radice. Un elemento carico di simbolismo, talmente al di sopra da essere ignorato persino dagli infermieri e dal primario. Sempre in luce, anche quando sul palco cala la penombra, la pianta, simbolo di rinascita e di speranza, sembra anch’essa relegata alla prigionia. La chiave di lettura del testo non va ricercata nelle parole, ma nel contesto stesso. Pare di trovarsi non all’interno di un luogo reale, ma nella mente del pittore, in una dimensione spazio temporale distorta, dove i ricordi e ciò che è stato si fondono col divenire, annullando ogni logica di pensiero e catapultando chi osserva in una metafora surreale.

Il ritmo di cui gode lo spettacolo è paragonabile ad una pira in fiamme: deboli scintille accendono l’erbaccia secca, fino a divampare in un incendio circoscritto ma imponente. Le fiamme danzano, così come gli attori sulla scena, i quali creano partiture di movimento precise e ben lavorate, simili a delle pedine mosse da un’invisibile mano.

Alessandro Preziosi anche questa volta si conferma una macchina da palcoscenico indomabile. L’attore partenopeo suda (letteralmente) sette camicie. La sua prova attoriale non conosce cali, ancorché sia sempre in scena per ben novanta minuti. Divora lo spazio e la parola con padronanza ed energia. Una forza catalizzatrice anche per gli altri interpreti, che di certo non sfigurano in sua presenza. Alessandro Genchi e Vincenzo Zampa danno vita agli infermieri Gustav e Roland. Il loro ritmo, i toni quasi lirici e le tempistiche degli scambi di battute, li trasformano in personaggi surreali, tecnicamente paragonabili a Tweedledum e Tweedledee di Alice in Wonderland, ma cinici e privi di qualsivoglia verve comica. Sulla stessa onda di lirismo va segnalato anche l’ottimo lavoro compiuto da Roberto Manzi, che con Preziosi aveva già recitato nel Don Giovanni di Molière. Il suo personaggio, il Dottor Vernon Lazàre, è prepotente, sommerso in un egocentrismo e un narcisismo patologico, le cui sfumature si incrociano con quelle del protagonista fino a sfociare nella violenza autocelebrativa.

I dialoghi che Van Gogh intrattiene con la proiezione mentale di suo fratello (un bravissimo Massimo Nicolini), vengono soppesati dal giudizio del Dottor Peyron (Francesco Biscione, già Re Claudio nell’Amleto del 2008 diretto da Armando Pugliese); direttore dell’istituto, unica figura realmente interessata al progresso del proprio paziente. Il finale è un costante crescendo di emozioni. Il testo offre inoltre un importante quadro sociale del XIX secolo, in cui le neuroscienze si aprivano al progresso nel campo dell’ipnosi; in particolare con gli esperimenti di James Braid, che introdusse in quei tempi il concetto di monoideismo, qui adoperato proprio nel finale dello spettacolo.

Suggestiva l’idea di ricreare sul fondale un rilievo pallido e monocromatico del capolavoro Campo di grano con volo di corvi dell’artista olandese; un tratto quasi sfuggente, ma che lo spettatore attento coglie e vive con la speranza che alla fine possa animarsi con tutte le sfumature che lo caratterizzano. Ma in questo caso il dipinto rappresenta solo un riflesso su una parete atona e sterile di emozioni.

VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” è un testo colmo di drammaticità emotiva, che mette in discussione i valori dell’uomo, proiettando il protagonista in un vortice di deterioramento mentale progressivo, con un linguaggio riccamente poetico. Preziosi si supera nel obiettivo di trasmettere allo spettatore il momento più cupo dell’esistenza del pittore. Un uomo che la storia ha accuratamente rivalutato, eleggendolo a gigante tra i giganti che hanno rappresentato l’arte e la pittura.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Eliseo di Roma dal 13/2 fino al 4 marzo.




