ContoCorrente  Eventi  Shopping
Home Page Personal Curriculum Photo Gallery


 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 

TOURNE' 2018 - 2019 - 2020 ALE con VAN GOGH
Vai a Precedente  1, 2, 3 ... 34, 35, 36 ... 41, 42, 43  Successivo
 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 18:54    Oggetto: Aperitivo ADRICESTA con ALESSANDRO PREZIOSI 06.12.2019. LODI Rispondi citando





LODI Aperitivo di Beneficenza pro ADRICESTA Onlus

con ALESSANDRO PREZIOSI protagonista nella pièce

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco





in Sala "Carlo Rivolta" presso il TEATRO ALLE VIGNE

dalle ore 18:00 alle 20:30, venerdì 6 dicembre 2019



Donando l'Offerta minima Solidale di partecipazione:










Grazie ad ALESSANDRO PREZIOSI che da oltre 15 anni è il nostro Testimonial, potremo condividere un momento insieme a lui e aiutare la NEONATOLOGIA dell’Ospedale MAGGIORE di LODI. Ringraziamo gli sponsor che hanno già portato un contributo per la Raccolta Fondi e tante persone che già hanno aderito all'Iniziativa; ci sono ancora pochi posti, scriveteci!!!






dal 2004! ADRICESTA ONLUS va in aiuto dei Bambini

Ospedalizzati, a livello nazionale, con Progetti Solidali


a sostegno dei Malati, dell'Infanzia e della Famiglia, e

del processo di Umanizzazione dei Reparti di degenza




_________________


L'ultima modifica di genziana il Ven Dic 06, 2019 23:58, modificato 1 volta
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 19:17    Oggetto: VINCENT VAN GOGH a ROMA Teatro VASCELLO dal 26/11 al 1/12/19 Rispondi citando





LA REPUBBLICA INTERVISTA ALESSANDRO PREZIOSI




ha scritto:




Preziosi con Van Gogh nel caos bianco della creatività




È il 1889, Van Gogh è chiuso fra le pareti bianche di una stanza del manicomio di Saint Paul. Il suo unico desiderio è uscire da quelle mura, la sua speranza è la visita del fratello Theo.
«È relegato in un mondo in cui anche i fiori crescono bianchi e lo spettatore accede a un mondo sofferto e destabilizzante», dice Alessandro Preziosi, protagonista di “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, lo spettacolo di Stefano Massini diretto da Alessandro Maggi in scena al Teatro Vascello fino all’1 dicembre.
Un thriller psicologico intorno al tema della creatività artistica.



Preziosi, siamo da tutt’altra parte rispetto a ciò che il grande pubblico conosce di Van Gogh.
«Il testo indaga uno stato mentale, teatralizza la condizione di un paziente chiuso in un mondo in cui anche i fiori crescono bianchi. Come fa un pittore a recuperare i sensi della pittura, a reimpossessarsi del suo talento?» .

Qual è la risposta?
«La risposta è nel percorso creativo lungo il quale conduciamo lo spettatore. Il recupero di memorie, sensazioni, i libri letti, le città visitate, i giochi d’infanzia. La grande morale dietro a questo testo è nel bisogno di considerarsi strumenti inespugnabili rispetto al fatto di raccontare se stessi attraverso l’arte. E che è in una frase dello stesso Van Gogh: non vivo più per me stesso ma per far vivere le cose».

È anche una riflessione anche sul ruolo dell’artista nella società.
«Tanta iconografia ritrae l’artista come colui che solo nella sofferenza e nel dolore riesce a esprimersi, ma non c’è niente di male nella necessità di sentirsi emarginati per poter tirar fuori il proprio potenziale. Nel caso di Van Gogh c’è l’elemento della follia, che il testo affronta su due livelli: le vasche ottocentesche, con le tende grigie e gli anelli di metallo, in cui venivano infilati i matti e l’avvento della psicologia moderna, il tentativo di capire dal paziente quale sia il problema per entrare nella sua testa» .

Una follia alimentata, in questo caso, dal bianco totale che, come recita il titolo, ha un odore assordante per un artista che si è sempre espresso attraverso il colore.
«Credo che il bianco sia il preludio necessario per chi è ossessionato dal colore come lo era Van Gogh. Riuscire a tratteggiare in quel modo la leggerezza delle nuvole, poter instaurare quel rapporto con la natura, presuppone un impatto con la tela bianca, lo immaginiamo che la fissa con umiltà, impotenza, dolore prima di affrontarla. Non a caso i segni che dipingeva sui volti sono diventati iconografia, quel giallo è rimasto per sempre quel giallo. C’è chi dice che con Van Gogh sia finita la pittura, e io un po’ sono d’accordo».

ROMA, TEATRO VASCELLO, via Giacinto Carini 78.
Fino a domenica 1 dicembre. Info tel. 06 5881021.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Alessandra Vitali; LA REPUBBLICA edizione ROMA - Società pag. 19, 29/11/19







VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco

produz. KHORA.teatro |TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

dal 26/11 al 1° dicembre A ROMA, Teatro VASCELLO








con Alessandro Preziosi, protagonista dello spettacolo

c'è anche il Desk dell'Associazione ADRICESTA Onlus,

di cui l'artista è testimonial, un pretesto di Solidarietà




_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 20:04    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando





produz. KHORA.teatro|TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco



26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - recensione



ha scritto:




IL VAN GOGH di PREZIOSI al Teatro VASCELLO




In scena al Teatro Vascello di Roma dal 26 novembre al 1 dicembre, “VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” con il formidabile protagonista Alessandro Preziosi il quale interpreta con magnificenza il ruolo di dell’artista.

