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TOURNE' 2018 - 2019 - 2020 ALE con VAN GOGH
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Mar 25, 2018 20:27    Oggetto: VINCENT VAN GOGH, 27/Sanzio-URBINO 28/3/18 Persiani-RECANATI Rispondi citando




_ KHORA.teatro con TSA - Teatro Stabile d'Abruzzo

presentano



ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi











    27 marzo 2018 - URBINO (PU), Teatro SANZIO

    AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali

    28 marzo - RECANATI (Mc) Teatro G. PERSIANI






ci accoglierà a URBINO - martedì 27 marzo 2018 - nel foyer del TEATRO SANZIO e

a RECANATI (Macerata) presso il TEATRO "GIUSEPPE PERSIANI" - mercoledì 28, il



Desk Benefico dell'Associazione ADRICESTA ONLUS per promuovere e raccogliere

sostegno al fine di realizzare Progetti Nazionali in aiuto dei BAMBINI Ospedalizzati



l'artista Alessandro Preziosi è dal 2004 testimonial ufficiale promotore per ADRICESTA








aggiornamenti, foto, interviste, rassegna stampa selezionata da


Alessandro Preziosi official Forum lieto 2018 con noi!

ADRICESTA Onlus seguirà il Tour con Eventi Benefici




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L'ultima modifica di genziana il Sab Mar 31, 2018 13:27, modificato 1 volta
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 26, 2018 13:33    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro Mercadante di NAPOLI - recension Rispondi citando




VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

_ in collaborazione con il FESTIVAL di SPOLETO 60 _

Prima nazionale 27 giugno '17 Napoli Teatro Festival


recensione 20/03/18 dal Teatro Mercadante, NAPOLI





ha scritto:





Alessandro Preziosi e i colori dell’anima di Van

Gogh: l’attore riporta in scena a Napoli, Teatro

Mercadante quella crudele lotta contro il mondo

e contro se stesso dell’artista Vincent Van Gogh






Napoli - E’ con lo spettacolo “L’odore assordante del bianco”, basato su uno dei primi testi di Stefano Massini e sulla regia di Alessandro Maggi, che l’attore Alessandro Preziosi riporta in scena, stavolta al Teatro Mercadante, quella crudele lotta contro il mondo e contro se stesso dell’artista Vincent Van Gogh. Fu l’8 maggio del 1889 che il famoso pittore olandese chiese di essere ricoverato nel manicomio di Saint Paul de Mausole, in Provenza.

Da poco era stato colpito da una violentissima crisi di follia che lo aveva portato a tagliarsi il lobo dell’orecchio destro e circa un anno e mezzo dopo, sia pure la cosa resterà avvolta dal mistero, si suiciderà sparandosi un colpo di pistola al petto. Ma era veramente pazzo, Van Gogh? Quello che oggi per tutti è il simbolo del genio folle, era davvero preda di una malattia mentale? O era, semplicemente, vittima della sua stessa arte? Ed è proprio su questo interrogativo che il regista Maggi punta per portare in scena, come egli stesso afferma, “il labile confine tra verità e finzione, tra follia e sanità, tra realtà e sogno”.

Impersonato da un Alessandro Preziosi impegnato nell’evocare la frustrazione dell’artista insieme alle sue allucinazioni derivate dai divieti impartiti dai medici, il Van Gogh che si presenta agli occhi degli spettatori è in continua lotta tra la realtà e l’illusione. Immaginando la pazzia dell’artista come un disperato grido di aiuto per non precipitare in quella triste solitudine a tratti tinteggiata dallo stesso “assordante” bianco della casa di cura che lo ospitava, con il lavoro che resterà allo Stabile di Napoli fino a domenica prossima, si può giungere alla analisi delle virtù dell’arte, del senso della vita, dell’esistenza di Dio.

Con Massimo Nicolini nei panni del fratello di Vincent, Theo Van Gogh ed ancora con Francesco Biscione, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa, “L’odore assordante del bianco” in un’ora e mezza di serrati dialoghi, porta alla luce tutta la drammaticità di un uomo vittima designata dei suoi stessi pensieri.