Salvatore Cuomo, 17/02/2018 - pubblicato via .2RIGHE.COM / Teatro








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genziana



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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 19:48    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 17/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

recensione, 17 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo





ha scritto:




      VAN GOGH| L’ODORE ASSORDANTE

      DEL BIANCO
      regia Alessandro Maggi



Salvarsi dal delirio, dalle fantasticherie che la nostra mente scatena allucinandoci. Ma come distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è? Ecco i temi attorno ai quali ruota e cresce lo spettacolo “VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” con un bravissimo Alessandro Preziosi nei panni del protagonista.
Il palco dell'Eliseo è inclinato e cinto da una scena bianca ove è impressa la riproduzione senza colori d'un'opera del grande pittore: Campo di grano con volo di corvi. In una diafana e spoglia cella dell'istituto psichiatrico di Saint Paul, Van Gogh è rinchiuso. Sulla targhetta della sua stanza è scritto: "Soggetto tranquillo, socialmente non pericoloso".
Quale la malattia che lo piaga? Nessuna forse. Si intuisce, man mano che lo spettacolo procede, trattarsi d'un equivoco al quale tutti preferiscono credere: scambiare la forte passionalità espressiva di Van Gogh per pazzia.
Egli è nella cella, vestito d'un anonimo camice bianco, ed inizia a credere che ciò che vede attorno a sé sia tutto falso. Anche il fratello Theo che viene a fargli visita? Gli chiede una prova: "Dimostrami che sei reale, che esisti". Son fasulli anche gli infermieri-carnefici e il sadico dottore di reparto che lo tiene in cura? Probabilmente. E il Direttore dell'istituto – interpretato da un bravissimo Francesco Biscione –, l'unico che non giudica ma vuol curare Van Gogh: anch'egli è frutto d'un'immaginazione? È un nodo che per tutto lo spettacolo s'aggroviglia senza sciogliersi, lasciando il pubblico nel dubbio.
Preziosi ci offre un'interpretazione di Van Gogh molto immedesimata. Egli modula la voce sottolineando i passaggi dalla serenità alla disperazione, fin allo sconforto. A questa varietà vocale, affianca una quiete mimica. Il suo corpo incede affaticato fra le pareti della stanzetta. Par come schiacciato, oppresso, soffocato. Non può esprimere se stesso se non parlando, mostrando furore e indignazione. Tutto è proibito nell'istituto: leggere, disegnare. E scrivere? Solo un foglio ogni tre giorni per inviare lettere a suo fratello.
Cosa desidererebbe l'incompreso Van Gogh? Qualche nota di colore – delle tende variopinte alle finestre –, e una tela con pennelli per dipingere. Tutto quel bianco, anonimo e mortale, lo assedia e uccide lentamente. Questa disperazione del personaggio Preziosi non la dilata. Giunge fino al limite, al punto in cui potrebbe certamente deflagrare. Ma è bravo a tornare sui suoi passi ed a ricomporsi. Perché il teatro è sì espressione, ma sempre con temperato senso della misura.
Questa pièce è anche una metafora del rapporto fra arte e potere. E lo si può intuire dai dialoghi serrati fra il medico di reparto e il pittore, che si contrappongono senza rappacificarsi. Un tentativo di tregua lo si ha quando il direttore dell'istituto vuole sinceramente ascoltare le ragioni di Van Gogh (per aiutarlo, curarlo). Ma quando questa speranza è sul punto di realizzarsi, il sipario si chiude. Forse si è assistito all'ennesima fantasticheria del pittore.



Pierluigi Pietricola, 18/02/2018 - pubblicato via .SIPARIO.IT - PROSA







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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 20:22    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 18/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione, 18 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo





ha scritto:




    A teatro con VAN GOGH - Un viaggio nella

    mente del maestro, dal rapporto con l'arte

    al '' L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO ''






Roma - Non ci sono tele, né pastelli, e nemmeno campi di grano o cieli stellati. Non c’è altro colore se non il bianco a fare da cornice alla pièce che porta sul palcoscenico del Teatro Eliseo un momento particolarmente drammatico e intenso della vita di Vincent Van Gogh.
Bianchi sono i petali che l’artista ha a lungo aspettato, nella speranza di avere almeno una traccia, sebbene l’unica all’interno di una stanza vuota e apparentemente senza vita, di quel colore che alla Maison de Santé di Saint-Paul-de-Mausole - dove le pareti, i vestiti e persino i fiori appaiono bianchi - risuona per tutti come “una bestemmia”. E bianchi sono anche i corvi, in volo sul celebre campo di grano, che sembrano dissolversi su una delle pareti del vecchio convento adibito a ospedale psichiatrico nei pressi di Saint-Rémy-de-Provence, dove Vincent, dopo l’episodio della mutilazione dell’orecchio e dopo l'ennesimo deliquio, nel1889, decise di entrare volontariamente.