La scena si svolge nella stanza dell’ospedale psichiatrico di Saint Paul dove è ricoverato il pittore. Siamo nel 1889, Vincent ha 36 anni. Qui viene marcato e ricordato come veniva trattato il “diverso”, con le varie prepotenze e torture. Il bianco che circonda Van Gogh è assordante, pietrifica, fa impazzire il pittore, che non desidera altro che vedere un po’ di colore intorno a sé. Vuole andarsene, scappare da se stesso che con le sue visioni così reali si sente imprigionato dal suo stesso essere. Così, quando diventiamo il nostro peggior nemico, tutto comincia ad andare male. Cadiamo nell’autocritica più spietata e distruttiva. Quasi senza accorgercene, innalziamo un muro che ci intrappola e cominciamo così a mettere in atto strategie difensive convincendoci che in questo modo nessuno potrà ferirci, ma limitando la nostra vita fino all’impossibile, tutto questo è ciò che è accaduto al famoso pittore, e la cosa più ignobile è il fatto di averlo lasciato “solo con la sua pazzia”, senza averlo realmente compreso. Lui che, con un quadro riesce a mettere a nudo i suoi pensieri, le sue emozioni che prendono vita e passano da se stesso alla punta del pennello, per attraversare poi la tela.

Un vero e proprio capolavoro quello di Stefano Massini che ha saputo riprodurre sapientemente il disagio di Van Gogh. La regia di Alessandro Maggi, con mirati cambi di luci e le musiche ricche di pathos di Giacomo Vezzani, ha contribuito a portare gli spettatori, incantati per tutta la durata dello spettacolo, all’interno di un vero e proprio thriller psicologico vissuto dal pittore, prigioniero della sua stessa mente e incapace di distinguere ciò che è veramente reale da ciò che non lo è. Come la visione del fratello Theo, Massimo Nicolini, che per andare a trovarlo ha dovuto prendere quattro treni e un carretto. Il fratello descrive il paesaggio durante il percorso per arrivare da lui, ricco di campi di grano, ma tutto questo è racchiuso nella mente di Vincent, ispirazione per uno dei suoi famosi quadri, regalato con grande sorpresa agli spettatori. Fanno parte dello spettacolo lo spietato dottor Vernon-Lazàre interpretato da Roberto Manzi, il direttore dell’ospedale interpretato da Francesco Biscione e gli infermieri Gustave, Leonardo Sbragia e Roland, Antonio Bandiera. La voce di Vincent da bambino è di Davide Piccirillo.

Una coproduzione KHORA.teatro, TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo, prodotto da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei e Aldo Allegrini.

Il testo è la 150°edizione ed è vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”.



di Sara Abbatiello, 28/11/19 - pubblicato via ModulazioniTemporali.it





_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 20:04    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando





ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - recensione





ha scritto:


VINCENT VAN GOGH” di Stefano Massini, Roma



Alessandro Preziosi veste i panni dell’artista olandese Vincent Van Gogh. Una versione di alta poesia e intensa analisi del periodo di reclusione in manicomio del grande pittore.


Si apre il sipario e il colore bianco della stanza dell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Manson, in cui è rinchiuso Van Gogh, abbaglia e cattura. “L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” è il sottotitolo dello spettacolo. Il rimando a una dimensione fisica, percettiva, sensoriale è immediato e la tinta bianca delle claustrofobiche pareti contrasta di netto con le rughe di pittura coloratissima e vivace che siamo soliti ricordare nei quadri del pittore olandese. La battaglia è annunciata e il campo di combattimento, un grigio e gelido pavimento inclinato vertiginosamente, è pronto. Il conflitto si svolgerà tra lo smodato desiderio di libertà – sia creativa che esistenziale – dell’artista e il rigido carcere dove è costretto, nel quale è proibito tutto, anche dipingere, perché “l’arte agita, turba, eccita”. L’episodio che scatena l’accusa di pazzia è legato alla relazione artistica con Gauguin, con cui viene a trovarsi in disaccordo fino ad attaccarlo, presumibilmente, con un rasoio (sarà Van Gogh invece a rivolgere la lama contro di sé e a recidersi il lobo dell’orecchio sinistro). Viene quindi ricoverato a Saint Paul per essere curato. Siamo nel 1889 ad Arles in Francia, un anno prima della sua morte, nel periodo di massima espressione del suo genio artistico, sollecitato dai caldi colori e dagli sconfinati paesaggi della Provenza e dai visi della gente del posto. Tutte queste immagini mancano però alla visione dello spettatore, e l’impossibilità del gesto creativo si trasforma in un’intensa evocazione poetica.

La resa drammaturgica di Massini e la penetrante interpretazione di Alessandro Preziosi scavano in questa direzione e trascinano fuori dal personaggio, lacerandolo in sublime maniera, le reali motivazioni del suo dipingere e del suo vivere. Il pittore è il tramite, la porta attraverso la quale la realtà, una tavolozza di violenti colori, entra e si riflette sulla tela bianca. Di bianco abbiamo detto è costruita la scena, mancano i tubetti di vernice per colorarla. Anche la pianta che sboccia dal pavimento ha fiori dai petali bianchi. Manca la possibilità di espressione, di comunicazione. Le continue allucinazioni e le fissazioni della sua mente – non capiamo se la presenza del fratello Theo, venuto a fargli visita da Parigi, sia reale oppure no – peggiorano solo la sua condizione rispetto all’ottuso Dottor Vernon-Lazàre che lo ha in cura. Ci vorrà l’intervento del direttore dell’istituto, il Dottor Peyron, per riscattarlo dalla sua condizione e riabilitarlo a una vita normale. È qui allora che la scena si colora di quel giallo cromo tipico dei suoi dipinti e della sua immaginazione creativa.



da Paolo Talone, 28/11/19 - pubblicato via ACCREDITATI.it /TEATRO





_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 20:25    Oggetto: VINCENT VAN GOGH a ROMA Teatro VASCELLO dal 26/11 al 1/12/19 Rispondi citando





CIAO-Magazine INTERVISTA ALESSANDRO PREZIOSI




ha scritto:




. ALESSANDRO PREZIOSI - Vincent Van Gogh.