Una drammaticità magnificamente racchiusa nel testo di Massini e che emerge decisa in una rappresentazione capace di porre a confronto le smanie di Van Gogh con l’ottusità di chi cercava maldestramente di aiutarlo privandolo persino dei suoi colori. Grazie alle scene e ai costumi di Marta Crisolini Malatesta e al disegno luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta, la via Crucis del protagonista, ben tratteggiata da un eccellente Preziosi, conquista quasi subito il pubblico che si trova personalmente coinvolto nell’altalena psichica di chi fu malato di mente e grande artista al tempo stesso.

Agendo in quello stesso bianco delle mura della camera d’ospedale che, inteso come totale privazione di colori, esasperò fino alla morte Van Gogh, Preziosi, nei panni dell’artista, consegna alla platea il tormento interiore di chi solo con l’arte era capace di sopravvivere e di chi nelle sue tele, tra sensazioni e percezioni, meglio di tutti, riusciva a racchiudere i colori dell’esistenza umana.



di Giuseppe Giorgio, 25/03/18; pubblicato via 2ANEWS.it news magazine






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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 26, 2018 13:34    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro Mercadante di NAPOLI - recensione Rispondi citando




rassegna stampa selezionata dal Forum ufficiale di


ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco


recensione 25/03/18 dal Teatro Mercadante, NAPOLI





ha scritto:



parliamo di. TEATRO

. Alessandro Preziosi e il carisma maledetto di

. Van Gogh ne "L'odore assordante del bianco"





Napoli - Il bianco come candore, come pudore, come ingenuità, come annullamento totale della personalità. Il bianco che anestetizza ed avvolge in un’atmosfera solo apparentemente “incolore”, ma in realtà profondamente densa di significati. Così Alessandro Preziosi si confronta con il carisma maledetto di Vincent Van Gogh, protagonista dello spettacolo “L'odore assordante del bianco”, scritto da Stefano Massini e diretto da Alessandro Maggi, che al Mercadante incanta gli spettatori e restituisce, in un’ora fitta fitta ed intensa di scambi verbali, il dramma di un artista enigmatico e profondissimo, “perduto” dalla sua stessa genialità, egocentrico e folle, mai ingabbiabile in uno stereotipo che sia uno.

Ci prova Preziosi, forte di uno studio d’attore alla Stanislavkij, che però sa abilmente rielaborare a suo personalissimo modo, a dare al suo personaggio le contorsioni mentali e fisiche di un individuo stravolto da un’infanzia infelice e poi preda delle esperienze più diverse, incapace di uscire dalla prigione in cui egli stesso si rinchiude, per la feroce sensibilità che lo anima e che infine lo annichilisce.

Nella stanza candida dell’ospedale in cui Van Gogh è ricoverato, al Saint-Paul-de-Manson, in Provenza, nel 1889, i fantasmi dell’anima gli compaiono davanti uno via l’altro, in un costante alternarsi fra verità ed illusione, realtà e fantasia, continuamente in sospensione: il fratello Theo ed il rapporto conflittuale con lui, che ne conosce ogni piega dell’animo e ne è parimenti affascinato ed impaurito, il medico sadico che lo umilia, gli infermieri che si vendono per due soldi al miglior offerente, l’illuminato psicologo che, attingendo alle più moderne teorie, tenta di risolvere l’enigma della sofferenza di Vincent, senza l’ausilio di infernali vasche di decompressione o di maledetti elettrochoc.

E allora lui, stranito, consapevole di essere il primo nemico di se stesso, si aggrappa disperatamente alla vita, che gli è negata innanzitutto e volutamente, per ridurlo “alla ragione”, nell’ospedale dei matti, proprio da quella tabula rasa che è il biancore candido delle pareti.

I colori fanno paura a chi ha la “sindrome della corona”, come i medici, che si credono onnipotenti, e allora scelgono il bianco per dominare gli ammalati.

Van Gogh chiede solo, disperatamente, di ritornare alla vita. E chiede, dunque, innanzitutto, quei colori negati, quelle tele che potrebbero restituirgli l’anima, per lasciare su ognuna un pezzetto di sé. Perché chi dipinge “si lascia attraversare dai colori”, per ricostruire la realtà. E perciò c’è da aver paura degli artisti.