In una delle stanze di questa sorta di non luogo, in cui il tempo è senza tempo, in questo “castello imbiancato” fatto di vasche piene d’acqua, pazienti simili a scimmie, aggrappati ai lampadari, registri e deliri, trova spazio anche una riflessione potente sulla condizione dei manicomi nell’Ottocento, ma soprattutto trovano voce i pensieri, apparentemente senza briglie, del maestro che più di ogni altro ha saputo tradurre in colore la sua anima immensa e complessa.
VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco, in scena fino al 4 marzo, è un thriller psicologico che attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo isolamento del maestro nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, nel 1889, in uno degli ultimi periodi della sua vita, cerca di creare un varco nell’anima e nella mente di Vincent. E lo spettatore cerca di farsi largo in questa stretta fessura fatta di intimità e riflessione, aggirandosi, in un continuo gioco di attese, sorprese, tensioni e smentite, e di nuovo attese, tra racconti, deliri, allucinazioni e ricordi d’infanzia del pittore, protagonista di questo universo ovattato, complesso, ora chiarissimo, ora incredibilmente oscuro e inaccessibile.

È il 1889 e l’unico desiderio del pittore, marcato come soggetto “socialmente fragile”, è quello di uscire dall’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove è stato relegato e nella quale non c’è altro colore che il bianco. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e un carretto per arrivare fin lì. Il serrato dialogo tra i due propone un lucido grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, rivelando dettagli poco noti relativi alla vita di Vincent, e soprattutto scandagliando uno stadio sommerso della sua mente.

Vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva” lo spettacolo di Stefano Massini, con la sua drammaturgia asciutta eppur ricca di spunti poetici, offre - non soltanto agli amanti di Van Gogh, ma in generale, a chi ama cavalcare le affascinanti capriole dell’animo umano e della psiche, attratto da una costante tensione narrativa - un’opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e, in generale, sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.

Assoggettato alla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da un supremo Alessandro Preziosi, Van Gogh, che si aggira come in catene nella devastante neutralità di un vuoto, si lascia vivere già presente al suo disturbo. Il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente, si colloca in un contesto in cui lo spettatore, totalmente coinvolto in questa travolgente vicenda umana, osserva in un’atmosfera sospesa tra il senso del reale e il suo esatto opposto, nella quale tutto diventa ora chiaro, ora improvvisamente sfuggente.

Il dottor Peyron, Theo van Gogh, il dottor Vernon-Lazàre e gli infermieri Gustave e Roland, sono i personaggi che assistono e allo stesso tempo compongono la vicenda.

«Lo spettacolo - spiega il regista Alessandro Maggi - è un vero e proprio viaggio nel processo di creazione, da un lato del pittore Vincent Van Gogh, dall’altro dell’artista, in generale. Ogni artista, infatti ha una parte del suo percorso avvolta dal mistero, accessibile soltanto a lui».

In questa immersione sinestetica nell’animo di Vincent non mancano riferimenti al rapporto tra il pittore e l’arte - in particolare a quelle tele che lo stesso definisce “parte di me” - ma anche all’importanza del colore “senza il quale il disegno non vale nulla”, simile ai petali di un fiore e in grado di “entrare dagli occhi per uscire dalla punta del pennello”.

Chi è il pittore? “Il pittore è un imbecille socialmente fragile” e ancora “l’unico in grado di rendere visibile i propri pensieri”. Non mancano le opere, alcune citate nel corso dello spettacolo. La Berceuse, conservata oggi al Museo Kröller-Müller di Otterlo e dipinta da Van Gogh nel 1889, raffigura Augustine Roulin, moglie del postino amico di Vincent, nella cui figura il pittore ha voluto racchiudere il mito femminile della moglie e della madre, capace di consolare e di placare l'animo. Nel volto, nelle mani, nello sguardo di questa donna, il cui quadro doveva costituire il pannello centrale di un trittico da appendere nelle cabine di una nave per ricordare ai marinai la dolcezza di una ninna nanna, c’è la stessa malinconica espressione tipica della madre che ha sacrificato tutto di sé. Il quadro non compare sulla scena, ma viene solo citato tra quelli che Vincent vorrebbe regalare a Gauguin.
«Le opere - spiega Maggi - non vengono esaminate attraverso uno studio analitico, ed è proprio questo a caratterizzare la bellezza del testo di Massini. Anche dal punto di vista della scenografia, non siamo di fronte a uno spettacolo realistico, ma a momenti che si susseguono per astrazione».