. L’odore assordante del bianco. L'INTERVISTA





Un essere umano prima che un artista, una follia che cela l’essenza stessa dell’esistenza: la fragilità. Uno spettacolo intenso, travolgente; il dramma di una persona che siamo abituati a conoscere grazie alle sue opere coloratissime e rivoluzionarie: un uomo incompreso, nonostante la sua profonda genialità.

Si apre il sipario e Vincent è lì, immerso in una scenografia sterile, lattea: inizia lo spettacolo. Un allestimento scenico che a tratti diventa più caldo, ma che tornerà presto ad essere inesorabilmente bianco. La cornice perfetta alle emozioni che gli attori, con grande abilità, lasciano trasparire facendo avvertire più di un brivido al pubblico in sala.

Parlare solo di follia, è altamente riduttivo. Ciò che affascina, e che intriga, è quella linea tra realtà e finzione che lo spettatore non riesce a cogliere fino in fondo, perché la scena è reale, ce l’hai di fronte, eppure quelle persone, in realtà, sono proiezioni. Sono la rabbia e, allo stesso tempo, la speranza di un uomo che è privato della sua esistenza, alienato e confinato in una stanza del manicomio di Saint Paul.

È arrabbiato, perché non è più sé stesso. Non è capito. È privato della sua passione: della sua arte. È speranzoso. Desidera profondamente essere salvato da quel luogo, che è di un bianco così assordante perché rappresenta una vita diventata arida, e ha bisogno di urlare al mondo il suo malessere, per poi guarire. Questa non è semplice follia: questa è la storia di un uomo che si colpevolizza per non essere capito dal mondo che lo circonda. È, in fondo, una storia che potrebbe appartenere ad ognuno di noi.


VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco, è in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 1° dicembre. Il testo è di Stefano Massini. La regia è di Alessandro Maggi ed il cast si arricchisce dei contributi di Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Leonardo Sbragia, Antonio Bandiera. Ma è Alessandro Preziosi, protagonista assoluto di questa splendida opera, a raccontarci il ‘suo’, magistrale, Van Gogh.

Alessandro, qual è la differenza tra l’interpretare personaggi che esistono solo in letteratura e interpretare, invece, un personaggio reale, che sta vivendo un momento di fragilità, come Van Gogh che ritroviamo in questa rappresentazione?

Direi la contemporaneità. Ovviamente esiste un’ampia letteratura contemporanea, più europea, e per un teatro contemporaneo. Noi abbiamo scelto un testo di Stefano Massini per poter cambiare passo, registro e codice. La differenza è gigantesca: quindi, nella misura in cui tutta l’impostazione nell’allestimento cambia, anche il modo di recitare cambia. Qui non si ha più il paracadute della letteratura, di una storia che si conosce già e che, per quanto possa cambiare nell’adattamento, alla fine è sempre quella. Parlare, invece, di Van Gogh come di una persona che è riconosciuta nella sua forza – ma nella sua ‘forza fragile’, nella forza che deriva dal dolore e dalla disperazione – permette allo spettacolo di approfondire proprio l’argomento della fragilità. Questo, perché la fragilità fa parte dell’essere umano e la grande forza risiede nella sua accettazione.

Interpretare Van Gogh in un contesto molto forte come quello dell’isolamento in manicomio rappresenta una sfida di grande intensità. Cosa ti ha attratto di questo ruolo e come ti sei preparato?

L’isolamento in manicomio è metaforico perché parliamo, anzitutto, di un isolamento mentale. Ci si prepara – e questo mi capita, mentre recito – cercando di pensare a quante volte ci troviamo soli con noi stessi, a parlarci e autoconvincerci, a cercare di far quadrare qualcosa che invece, una parte di noi, opprime e che non ci permette di vedere le cose con lucidità. Ci si prepara, tra le tante prove, pensando e ricordando cosa vuol dire recitare quando si ha a mezzo metro di distanza un muro, e dobbiamo sfondarlo, quel muro. L’attore vive – nella sua performance – l’isolamento rispetto al fatto che c’è un pubblico all’ascolto. Questo aspetto è molto interessante: è quasi un cassetto a doppio fondo.

In quale di queste celebri frasi di Van Gogh ti riconosci: “Prima sogno i miei dipinti e poi dipingo i miei sogni”; “Non soffocare mai la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare schiavo del tuo modello”; “È meglio dipingere gli occhi degli uomini che delle cattedrali”; “Per vivere bisogna amare molte cose”?

Io mi riconosco in una frase che non so se è di Vincent e che dice: “Non vivo tanto per me stesso, ma per far vivere le cose”. Questa, secondo me, racchiude più di ogni altra l’essenza e la determinazione di questo pittore. Ce n’è anche un’altra: “Se oggi quello che produco è considerata erbaccia e non grano, vuol dire che forse avevo ragione. Perché se poi un giorno verrà considerata grano, vuol dire che posseggo dei lavori anche oggi”. Di lui, poi, amo l’opera Il ritratto del postino (che raffigura Joseph Roulen, n.d.r.). Tra l’altro, nello spettacolo, il nostro co-protagonista racconta proprio di questo quadro.

Nonostante Van Gogh sia un artista molto complesso, sa sempre offrire spunti di riflessione. Cosa pensi di lui?

Io credo che abbia rivoluzionato la pittura. Da quel momento ad esempio, determinati colori sono diventati ‘colori Van Gogh’. Sappiamo vita, morte e miracoli su di lui: ci sono le lettere, le biografie di chi l’ha avuto in casa. Ho visto, tra l’altro, anche un video su YouTube che raccontava dell’azienda che aveva avuto con il fratello: i soldi erano molto importanti per lui, non faceva altro che parlare di soldi. Diciamo che la sua contemporaneità è data dalla sua immediatezza.