Mirabili, infatti, le sue descrizioni di Parigi, fra l’odore di pane e i profumi dei più vari, fra cafè chantant di artisti e donne di malaffare, e poi di Londra, “grigia e plumbea”, e infine di Anversa, che odia .

Su tutto l’ombra della follia che confonde il pubblico attento, in una conclusione per nulla risolutiva, in cui sanità e pazzia si mescolano sapientemente. Ciascuno degli spettatori è costretto, infine, a fare i conti con il proprio “io”, con la propria psicologia, con i propri interrogativi irrisolti, affascinati dalla maestrìa interpretativa di Preziosi, sostenuta da una potente scrittura teatrale che lascia senza fiato.



di Maria Ricca, 25/03/18; via PalcoscenicoCampania.blogspot.it






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MessaggioInviato: Mer Mar 28, 2018 12:54    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro DUSE 09/03/18 BOLOGNA, recensione Rispondi citando




recensione del 9 marzo 2018 / al Duse di BOLOGNA


VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi





ha scritto:




VAN GOGH. l'ODORE ASSORDANTE del BIANCO

La follia di Vincent Van Gogh, secondo MASSINI








Con ”VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco" il drammaturgo e scrittore Stefano Massini – vincitore del Premio Tondelli 2005 – scava con lucidità nei meandri della pazzia per dare voce alla sofferenza e al dramma al tormento di chi è in bilico tra lucidità e follia.
Protagonista dello spettacolo è il noto pittore Vincent Van Gogh – interpretato da Alessandro Preziosi – dichiarato “socialmente placido” e degente presso l’ospedale psichiatrico di Saint-Paul de Manson nel 1889 in seguito all’incidente del taglio dell’orecchio.

Scrittura chiara e incisiva

La scena – curata da Marta Crisolini Malatesta – è ambientata in bunker obliquo di cemento che riflette il bianco assordante e si alterna alla penombra e al giallo caldo della luce. L’attenzione dello spettatore è sempre focalizzata sul tormento dell’artista, sin dai primi dialoghi con il fratello Theo (Massimo Nicolini) e in quelli successivi con il medico Peyron (Francesco Biscione), grazie a un’interpretazione rigorosa e a un testo chiaro e immediato che trasmette con sottile profondità il dramma della malattia mentale.
Ogni frase pronunciata in scena diventa un bisturi che taglia e penetra con lucidità nel disagio e s’imprime nella mente degli spettatori come poesia della vita e del dolore. Infatti, il regista Alessandro Maggi afferma che “La messinscena ha l’obiettivo di riuscire a rappresentare sul palcoscenico il labile confine tra verità e finzione, tra follia e sanità, tra realtà e sogno, ponendo interrogativi sulla genesi e il ruolo dell’arte e sulla dimensione della libertà individuale”.

Arte e follia tra il bianco e il silenzio

Il bianco assorda perché è il colore dell’assoluto, della totalità che raccoglie in sé tutte le altre cromie. Rarefatto, puro e luminoso si contrappone al giallo che appare in scena come il colore caldo della luce al tramonto, diverso dal giallo acido – caro a Van Gogh – con cui esprime la forza tragica del suo malessere. Nell’opera di Massini a trentasei anni il pittore olandese attraversa questa una profonda crisi con una lucidità analitica che dà fisicità all’ineffabile stato di insania mentale. Come quel filo che si spezzò quando imparò per la prima volta a leggere, così oltrepassata la soglia della follia non può più evitare di cadere in quel vuoto.
Il dialogo finale tra Van Gogh e il medico alza la tragicità della condizione del pittore, ma al contempo libera la sua vena creativa attraverso le parole; i suoi quadri ci appaiono all’improvviso dinamici e vitali, lì dove risiede il vero potere dell’arte a cui il teatro dà voce.



scritto da Daniela Camarda, 12 marzo 2018; pubblicato via .TEATRO.IT





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MessaggioInviato: Mer Mar 28, 2018 12:57    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro DUSE 10/03/18 BOLOGNA, recensione Rispondi citando




recensione del 10 marzo 2018 al Duse di BOLOGNA


VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi





ha scritto:




    .VINCENT VAN GOGH -
    .L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO



Le indagini psicologiche passano anche attraverso il teatro, dove l’interpretazione di caratteri complessi è interessante e non facile. La mente umana è un folto bosco, rifugiarsi in essa può voler dire perdersi. Tuttavia gli attori si orientano con una bussola, possono esplorare questo bosco intricato, decidere di sprofondare nella coscienza di un personaggio. Rappresentarne istinti, sensazioni, volontà, desideri, per poi tornare da dove sono venuti con una consapevolezza maggiore, perché la nostra mente è talmente fitta di caratteri, che ogni personaggio esplorato in realtà ci appartiene. Erano questi forse i caratteri di cui parlava Van Gogh, quelli che riconosceva nelle lettere dell’alfabeto, segni scuri sulla pagina bianca come moscerini annegati nel latte? Pensieri o semplicemente neuroni. Nessuno conosce il bosco che ha dentro, gli attori possono contemplarlo, sebbene non riusciranno mai a conoscerlo fino in fondo. Gli uomini, talvolta, decidono di nascondersi in esso, fuggendo dalla realtà fino a smarrirsi, anche le fiabe ce lo insegnano. Ma cos’è la realtà? Da cosa fuggiva Van Gogh nel consueto sogno che lo vedeva rifugiarsi nel bosco, quello stesso luogo fitto di pensieri che infine lo imprigionava per poi indurlo ancora a scappare?

Sabato scorso al Teatro Duse, Alessandro Preziosi ha interpretato il ruolo del tormentato pittore nel suo trascorso più buio, non lasciandomi indifferente alla sua notevole capacità espressiva. Lo spettacolo andrà ancora in scena nei teatri d’Italia fino a metà aprile. La vicenda è ambientata nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Manson, in Provenza, nel 1889. Vincent Van Gogh, ossessionato dalle allucinazioni, abita un granitico “castello bianco” in totale assenza di sapore, di odore, di vita, dove i divieti impartiti dai medici e il suono assordante del bianco, inteso come vuoto compresso tra quelle mura, rappresentano l’unica evidenza. La logica diviene la sinestesia, in cui i sensi, che si confondono e si contengono a vicenda, non stanno più al loro posto. Un profumo può essere visto, un sapore toccato, un colore ascoltato o assaggiato. Ma nell’asettico ambiente di Saint Paul il colore è assente. Persino una piccola pianta, miraggio di vita, fiorisce con petali bianchi. Il tentativo di fuggire da quel difetto diventa l’indagine sulla sua disperazione e si condensa nel serrato dialogo tra l’artista e suo fratello Theo. Sulla scena, così come nella vita dell’artista attraverso la raccolta Lettere a Theo, il dialogo col fratello ne ricostruisce le tormentate vicende esistenziali e le concezioni pittoriche. Tuttavia la creazione artistica negata a Saint Paul a causa delle asfissianti regole dell’istituto, si impone suo malgrado. Lo obbliga a percorrere un sentiero in cui unico punto fermo rimane la possibilità di una serie infinita di universi nei quali ogni cosa palpabile potrebbe essere il suo esatto contrario, in cui il colore assume il ruolo degli altri sensi e la tela diventa respiro assente. Van Gogh combatte una guerra contro l’universo sociale che ripudia la sua diversità, ma soprattutto contro il profondo e sconosciuto universo dei suoi pensieri, il bosco intrecciato da cui fuggire. Un sorta di thriller psicologico quindi, scritto da Stefano Massini e vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005. La drammaturgia asciutta, ma ricca di spunti poetici, ci invita a riflettere sul rapporto esistente tra arti, nonché sul ruolo dell’artista nella società odierna.

Nei teatri ancora fino a metà aprile, non perdetelo!



scritto da Maria Antonietta, 13 marzo 2018; pubblicato via .LIBRIeCO.it





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MessaggioInviato: Mer Mar 28, 2018 13:15    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro DUSE 11/03/18 BOLOGNA, recensione Rispondi citando




recensione dell'11 marzo 2018 - Duse di BOLOGNA


ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco





ha scritto:




        Il VINCENT VAN GOGH inedito e

        spiazzante di Alessandro Preziosi



Uno squarcio biografico su uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, Vincent Van Gogh, arriva sul palcoscenico del Duse di Bologna in una veste molto particolare.