Anche la scenografia è interessante: una stanza con due pareti laterali scoscese e una grande parete di fondo, staccate, che trasmettono un senso di oppressione, ma anche di possibile apertura.
«Non c’è un dramma che è solo struggimento, bensì l’azione di un personaggio votato alla ricerca della risoluzione di un problema che sta dentro di lui attraverso l’esplicitazione artistica» dice Maggi. Oltre che attraverso le lettere inviate da Vincent al fratello Theo, il percorso è costruito soprattutto grazie al potenziamento del ricorso alla parola.
«Ogni parola - spiega Maggi - è evocatrice di immagini, intenzione, materia».

In questo continuo avvicendarsi di aspettive e colpi di scena dove il pubblico ha l’impressione che qualcosa di immenso ed inatteso stia per verificarsi, si arriva alla sorpresa finale. Un’immagine che chiude, anche se non definitivamente, il viaggio nella mente di Vincent, una continua ricerca della comprensibilità della sua arte, che non si verificherà mai del tutto pienamente.



di Samantha De Martin, 19/02/2018 - pubblicato via .ARTE.IT - Notizie







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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2018 20:58    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 18/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

recensione, 18 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo




ha scritto:




    Il giallo Van Gogh irradia i campi dell’Eliseo



Van Gogh è internato nel manicomio di Saint Paul de Manson e nella sua stanza riceve suo fratello Theo. Crede. Come crede veramente che quel grano alla finestra chiusa si affacci alla sua fantasia di libertà. Adrenalinica l’interpretazione di Preziosi, bella la sua folle lotta e il suo disperato abbandono a Van Gogh. Nei suoi occhi, la passione, in ogni muscolo, la tensione che lo possiede, nelle parole, tutti i sogni. Un’immedesimazione totale. L’attore qui ha dato grande prova del suo essere artista completo. Nel mondo di questo pericolo pubblico, socialmente placido, solo i quadri hanno voce, non certo le persone. D’altronde, il filo di Vincent si è spezzato, e persino gli occhi non possono più fidarsi degli occhi. E lui lo sa. Quanto amore devastante nel desiderio di una tela. Il tempo poi è senza tempo se non ci sono il magenta e il carminio. E se i colori in manicomio non gli sono concessi, allora non è vita questa, ma una bestemmia. Pazzesca, e credetemi non uso questo termine a caso, l’interpretazione di Francesco Biscione nel ruolo del Dottor Peyron, di Roberto Manzi in quello del Dottor Vernon-Lazàre, di Alessio Genchi in Gustave, infermiere, e quella di Vincenzo Zampa in Roland, infermiere. La tenerezza devastante fraterna è invece evocata e creata da Massimo Nicolini che è Theo Van Gogh. Dicono che esista una sola realtà per tutti e per tutti la stessa. Per tutti, ma non per il pittore. Dunque: «Voglio che qualcuno parli con Vincent senza che Van Gogh ascolti». Le scene e i costumi, al limite della claustrofobia spiazzante di un delirio artistico, sono di Marta Crisolini Malatesta. In ogni dove è percepito in alto rilievo il campo di grano tanto amato dall'artista. E l’amore, mai come in questo caso, appartiene a nessuno. Non può, non deve. È intimo, come intima è la folle creatività, il disegno luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta che con maestria riescono a trovare tra le tenebre di Vincent tutte le ombre, luce compresa. Così come, a narrare uno stato emotivo, sono le musiche di Giacomo Vezzani. La supervisione artistica è di Alessandro Preziosi e la regia, attenta e sempre tirata sul filo della suspense è di Alessandro Maggi. È a lui che dobbiamo la nascita della bellezza di quest’opera. L’arte non è certo un fenomeno da baraccone che ammalia per un facile applauso, no, qui l’interezza smisurata è al limite dei limiti, e funziona perfettamente. Ottimo è il lavoro di tutto questo folle per amore cast.