Visto che si è parlato di un Vincent cinematografico, tanto da esserci un film, come potrebbe essere un Van Gogh televisivo? Ad esempio una fiction?

Speriamo che me la propongano. Sarebbe un’ottima idea: un omaggio molto importante. Secondo me anche molto affascinante, considerando che gli artisti contemporanei restano tutti nella storia.

Di questo spettacolo c’è un messaggio in particolare che ti piacerebbe arrivasse al pubblico?

Sì, l’ingiustizia. L’ingiustizia rispetto al fatto che una determinata arte, totalmente priva di interesse e di forza, fosse più importante della sua. Il fatto di essere rinchiuso in un ospedale dove le ingiustizie nei confronti del paziente erano all’ordine del giorno. L’ingiustizia di non essere capiti. Credo che la cosa più importante di questo testo sia che ribadisce, con grande forza, quanto nessuno riuscisse a capirlo. Poi il fatto che passa per essere una persona estremamente presuntuosa non giustifica quanto ha dovuto subire, perché dava dei messaggi compatti, dritti. Non essere capiti è una cosa che ci fa rimanere male; ma, non essere capiti nella nostra fragilità, è diverso. Ammettere la propria fragilità è una grande affermazione dell’uomo.

Non è la prima volta che interpreti grandi pittori. Al di là dello spettacolo, qual è il tuo rapporto personale con i grandi pittori e con l’arte del passato?

Ho iniziato ‘vampirizzandola’, come training di creatività. In sé per sé, apparentemente, non mi è mai importato nulla dell’arte. L’ho sempre utilizzata sapendo che quel luogo, quelle opere, alcuni libri che avevo, mi sarebbero potuti servire. Ma questo solo in un primo momento. Poi, piano piano, è diventata un’esigenza vera e propria. Però, per me, la pittura si ferma a Picasso: oltre non sono mai andato. Non comprendo quello che è arrivato dopo, perché non colgo la profondità alla quale sono abituato e che mi emoziona. Visito molti musei, perché a me non è tanto l’arte che interessa, ma la casa che accoglie l’arte. Questa è una cosa che mi ha educato al bene e non solo al bello.



di Elisa Rossi, 29/11/2019; pubblicata via CIAOMAG.COM - TEATRO





_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Sab Nov 30, 2019 12:42    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando



ha scritto:




ROMA, Preziosi è Van Gogh in scena al Vascello




Fino al 1° dicembre, al Teatro Vascello di Roma, è in scena “VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del biancodi Stefano Massini, per la regia di Alessandro Maggi, con Alessandro Preziosi: un’esplosione di sensi che attraversa lo spettatore mettendolo di fronte alla misera realtà della propria condizione



Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”: a partire dal titolo dello spettacolo – che andrà in scena fino al 1° dicembre al Teatro Vascello di Roma – è possibile comprendere quanti contrasti viaggino all’interno di un testo come quello di Stefano Massini; vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli Riccione Teatro 2005.

C’è l’odore e, dunque, il richiamo al senso dell’olfatto ma anche qualcosa di assordante che intacca spaventosamente l’udito del protagonista, così come quello dello spettatore; quel qualcosa è il non-colore, il bianco, il rimando alla vista. “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, in effetti, si fonda sull’intreccio di tre sensi: l’olfatto, l’udito e la vista, uniti tra di loro in un ossimoro scomodo che anticipa violentemente la scena che si pone di fronte al pubblico in sala.

Siamo in un ospedale psichiatrico del 1889 e, rinchiuso in una stanza insopportabilmente bianca, c’è Vincent Van Gogh, interpretato da un granitico e straordinariamente disturbante Alessandro Preziosi. Il pittore olandese vive le sue giornate in claustrofobia, in una solitudine angosciante e tediosa che non fa altro che rimarcare le paure e le paranoie dell’insania, fin dall’inizio riconosciuta da Van Gogh.

Vincent vede cose, vede persone, ombre, sente voci, sussurri, parole bisbigliate, talora è un bambino e talora un folle: ossessioni moleste che distruggono la realtà e la concezione stessa del tempo, in un luogo in cui l’accentuazione del bianco non fa altro che risaltare la mancanza di colore a cui è costretto il pittore. Un pittore senza colori: Vincent si dispera in un bianco che è sinonimo di morte in uno schematico e straziante spazio in cui il «il tempo non ha tempo». La fatica di Alessandro Preziosi, assorbito completamente nella malattia di Vincent, cola dalla fronte dell’attore sotto forma di sudore e si deposita su una tela bianca; quella stessa tela che è stata scoperta dal fratello di Vincent, Theo, arrivato all’ospedale di Saint-Paul-de-Mausole per parlare finalmente col fratello. Dialoghi veloci e incalzanti sembrano lasciare spazio ad un vero e proprio monologo interiore che Vincent recita a sé stesso, intrappolato in quelle mura di un bianco quasi acido che corrodono lentamente l’anima del pittore. Theo deve firmare il registro del manicomio per poter finalmente portare via da quella stanza bianca il fratello Vincent, ingabbiato in un non-colore che non ammette respiro. E allora Vincent cercherà in tutti i modi di convincere Theo ad ascoltarlo, convincendolo della buona salute di cui gode. Ma Theo è reale? E, in verità, chi lo è veramente?

Ripetizioni, anafore, assonanze, rime: il testo di Stefano Massini sembra una melodia poetica, accattivante e ossessiva che accompagna la disperazione che cresce nel pittore olandese. “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, non lascia, così, spazio nemmeno alla riflessione di chi è in platea: è lo stesso spettatore ad immedesimarsi in Vincent, quasi come stesse facendo, simultaneamente ad Alessandro Preziosi, una disamina del proprio delirio nascosto; quasi come se lo stesso spettatore fosse realmente rinchiuso in un manicomio ad auto-analizzarsi. Dal pubblico, infatti, arrivano gemiti e forti sospiri ma ormai quelle rime, quelle assonanze, quelle anafore e ripetizioni continuano a battere ossessivamente alle pareti della mente e non si fermano.