Provenza, 1889. Vincent Van Gogh vive in una stanza bianca e vuota dell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Manson. Il vuoto di ciò che lo circonda fa precipitare il suo stato d’animo in una forte depressione dovuta alla condizione alla quale è relegato, costretto a vivere segregato ventiquattro ore su ventiquattro, privato di tutto, perfino delle sue preziose tele.
Questo il contesto in cui è ambientato lo spettacolo scritto da Stefano Massini, vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per un allestimento chiaro e capace di sviscerare i più profondi nodi drammaturgici della vicenda che narra il momento più oscuro del celebre poeta olandese, interpretato qui da un convincente e istrionico Alessandro Preziosi. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO recita il sottotitolo dello spettacolo, ed è proprio quello che si percepisce fin dall’inizio dello spettacolo, quando l’apertura del sipario svela tutta la nudità del “mondo” esteriore e quindi di riflesso interiore di Van Gogh: tre pareti alte e opprimenti, una superficie inclinata che simboleggia il perenne disequilibrio della sua condizione mentale, il vuoto intorno interrotto a tratti da portantini che introducono elementi freddi e ferrosi come il letto sul quale il pittore viene “gentilmente” fatto accomodare per essere meglio controllato.
Realtà e allucinazioni si confondono in un gioco infido, pericoloso e che porta il pittore a dubitare perfino di se stesso. La visita del fratello Theo è uno squarcio di luce nel cielo nuvoloso e grigio della sua coscienza e diventa l’occasione per sfogare tutta la rabbia e l’impotenza per una condizione che, suo malgrado, è costretto ad accettare e che ingloba irrimediabilmente tutta la sua vita.
La scelta di porre il bianco e quindi la mancanza di variazione cromatica come fulcro delle turbe che imprigionano il pittore è efficace e pienamente inserita nel contesto spettacolare della messa in scena: ciò che soffre di più il Van Gogh di Preziosi non è tanto l’opprimente senso di vuoto scatenato dal bianco, quanto l’assenza di quei colori a lui così cari perché raffiguranti tutto il suo mondo, oltre che la sua arte pittorica.
La paranoia e la frustrazione la fanno da padroni lungo tutto lo spettacolo, restituendo una sensazione di angoscia e di costrizione, che rimane fino all’ultima battuta di un testo sapientemente messo a punto fra battute taglienti e monologhi pieni di spunti di riflessione sulla condizione dell’artista prima che dell’essere umano.




di Erika Di Bennardo, 26-03-2018; pubblicato via .teatro.PersInSala.it






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MessaggioInviato: Mer Mar 28, 2018 13:56    Oggetto: VINCENT VAN GOGH 27/ Sanzio-URBINO 28/3/18 Persiani-RECANATI Rispondi citando





ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi





    27 marzo 2018 - URBINO (PU), Teatro SANZIO

    AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali

    28 marzo - RECANATI (Mc) Teatro G. PERSIANI




ha scritto:




Al centro della scena la stanza di un manicomio

nella neutralità del vuoto un Van Gogh toccante





Alessandro Preziosi dona grande e profonda intensità al personaggio di Van Gogh in un crescendo che culmina con un monologo emozionante e catartico.

estratto dall'articolo di Elisabetta Marsigli © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRIERE ADRIATICO ed. Nazionale - SONAR pag. 33 27/03/18











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MessaggioInviato: Mer Mar 28, 2018 19:30    Oggetto: Alessandro PREZIOSI incontra studenti, URBINO, visita Mostra Rispondi citando











Alessandro Preziosi in visita a URBINO - 28.03.2018 -














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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2018 15:49    Oggetto: VINCENT VAN GOGH 27/ Sanzio-URBINO 28/3/18 Persiani-RECANATI Rispondi citando




rassegna stampa selezionata dal Forum ufficiale di


ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi






ha scritto:



CORRIERE ADRIATICO ed. Macerata |Recanati pag. 42 31/03/18







    27 marzo 2018 - URBINO (PU), Teatro SANZIO

    AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali

    28 marzo - RECANATI (Mc) Teatro G. PERSIANI






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    ringraziamo AMAT e i Teatri di questo Circuito per l'ospitalità

    Solidale offerta in occasione di questo round e che si rinnova

    ormai ad ogni tournée degli spettacoli di Alessandro Preziosi,


    dall'Associazione ADRICESTA Onlus e dalle volontarie Grazie!