Veronica Meddi, 19/02/2018 - pubblicato via www.MEDDImagazine.it







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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 17:57    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro ELISEO di ROMA - 13/02-04/03/2018 Rispondi citando








dal 13 febbraio al 4 marzo '18 - ROMA, Teatro Eliseo

ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco




testo vincitore del Premio Tondelli, Riccione Teatro 2005



di STEFANO MASSINI, con regia di Alessandro Maggi







TV2000 nel mattino di "Bel tempo si spera" 22/02/18

Fulvia Strano parla di Vincent Van Gogh: vita e opere

• intervista a Preziosi "L'odore assordante del bianco"



TV2000 https://www.tv2000.it/beltemposispera/video/alessandro-preziosi-a-teatro-in-vincent-van-gogh/alessandro-preziosi-a-teatro-in-vincent-van-gogh-2/



    Fulvia Strano, curatore storico dell'arte - Museo di Roma - è ospite di Lucia Ascione
    Perchè piace tanto Van Gogh? Antonella Ventre, dal Museo Van Gogh di Amsterdam





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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 19:05    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA, 20/02/2018 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

recensione, 20 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo




ha scritto:




    VINCENT van GOGH al Teatro Eliseo, Roma



È a tutti noto il dramma del pittore olandese che iniziò a dipingere fin da bambino e che dovette trascorrere parte della sua vita in un ricovero per malati mentali. La sua nevrastenia: è proprio a causa dei suoi disturbi mentali che la sua vita ebbe un intenso e fecondo periodo di produzione pittorica, la quale ha senz’altro risentito della malattia che tanto ferocemente lo colpì, anche influendo sulla sua arte ricercata e pressoché parallela a quella dei pittori giapponesi, arte tutta incentrata su autoritratti, paesaggi, nature morte, rappresentazioni di campi di grano e di girasoli.

Drammatico è il periodo di ricovero in casa di cura, ospite di una stanza paradossalmente per lui completamente di colore bianco, colore che contrastava con la sua produzione pittorica e di disegni; questo suo psicodramma viene abilmente descritto da uno sfolgorante Alessandro Preziosi che, diretto da Alessandro Maggi, recita fino al prossimo 4 marzo sul palcoscenico del Teatro Eliseo www.teatroeliseo.com un lavoro interessantissimo di Stefano Massini dal titolo “VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”.

Si tratta di una spettacolare descrizione della vita da prigioniero che Vincent Van Gogh conduce all’interno di un limitatissimo spazio a lui riservato all’interno del manicomio francese di Saint Paul, uno spazio in cui l’artista rivive e, purtroppo medita, sul vuoto interiore che lo attanaglia e sul costante desiderio, alimentato dal dubbio di non essere malato, di essere liberato dalla tortura psicologica alla quale è soggetto ogni giorno.

La sua unica speranza è quella che gli si accende quando riceve una imprevista visita da parte del fratello Theo, unica persona alla quale può fare riferimento perché tra i due corre un affetto grandissimo; il limitato contorno di personaggi sulla scena (Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa) potrebbe indurre un non attento spettatore ad una non concreta comprensione di un dramma di tanta ampiezza e profondità, ma in effetti la supervisione artistica alla quale lo stesso Preziosi sottopone ogni istante il lavoro, rende la storia facile da seguire, non priva di una atmosfera di carattere simile ad un giallo, con la giusta descrizione dei personaggi che riescono in tal modo ad esprimersi in maniera conforme e tale da essere visibilmente apprezzata dal pubblico.

Molto ben caratterizzato il rapporto intercorrente tra il personaggio protagonista di questo bel lavoro di Massini e la società contemporanea, rapporto che pone in risalto il non trascurabile ruolo dell’arte e della cultura nella società dei secoli XX e XXI.

Le scene ed i costumi sono opera di una bravissima Marta Crisolini Malatesta, mentre le adatte musiche sono di Giacomo Vezzani.