Vincent Van Gogh con la sua esplicita e chiara consapevolezza di sé, entra in punta di piedi nell’animo di chi lo osserva e le parole, che velocemente si rincorrono in scena, non fanno altro che dimostrare l’incapacità dell’essere umano a guardarsi dentro.
Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, così, finisce per rivelarsi un’esperienza che attraversa insistentemente lo spettatore, lasciandolo inerme di fronte la potenza di un testo e di un’interpretazione che arrivano dritti all’obiettivo: alienare nella realtà folle l’essere umano e restituirlo lentamente al proprio corpo stanco e provato dallo spettacolo… ma d’altronde: «chi dipinge non fa altro, si lascia attraversare».


© riproduzione riservata
di Delia Amendola, 29/11/2019 - pubblicato via ARTWAVE.it - Recensione







produz. KHORA.teatro|TSA Teatro stabile d'Abruzzo

VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco



26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - Recensioni



_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Sab Nov 30, 2019 13:50    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando



ha scritto:




Roma, L’odore assordante del bianco al Vascello




Aleggia sul proscenio un biancore gelido, una luce pallida si proietta sul cemento obliquo, suolo ove un corpo, abbandonato al proprio tormento, si contorce.

E’ lo spazio asettico del manicomio di Saint Paul de Manson a divenire centrale “non luogo” ne “L’odore assordante del biancodi Stefano Massini, in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 1 Dicembre per la regia di Alessandro Maggi.

“Theo! Giurami che esisti”– a fatica si trascina Vincent Van Gogh, deambula goffo, sospinto dall’allucinazione che confonde la presenza con l’assenza: è la primavera del 1882 e l’artista si rivolge al fratello (Massimo Nicolini), la sua sagoma grigia compare sul fondo ma forse è soltanto un simulacro.

Avanza serrato il dialogo, le due voci altisonanti procedono su registri divergenti, si accavallano, si interrompono, si sovrastano andando a convergere sugli stessi lessemi: il gioco d’infanzia, le voci delle tele, la clausura che opprime e appiattisce; dinanzi al grido di Vincent, alla sua rabbia cieca, il suo destinatario appare imperturbabile.

Bollato alla categoria di “socialmente placido”, il malato abita un “tempo senza tempo”, vorace e violenta si origina in lui l’esigenza di dipingere, di vomitare la rabbia, il grido, l’alienazione cui è costretto.

Respira affannoso, afferra violento la testa dell’altro; protesa ad un utilizzo del corpo che sia esso stesso materia comunicativa a sé stante, la resa dell’interprete (Alessandro Preziosi) ne restituisce lo struggimento; recluso in un limbo candido dove “ogni colore è bestemmia”, sembra soffocare in un mugolio senza posa.

Cambio di luce, gli infermieri Gustave e Roland (Leonardo Sbragia e Antonio Bandiera) immettono nella stanza un grande letto bianco, viscidi assecondano uno stato allucinatorio in procinto d’esser rivelato: “qui non c’è nessuno oltre a noi”.

Dinanzi al ribaltamento di un presunto stato di realtà, oppositivo appare l’atteggiamento del Dottor Vernon-Lazàre (Roberto Manzi), e quello del direttore Peyron (Francesco Biscione): laddove il primo, ambiguo e sadico, discorre sul filo di minacciose litoti, il secondo sembra accogliere la follia del paziente, si predispone ad estrapolarne il midollo creativo, l’anima creatrice, il segreto.

Quattro treni, un carretto, pensieri “come moscerini schiacciati nel latte”; scorrono le immagini sul ritmo d’un battito convulso: Vincent è ora inginocchiato a terra, gli occhi chiusi quand’ecco una luce gialla colora il suo muto candore: “quando mescoli le tinte, nasce un colore nuovo, e non sai più cosa c’era prima”.

Appoggiandosi su un testo vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli, Riccione Teatro 2005, l’opera acquista profondità nella scelta mirata della componente sonora (Giacomo Vezzani), delle luci (Valerio Tiberi, Andrea Burgaretta) dei costumi (Marta Crisolini Malatesta).



di Giorgia Leuratti, 28/11/2019 - pubblicato via QuartaPareteRoma.it







VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi

26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - Recensioni




_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Sab Nov 30, 2019 14:19    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando







ha scritto:




VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE

DEL BIANCO
PREZIOSI al VASCELLO di ROMA





Martedì 26 novembre 2019 ha debuttato al Teatro Vascello di Roma “VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, Alessandro Preziosi nei panni del celebre artista interpreta un testo di Stefano Massini vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “…scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva.”

Un’assordante scena bianca, di un vuoto opprimente, con la parte materica rappresentata solo da bassorilievi di pennellate dal tratto tipico del grande maestro, uccelli, raggi di sole, orizzonti, bianchi vortici avviluppanti. Il protagonista a terra, spasmico, sofferente, disperato, Van Gogh nei suoi giorni di internamento in manicomio, privato dei suoi mezzi espressivi. Senza dunque colori e pennelli ci mostra amplificate le sue sofferenze. Nella predominanza del bianco le pochissime apparizioni di colore hanno tutte un significato ben preciso e necessario alla narrazione.

Ottima prova attoriale per Preziosi affiancato da uno straordinario cast: Francesco Biscione (il Dottor Peyron), Massimo Nicolini (Theo Van Gogh), Roberto Manzi (il Dottor Vernon-Lazàre), Leonardo Sbragia (Gustave), Antonio Bandiera (Roland)È quasi come se non si respirasse mai, gli attori riescono a mantenere una tensione continua, la narrazione è tutta d’un fiato. Il copione è serrato, con piccoli e continui giochi tra i personaggi che riescono ad alleggerire la percezione drammatica. Alessandro Preziosi con la sua intensità incanta il pubblico che tributa grandi applausi a lui e a tutto il cast.