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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2018 15:59    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al DUSE|critica / 09-10-11/03/2018, BOLOGNA Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco




dal 9 all'11 marzo 2018 ☆ BOLOGNA \ DUSE|critica




ha scritto:



      “VINCENT VAN GOGH” | visto da Luna Pianesi


Angosciante come la sola angoscia di un solo personaggio riesca a riempire il tempo che scorre di uno spettacolo nudo.

Una scenografia il cui unico scopo è quello di esasperare il brullo di terreno pareti anima, un colore che, come essa, è non-se stesso, bianco. La scenografia pretende di non esistere pur sussistendo in scena, come di riverso Vincent pretende che esista ciò e chi è sul palco, come Théo. Ma Théo è grigiovestito, ovvia la sua impossibilità d’esistenza. E cosa dire dunque del Direttore? Evidente materializzazione di Freud.

L’unico in scena è dunque Vincent, difatti era improbabile che tutti i pittori da Théo menzionati lo conoscessero ed oltretutto desiderassero un suo quadro: Velazquez, Monet, Goya, con Gauguin aveva addirittura rotto dopo un grave litigio. E dunque la scena tutta è sua, nonostante non lo sia la stanza, perché è loro, che lo hanno rinchiuso, ed infatti son gl’unici ad esistere, quelli che materialmente lo costringono, a differenza di chi ancora gli permette d’impazzire, di uscire da quell’essere che qualcuno gl’impone per entrare nel suo proprio.

Sprazzi d’intensità gradualmente crescente di giallo in corrispondenza dei momenti di accentramento di tutta la scena su Vincent, come Vincent stesso guarda a sé.

“Giurami che esisti!”, grida come fiera a Théo, ma di lui ha necessità soprattutto affinché gli continui ad esser garante di questa libertà che si sente di possedere in sua presenza, e dunque ha bisogno che sussista almeno nelle sue visioni. Ma se è infine vero ciò che afferma il capo reparto, ovvero che a lungo andare è l’ospedale stesso a divenire la sola realtà, è possibile affermare con sicurezza che Vincent stia delirando?

Le magistrali interpretazioni del testo da parte degli attori in scena hanno condotto lo spettatore ad un livello tanto profondo di auto-analisi e di pensiero critico da risultare spesso dolorose, reali e viscerali a tal punto da indurre una compartecipazione che fosse involontaria quanto la più sentita da parte di ognuno. Testo ed interpretazione meritano una sincerissima lode.




      “VINCENT VAN GOGH”|visto da Federica Gnudi


Una stanza vuota, bianco pervasivo. Il Van Gogh di Massini, portato sulle scene da Alessandro Preziosi, per la regia di Alessandro Maggi, si muove in questo contesto. Minimalista, claustrofobico, dominato dalla devastante neutralità del vuoto. Difficile da affrontare. Difficile da vivere.

1898, Vincent Van Gogh è appena stato ammesso nel manicomio di Saint- Rémy-de-Provence nel sud della Francia. Luogo asettico, presidiato da persone meschine, assolutamente prive di qualsiasi tipo di empatia. Empatia nei confronti di chi poi? Qui sono tutti matti, devono essere allontanati dalla società, vero obiettivo di fondo. L’idea dell’ascolto è lontana, non meno di quella di una possibile guarigione.

L’artista è un individuo «socialmente placido», come viene definto dal medico curante, ma va ‘rettificato’ e soprattutto, allontanato dalla sua compagna di vita, la pittura. E dal colore.
E il tema del bianco ritorna dominante. Bianco il letto, bianca la vasca nella quale viene immerso per ore, bianche le pareti e le fasce con cui lo legano al letto per sventare ipotetici scatti bipolari.