Spettacolo dal carattere prettamente psicologico e grandemente metaforico il cui testo è evidentemente redatto in forma estremamente poetica e concreta.



testo di Andrea Gentili, 21/02/18 - pubblicato via www.VISUMnews.it







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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 20:07    Oggetto: PREZIOSI|van GOGH intervistato da IL MESSAGGERO - TV Cultura Rispondi citando








dal 13 febbraio al 4 marzo '18 - ROMA, Teatro Eliseo

ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco








Alessandro Preziosi visita Redazione Il MESSAGGERO

intervista IL MESSAGGERO-TV video e foto 23/02/18





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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 20:22    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA, 21/02/2018 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione, 21 febbraio 2018 - ROMA - Teatro Eliseo





ha scritto:




      ROMA: VINCENT Van GOGH L'ODORE

      ASSORDANTE DEL BIANCO
      all’ELISEO



Una scenografia minimale di bianco quasi accecante ed ossessionante accoglie Alessandro Preziosi in un interessante lavoro di Stefano Massini, diretto da Alessandro MaggiL’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, sul periodo di internamento che il grande Vincent Van Gogh ha trascorso, nel 1889, nel convento di Saint Paul, in Provenza, adibito ad ospedale psichiatrico.
In un monologo drammatico e delirante, il maturo Alessandro Preziosi riesce a dare una grande prova ed un’ottima resa del turbamento emotivo e psichico, del dolore che attanaglia l’animo del grande pittore, in un momento della vita in cui sfugge e si frantuma il dialogo tra il “dentro” ed il “fuori”, tra realtà ed immaginazione dove l’unico elemento di riferimento, faticosamente riconosciuto come reale, è il fratello Theo, al quale Vincent si rivolge disperatamente, nella speranza di liberazione. Il pittore ha il solo desiderio di uscire dal manicomio per riappropriarsi dell’energia vitale dei colori, della tela, dei pennelli e ritornare a dipingere, in un luogo prima di tutto mentale, dove non ci sia un unico colore, il bianco assordante dei camici, delle pareti, del letto. Decisivo e pieno di significati sarà l’incontro con il direttore dell’ospedale che deciderà di sottoporlo a metodi di cura più moderni, l’ipnosi e la psicanalisi, sottraendolo alla barbarie di pratiche in uso nei manicomi. La platea rimane attenta e partecipe di un’accurata ed efficace radiografia dell’animo umano e di uno stato mentale altalenante tra allucinazioni, ricordi, dissociazione della coscienza, sogno e dialoghi reali con un mediocre medico, gli infermieri, il direttore e Theo, dove i confini tra immaginario e realtà sono sfumati come i colori sulla tela. Una drammaturgia tesa ed efficace, un cast di impeccabile professionalità ed un Preziosi inaspettatamente bravo, rendono lo spettacolo imperdibile.



testo di Gabriella Montecalvo, 22/02/18 - pubblicato via .RMagazine.it







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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 20:45    Oggetto: CLASSE Z film di Guido Chiesa - 23/02/2018 SKY Cinema Uno HD Rispondi citando




Alessandro PREZIOSI preside / film di Guido CHIESA

"CLASSE Z" in prima visione tv: SKY Cinema Uno HD

produzione Colorado Film; distribuzione Medusa Film










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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2018 20:55    Oggetto: VAN GOGH, Soliti ignoti RAI1 -24/02/18- I MEDICI Rai Premium Rispondi citando




    Alessandro Preziosi gioca ai SOLITI IGNOTI RAI1

    ospite di Amadeus nel preserale sabato 24/02/18

    scherza e promuove il suo "VINCENT VAN GOGH"






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    Alessandro Preziosi interpreta Filippo Brunelleschi

    nella serie TV "I MEDICI - I SIGNORI di FIRENZE"

    STASERA sabato 24 febbraio 21:20 RAI PREMIUM









I MEDICI : LA MERAVIGLIA! è il topic aperto da Alessandro




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MessaggioInviato: Dom Feb 25, 2018 18:10    Oggetto: MATRIX-Prime CANALE 5 - 26/02/18 - PREZIOSI legge Steve Jobs Rispondi citando








    MATRIX Prime 21:10 lunedì 26 febbraio CANALE 5

    il debutto in prima serata con "La sfida dei leader"

    l'approfondimento politico verso le elezioni del 4/3






    lettura teatrale di Alessandro Preziosi "Steve Jobs"

    "Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi,
    continuate a cercare. Non accontentatevi."

    una performance artistica, monologo per una sera








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L'ultima modifica di genziana il Lun Mar 05, 2018 17:39, modificato 1 volta
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