In scena fino a domenica 1° dicembre al Teatro Vascello di Roma, assolutamente da non perdere!



Loredana Margheriti, 30/11/19; pubblicato via ProgettoItaliaNews.net







VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del Bianco

produz. KHORA.teatro |TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

dal 26/11 al 1° dicembre A ROMA, Teatro VASCELLO








con Alessandro Preziosi, protagonista dello spettacolo

c'è anche il Desk dell'Associazione ADRICESTA Onlus,

di cui l'artista è testimonial, un pretesto di Solidarietà










_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Dom Dic 01, 2019 14:37    Oggetto: VINCENT VAN GOGH a ROMA Teatro VASCELLO dal 26/11 al 1/12/19 Rispondi citando





_ LA PLATEA __ INTERVISTA ALESSANDRO PREZIOSI




ha scritto:




Alessandro PREZIOSI è VINCENT VAN GOGH in

L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO: non vivo

più per me stesso, ma per far vivere le cose





Intervista al protagonista dello spettacolo in scena dal 26

novembre al 1 dicembre 2019 al Teatro Vascello di ROMA





Alessandro Preziosi torna in scena al Teatro Vascello con L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO, regia di Alessandro Maggi e testo di Stefano Massini. Uno spettacolo che racconta la reclusione di Van Gogh nel manicomio di Saint Paul De Manson, un’impresa nuova e totalizzante per Alessandro Preziosi che parla di questo ruolo come di un’immersione totale dentro se stesso alla ricerca delle pieghe più fragili, e per questo più spaventose, dell’animo umano che si scontrano con il carattere impetuoso di Van Gogh al quale riesce ad imprimere il suo sguardo personale e il suo intenso e partecipato amore per l’arte.

A teatro ti sei spesso cimentato con grandi personaggi classici del teatro: Amleto, Cyrano De Bergerac, qual è la differenza nell’approcciarsi invece ad un personaggio così reale e soprattutto preso in un momento di fragilità come la reclusione in manicomio?

La contemporaneità, chiaro che esiste una letteratura contemporanea più europea, noi abbiamo scelto un testo di Stefano Massini per cambiare passo, registro e codice. La differenza è gigantesca nella misura in cui anche tutta l’impostazione dell’allestimento cambia, il modo di recitare cambia e soprattutto non hai più il paracadute della letteratura non hai più il paracadute di una storia che si conosce già e per quanto tu la possa cambiare resta quella, invece parlare di Van Gogh, parlare di una persona che è conosciuta nella sua forza fragile, nella sua forza di dolore e di disperazione permette allo spettacolo di approfondire questo argomento e far capire che la fragilità è una forza nella misura in cui fa parte dell’essere umano, nella sua accettazione ne rappresenta una grande forza.

Interpretare Van Gogh nel contesto dell’isolamento del manicomio: come ci si prepara per un ruolo così intenso.

Chiaramente l’isolamento è un isolamento metaforico, mentale, spesso durante le prove mi sono ritrovato a stare da solo con me stesso e a parlarmi da solo e a convincermi da solo, cercare di fare quadrare qualcosa che invece una parte di te reprime nel profondo, quasi come un edema, isolamento estremamente faticoso, specialmente ricordandosi cosa vuol dire recitare davanti ad un muro in una stanza di prove e il bisogno di sfondare quel muro, l’attore vive nelle sue performance in isolamento rispetto ad un pubblico che lo ascolta, quasi un cassetto a doppio fondo.

Qual è una massima di Van Gogh che senti particolarmente tua?

Io amo una frase, non so se di Vincent: Non vivo più per me stesso, ma per far vivere le cose, questa secondo me racchiude più di ogni altra frase l’essenza, la morale di questo pittore, come anche un’altra che recita: Se oggi quello che produco viene considerata erbaccia, forse vuol dire che avevano ragione, ma se un giorno quello che faccio sarà considerato grano vuol dire che anche allora era grano.

E un quadro in particolare?

(Dopo una lunga pausa ndr.) Il ritratto del postino, anche perché è un po’ anche un protagonista di questa storia, di recente uscendo da un taxi l’ho trovato su un calendario con la testa che spuntava, amo molto anche i ritratti di Van Gogh.

C’è un messaggio che in qualche modo vuole far arrivare al pubblico attraverso questo personaggio e questo spettacolo?

L’ingiustizia rispetto al fatto che una determinata arte priva di forza rispetto a quella di Van Gogh fosse più importante della sua o il fatto di essere recluso in un ospedale in cui le ingiustizie nei confronti del paziente erano all’ordine del giorno, ingiustizia di non essere capito, credo che la cosa più importante che questo testo ribadisce con grande forza è che nessuno riuscisse a capirlo, ovviamente va considerata la sua personalità estremamente presuntuosa, chiaramente giustifica, il teatro dà dei messaggi compatti, diritti, il non essere capiti a teatro diventa più chiaro, diventa più facile immedesimarsi, non nell’incomprensione a causa della propria fragilità ma per cause esterne e dunque la grande affermazione dell’uomo in questo senso.



INTERVISTA di Mila Di Giulio, 30/11/2019 - pubblicata via LAPLATEA.it









_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Dom Dic 01, 2019 15:24    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando



ha scritto:




Recensione: Van Gogh a Roma, Teatro Vascello




Al Teatro Vascello una scelta come al solito vincente e accattivante. Con e di Alessandro Preziosi, uno spettacolo che è anche un cavallo di battaglia che non perde mai colpi, quello prodotto da Khora.teatro per la regia di Alessandro Maggi, e la scrittura brillante e densa di Stefano Massini, con Alessandro Preziosi, noto per cinema e tv ma profondamente innamorato del teatro, specialmente legato alla narrazione di personaggi intensi e duri come in questo caso, il suo Vincent Van Gogh osservato e raccontato nel culmine della tragedia esistenziale della sua vita drammaticamente dolorosa.