In una routine alienante l’unica apertura sul mondo rimane la scrittura. Che Van Gogh sfrutta per aggiornare il fratello Theo, per raccontargli con l’immaginazione che da sempre gli ha fatto compagnia, delle finestre, del verde, delle campagne del Sud francese.
Quel Sud che può solo però immaginare. La bianca stanza non ha alcuna finestra.

Un lampo squarcia la monotonia. La visita di Theo a Vincent. Una visita dura, in partenza ostica, segnata dall’astio palpabile di Van Gogh e dall’amarezza di Theo. Che cresce e si evolve con i ricordi d’infanzia dei due fratelli. Vincent, bambino con una fervida immaginazione prima, artista d’eccezione poi. E se l’infanzia era stata segnata dalla creazioni di storie e distorsioni della realtà, l’adulto Vincent vive la vita in bilico, tra un bicchiere di troppo e una donna di più.
Prende forma il Van Gogh proteiforme, dongiovanni, ubriacone, allucinato ma, non dimentichiamolo, socialmente placido.

Eppure l’incontro con Theo non è altro che un’allucinazione, l’ennesimo scherzo di una testa minata. Di un cervello che per vivere lì probabilmente ha bisogno di essere minato.

Come può essere solo un abbaglio? La sanità mentale vacilla. L’individuo placido, diviene irascibile e frustrato, Necessita di costrizione al letto.

Bianca disperazione. Ma anche nel vuoto ci si può riorientare. E la luce ha le sembianze del direttore dell’istituto, uomo di mondo, marinaio, amante di bellezza e arte. Che apprezza la diversità, il genio e il passato di Vincent e lo sprona a ritrovarsi. Sarà il direttore a indagare le cause dei problemi psichici del pittore, permettendogli di dipingere e seguendolo nella sua ripresa.
Colore dopo colore, tela dopo tela, Vincent ritrova nel pennello la “joie de vivre” perduta. Quella che gli farà dipingere i capolavori più celebri della sua carriera.

Spettacolo turbolento e tormentato. Scritto con tensione narrativa crescente. Preziosi/Van Gogh istrionico e coinvolgente. Regia senza fronzoli. Come doveva essere.
Da vedere.




recensioni pubblicate via www.teatrodusebologna.it/dusecritica/




DUSEcritica è il concorso per la miglior recensione degli spettacoli della Stagione 2017/2018 in collaborazione con l’Ufficio Giovani del Comune di Bologna.
Le recensioni verranno pubblicate sul sito web del Teatro Duse e su Flashgiovani.it, il portale dell’informagiovani Multitasking. La migliore recensione, a giudizio insindacabile della Direzione del Teatro Duse, sarà premiata con un abbonamento libero a 6 ingressi per la stagione teatrale 2018/2019. Il concorso è aperto a tutti i giovani under 30 ed è diviso in due sezioni:
*Sezione SCUOLE: dedicata agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado che partecipano singolarmente o con la propria classe al progetto DUSEscuola.
*Sezione GIOVANI: dedicata ai giovani in possesso di youngERcard, la carta rilasciata gratuitamente dalla Regione Emilia-Romagna a giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni, residenti, studenti o lavoratori in Regione.






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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2018 15:59    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo ROMA 04/03/18, Radio VATICANA IT Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI, la regia è di Alessandro Maggi


all'Eliseo di ROMA - 04/03/18 Radio Vaticana Italiana

"Buongiorno Radio" la rubrica a cura di Orazio Coclite

e i consigli di Matilde on air sul VAN GOGH di Preziosi








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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2018 16:04    Oggetto: VINCENT VAN GOGH L'odore assordante del bianco, TOUR 2018-19 Rispondi citando




_ KHORA.teatro con TSA - Teatro Stabile d'Abruzzo

presentano IN TOUR



ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi








TOURNEE TEATRALE |KHORA.teatro|ultime date 2018



      dal 6 all'8 aprile - TREVISO, Teatro Com.le DEL MONACO
      . Teatri e Umanesimo Latino SpA
      - sabato 7 - ore 18.00 - Dialoghi sul teatro al Del Monaco


      dal 10 al 12 aprileTHIENE (VI), Teatro Comunale
      . ArteVEN Circuito Teatrale Regionale


      dal 14 al 15 aprileCHIETI, Teatro MARRUCINO


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genziana



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MessaggioInviato: Dom Apr 01, 2018 10:31    Oggetto: CHIETI - Brunch Solidale ADRICESTA con PREZIOSI per VAN GOGH Rispondi citando