In una scenografia assordante e bianca come intende anche il titolo, sullo sfondo alcune delle più note tele del pittore olandese ma senza colore, che è poi il leit motiv della narrazione, un Van Gogh privato del colore, come dire un pesce privato dell’acqua. Sulla scena si insidia il fratello, Theo, e poi a seguire i medici del reparto dove hanno internato l’artista e il direttore, l’unico che crede in una rinascita, una redenzione dalla malattia.

Gli attori, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Leonardo Sbragia e Antonio Bandiera, si cimentano in una prova molto faticosa, come la vita stessa del personaggio che invece di parlare urla, invece di respirare è in affanno, invece di vivere arranca in un’esistenza che lo vede vittima senza scampo, in un mondo dove nessuno ha l’interesse a farlo vivere. Deprivato della sua stessa identità, come dirà alla fine al direttore il dottor Peyron, di fronte a certi paesaggi, alla natura, a certi volti, Van Gogh viene come annullato nella sua identità e usato dalla realtà circostante affinché lui la racconti. Le cose intorno hanno bisogno di vivere privandolo del suo stesso respiro e lui non può fare a meno di piegarsi a questa legge inesorabile. Un barlume di speranza di poter uscire quando la sua immaginazione crea il fratello giunto a trovarlo, ma è solo la proiezione della sua mente malata che gli fa vedere cose che non esistono. Lo paragona a quando da piccolo lo mandarono in collegio perché imparasse a leggere.

Quando alla fine imparò ebbe l’impressione che un filo si fosse spezzato, da quel momento non avrebbe mai più potuto evitare di guardare una parola senza leggerla. Nello stesso modo funziona la sua testa, una volta ammalata non può più non dubitare che quello che di fronte a sé non sia una proiezione inesistente, una creazione della sua testa ormai febbricitante. Interessante la figura del responsabile di reparto, il dottor Lazare, una macchietta infida, crudele, meschina, priva di umanità, arida e spietata come il suo passato evidentemente difficile. Contro di lui Preziosi/Van Gogh si scaglia in una demonizzazione della persona, come un simbolo assoluto del male da annientare, un personaggio quasi tragicamente eschileo, che riporta alla mente il dramma del vivere, del momento in cui ci si rende conto che per vivere è assolutamente necessario rimanere in parte folli, per sopportare l’odore assordante del bianco, un’immagine sinestetica che ci ricorda vecchie scuole di pensiero ottocentesche. Ma senza pensare troppo al risultato, Preziosi suda davvero, sputa per terra e si trascina per un’ora e mezza in uno spettacolo avvincente e massacrante ma davvero degno di essere presentato e presentato ancora per molte altre repliche.

Fino all’1 dicembre in scena al Teatro Vascello.



di Susanna Schivardi, 01/12/19; pubblicato via gliSCOMUNICATI.com







VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi

26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - Recensioni







TG5 1/12/19, il richiamo irresistibile del palcoscenico

e grande successo a teatro per Preziosi nel Van Gogh




_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Lun Dic 02, 2019 12:15    Oggetto: L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO al VASCELLO, ROMA, recensione Rispondi citando



ha scritto:



    . Alessandro Preziosi è Vincent van Gogh

    . nel fragile rapporto tra umano e sociale



Intenso, feroce, scrosciante come un fiume che rompe gli argini della pietas umana: così Alessandro Preziosi ne L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO, spettacolo di Stefano Massini che indaga i meandri della psiche di un “sorvegliato speciale” nel manicomio di Saint Paul: Vincent Van Gogh. Al Teatro Vascello, dal 26 ottobre al 1° dicembre, è andata in scena questa antologia della mente di un artista, ebbro della sua arte tanto da lasciarsi dilaniare, capace di domare e farsi domare, in perenne balia tra fervore allucinatorio e spregio di una banale realtà.

Perché Vincent si rifugia nei suoi quadri, le sue tele sono un guest pass per un mondo di cui si sente ospite inatteso, sgradito a se stesso e come potrebbe essere altrimenti per un artista i cui colori superbi dell’anima sfuggono a qualsiasi scenario prosaicamente ordinario.

Eppure Vincent ora è solo, in quello che lui chiama il “castello bianco”, il manicomio di Saint Paul, dove il bianco è “assordante” aggredendo, con il suo pallore, i confini delle cose e la libertà umana di esprimersi attraverso la creatività.

Per Van Gogh questa stanza senza confini è il carcere che mostra il suo volto più metafisico, più impalpabile e dunque più invalicabile.

Troviamo dunque Vincent in un stanza bianca mentre, nella sua solitudine, irrompe il fratello Theo che prova a strapparlo alla disperazione in un dialogo amarcord, tra ricordi dell’infanzia, rinnovato genio artistico e speranza di guarigione: Vincent, infatti, è rinchiuso nel manicomio di Saint Paul perché le sue allucinazioni, il suo distacco dalla realtà, sono diventati troppo esacerbati e, come lui stesso afferma, non c’è più alcun filtro razionale tra sé e le cose. Come da quando si impara l’alfabeto non ci si può più sottrarre alla decodifica immediata di una frase, così Van Gogh non riesce, quando vede qualcosa, a sottrarsi al dubbio che non sia reale, tanto che dubita che lo stesso Theo sia lì presente, in carne ed ossa, e non una sua allucinazione.

Quel che conta è, però, quanto il dialogo con il fratello ci restituisca un Vincent lucido nella sua accesa disperazione rabbiosa con la quale abiura quella messinscena dolente dell’ospedale psichiatrico: un luogo che reputa abietto prima di ogni cosa per la sua pretesa liberticida di vietare pennelli, tela ma in fondo anche i semplici colori a un artista.