CHIETI Brunch di Beneficenza pro ADRICESTA Onlus

con ALESSANDRO PREZIOSI protagonista della pièce

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco





appuntamento: domenica 15 APRILE 12:00 in punto

presso il CIRCOLO CAPSICUM di piazza Umberto I, 3

nel Centro Storico di Chieti in zona Teatro Marrucino









3ª proposta d'incontro con ALESSANDRO PREZIOSI!

per prenotare, ricevere conferma assegnazione posti

Donando l'Offerta minima Solidale di partecipazione:





contatta ADRICESTA: Associazione Donazione Ricerca

Italiana Cellule Staminali Trapianto Assistenza
ONLUS

085.20.56.770 - info@adricesta.com - 333.116.73.76





promotore e Testimonial ufficiale Alessandro Preziosi

insieme da 14 anni per Solidarietà con l'Associazione

ADRICESTA Onlus che dal 2004 va in aiuto dei Bimbi

Ospedalizzati, a livello nazionale con Progetti Solidali


a sostegno dei Malati, dell'Infanzia e della Famiglia e

del processo di Umanizzazione dei reparti di degenza




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L'ultima modifica di genziana il Mer Apr 04, 2018 16:37, modificato 1 volta
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pascale61



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MessaggioInviato: Mar Apr 03, 2018 09:07    Oggetto: Rispondi citando


Buona fortuna per il vostro giro teatrale2018
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Apr 08, 2018 13:09    Oggetto: VINCENT VAN GOGH al Teatro Mercadante di NAPOLI - recensione Rispondi citando




VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

_ in collaborazione con il FESTIVAL di SPOLETO 60 _

Prima nazionale 27 giugno '17 Napoli Teatro Festival


recensione 20/03/18 dal Teatro Mercadante, NAPOLI





ha scritto:



    Al Teatro Mercadante,

    Alessandro PREZIOSI interpreta VAN GOGH


Al Teatro Mercadante di Napoli è di scena VINCENT VAN GOGH (L’odore Assordante Del Bianco) di Stefano Massini, con Alessandro Preziosi, Massimo Nicolini, Francesco Biscione, regia di Alessandro Maggi; una produzione KHORA.teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Festival di Spoleto 60 (repliche fino a domenica 25 Marzo).

VINCENT VAN GOGH (L’odore Assordante Del Bianco) è uno dei primi testi di Stefano Massini, oggi consulente artistico del Piccolo di Milano e vincitore del Premio Tondelli 2004. La pièce si svolge nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Manson, dove il celebre artista fu rinchiuso nel 1889. Tra allucinazioni visive e auditive e assurdi divieti e terapie impartiti dai medici, relegato in una stanza bianca, Van Gogh porta avanti una guerra contro il modo, ma soprattutto contro i suoi stessi pensieri che si rivelano le vere mura di una prigione dell’animo da cui fuggire. “La messinscena – spiega Maggi – ha l’obiettivo di rappresentare il labile confine tra verità e finzione, follia e sanità, realtà e sogno, ponendo interrogativi sulla genesi e funzione dell’arte e sulla libertà individuale”.

Le scene e i costumi di Marta Crisolini Malatesta, tutti in bianco e grigio, rappresentano efficacemente la mente svuotata di un internato di fine Ottocento. La regia di Alessandro Maggi scandaglia a fondo i rapporti fra i personaggi, uno dei rari casi in cui vi è piena corrispondenza tra propositi e realizzazione scenica. Spiace solo un inutile impiego di microfoni. Lo spettacolo, ben collaudato, gode di buon ritmo e di un’intensa interpretazione di Alessandro Preziosi che qui si rivela attore di grande spessore e personalità. Gli altri attori del cast sono all’altezza: Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa.

Spettacolo ironico ed emozionante. Da vedere.


testo di Davide D'Antonio, 21 marzo 2018 - pubblicato via myDREAMS.it





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