Uno straordinario Alessandro Preziosi che, nella sua inquietudine insolitamente lucida e tagliente, rivela le fragili tempeste introspettive di un artista che si vede sempre al di qua di un recinto umano tanto quanto ospedaliero: l’ospedale di Saint Paul è il recinto tra sé e le cose, le persone percepite come volgo informe ma al contempo minaccioso.

Eppure, la vita è quella che lui ama come ne ama i feroci colori ai quali non può sottrarre la sua tela la cui pittura lo sovrasta come fossero i colori stessi a dominarlo in una vorticosa danza.

Il vortice è un tema dominante nelle tele di Van Gogh e, anche in questa pièce teatrale, l’eccezionalità di Alessandro Preziosi sta nel saper inscenare quel vortice mentale di un artista dalla forza inesauribile che si identifica nella sua ribellione e che induce a riflettere tutti sulla lotta tra individualità espressiva e logiche sociali convenzionali: l’artista, in questo, è l’avanguardia, è colui che spinge sempre più in là il discorso su ciò che è socialmente accettabile. Ed in questa lotta per la libertà rinchiuderlo in un manicomio significa annientare la nostra aspirazione alla libertà come società intera.



di Eliana Fortuna, 2/12/19; pubblicata via laNouvelleVague.it Magazine







produz. KHORA.teatro|TSA Teatro stabile d'Abruzzo

VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco



26/11-01/12/2019 al Vascello di ROMA - Recensioni



_________________


L'ultima modifica di genziana il Lun Dic 02, 2019 22:59, modificato 1 volta
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
Marisol



Registrato: 07/01/11 10:40
Messaggi: 3664
Residenza: Madrid (España)

MessaggioInviato: Lun Dic 02, 2019 16:50    Oggetto: Rispondi citando


Grazie cara Giuly..

Per tutte queste informazioni, interviste molto interessanti e molto educative sul bestiale spettacolo teatrale, VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante di Bianco, che ha toccato i miei sensi e il mio cuore al massimo e profondamente, è la recitazione meglio quanto ho visto del nostro caro Ale.. il numero 1, senza dubbio... il "Signore del Teatro", per i loro meriti.

Grazie mio caro Ale...

Per avermi fatto sentire così tanto!



Tanti baci con grande e sincero affetto da Madrid

TVB Ale

Marisol

_________________
La vera ricchezza è prendere la vita con amore, donando amore.



Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Lun Dic 02, 2019 22:50    Oggetto: VINCENT VAN GOGH 3/12/19 allo Spazio TONDELLI di RICCIONE-RN Rispondi citando





VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del Bianco

produz. KHORA.teatro |TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

3 dicembre 2019 "Spazio TONDELLI" RICCIONE (Rn)





Lo spettacolo è SOLD OUT - Alessandro Preziosi e gli attori della compagnia del VAN GOGH dialogheranno con Simone Bruscia, direttore di Spazio Tondelli e di Riccione Teatro, in un evento a porte aperte il 3 dicembre alle ore 18:30 nel Palazzo del Turismo (ingresso libero) in Piazzale Ceccarini, a pochi passi dal Teatro.








con Alessandro Preziosi, protagonista dello spettacolo

ci sarà pure il Desk dell'Associazione Adricesta Onlus,

di cui l'artista è testimonial, un pretesto di Solidarietà




ha scritto:




        .. il Vincent Van Gogh di Alessandro

        .. Preziosi celebra l’amore per l’arte



L'INTERVISTA di Giulia Farneti, 03/12/19 - pubblicata via SHOWINAIR.news







CORRIERE ROMAGNA intervista Alessandro PREZIOSI




ha scritto:




        .Van Gogh, un uomo malato d’arte

        .. sempre coerente con il suo istinto



Giulia Farneti - CORRIERE ROMAGNA - Cultura & Spettacoli, pag. 30 03/12/19





_________________


L'ultima modifica di genziana il Mer Dic 04, 2019 19:20, modificato 2 volte
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
Marisol



Registrato: 07/01/11 10:40
Messaggi: 3664
Residenza: Madrid (España)

MessaggioInviato: Mar Dic 03, 2019 16:23    Oggetto: Rispondi citando


Mio caro Ale e tutte compagnia VINCENT VAN GOGH L’odore assordante del Bianco...

Buon viaggio e in bocca al lupo, per tutta questa settimana: Riccione, Rovereto, Castiglione delle Stiviere, Lodi e Locarno.



Con grande e sincero affetto da Madrid...


TVB Ale.

Marisol

_________________
La vera ricchezza è prendere la vita con amore, donando amore.



Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37286

MessaggioInviato: Mar Dic 03, 2019 18:24    Oggetto: VINCENT VAN GOGH 3/12/19 allo Spazio TONDELLI di RICCIONE-RN Rispondi citando





Il Resto del CARLINO intervista Alessandro PREZIOSI




ha scritto:




PREZIOSI sprofondo bianco - l'attore porta in scena

VINCENT VAN GOGH
allo Spazio Tondelli di Riccione




INTERVISTA di Nives Concolino

QN. Il Resto del CARLINO - Il Cartellone, pag. 26 Giorno E Notte, 03/12/19







regia: Alessandro Maggi| testo: STEFANO MASSINI

VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco

produz. KHORA.teatro|TSA Teatro Stabile d'Abruzzo












con Alessandro Preziosi, protagonista dello spettacolo

c'è anche il Desk dell'Associazione ADRICESTA Onlus,

di cui l'artista è testimonial, un pretesto di Solidarietà




_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Vai a Precedente  1, 2, 3 ... 34, 35, 36 ... 41, 42, 43  Successivo
Pagina 35 di 43

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi


Powered by phpBB © 2001, 2002 phpBB Group
phpbb.it
Copyright © ADRICESTA ONLUS - Tutti i diritti riservati

Privacy Policy