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TOURNE' 2018 - 2019 - 2020 ALE con VAN GOGH
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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Autore Messaggio
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Ven Feb 16, 2018 15:36    Oggetto: VINCENT VAN GOGH L'odore assordante del bianco, 1° TOUR 2018 Rispondi citando





ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi




testo vincitore del Premio Tondelli Riccione Teatro 2005



scene|costumi Marta Crisolini Malatesta; disegno luci
Valerio Tiberi, Andrea Burgaretta; musiche Giacomo
Vezzani
; supervisione artistica di Alessandro Preziosi




aiuto regia Angela Zinno; direttore di scena Giovanni Piccirillo; capo macchinista Mimmo Pirolla; capo elettricista Dino Iovannitti; sarta Silvia Lombardi; service audio e luci Emmedue; scenotecnica L'Aquila scena; trucco e acconciature Capelli & Company; calzature Shoes4show;



produz. KHORA.teatro |TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

_ in collaborazione con il FESTIVAL di SPOLETO 60 _

prima nazionale 27 giugno '17 Napoli Teatro Festival





prodotto da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei, Aldo Allegrini

produzione esecutiva di Aldo Allegrini; ritratti di Francesca Fago; foto di scena: Manuela Giusto; design grafico: Arianna Sabbatini





        PERSONAGGI E INTERPRETI


        Vincent Van Gogh: Alessandro Preziosi

        Dottor Peyron: Francesco Biscione

        Theo Van Gogh: Massimo Nicolini
        Dottor Vernon-Lazàre: Roberto Manzi
        infermiere Gustave: Alessio Genchi
        infermiere Roland: Vincenzo Zampa



        voce di Vincent bambino: Davide Piccirillo







prima TOURNEE TEATRALE anno 2018, KHORA.teatro




      dal 20 al 21 gennaioFERMO, Teatro DELL’AQUILA
      . AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali
      - Residenza di Riallestimento


      23 gennaio - ESTE (PD), Teatro FARINELLI
      . ArteVEN Circuito Teatrale Regionale
      . Teatro Stabile del Veneto, Teatro Nazionale
      . Regione del Veneto e MiBACT


      dal 24 al 28 gennaio - VENEZIA MESTRE, Teatro TONIOLO
      . ArteVEN Circuito Teatrale Regionale


      30 gennaio - SACILE (PN), Teatro Politeama ZANCANARO
      . ERT del Friuli Venezia Giulia


      dal 31 gennaio al 4 febbraio - TRIESTE, Politeama ROSSETTI
      . TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA,
      - Teatro di Rilevante Interesse Culturale


      6-7-8|10-11 febbraio - FIRENZE, Teatro della PERGOLA
      . TEATRO DELLA TOSCANA, Teatro Nazionale


      dal 13 febbraio al 4 marzo - ROMA, Teatro ELISEO


      6 marzoSULMONA (AQ), Teatro Com.le Maria CANIGLIA
      . ACS Abruzzo Circuito Spettacolo


      dal 7 all'8 marzo - TERAMO, Teatro Comunale
      . ACS Abruzzo Circuito Spettacolo


      dal 9 all'11 marzo - BOLOGNA, Teatro DUSE


      dal 13 al 14 marzo - L'AQUILA, Ridotto del Teatro Comunale
      . TEATRO STABILE D'ABRUZZO, Ente Teatrale Regionale


      dal 15 al 18 marzo - SALERNO, Teatro Municipale VERDI
      . Teatro Pubblico Campano


      dal 20 al 25 marzo - NAPOLI, Teatro MERCADANTE
      . TEATRO STABILE DI NAPOLI, Teatro Nazionale


      27 marzo - URBINO (PU), Teatro SANZIO
      . AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali


      28 marzo - RECANATI (MC), Teatro Giuseppe PERSIANI
      . AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali


      dal 6 all'8 aprile - TREVISO, Teatro Com.le DEL MONACO
      . Teatri e Umanesimo Latino SpA


      dal 10 al 12 aprileTHIENE (VI), Teatro Comunale
      . ArteVEN Circuito Teatrale Regionale


      dal 14 al 15 aprileCHIETI, Teatro MARRUCINO



aggiornamenti, foto, interviste, rassegna stampa selezionata da


Alessandro Preziosi official Forum lieto 2018 con noi!

ADRICESTA Onlus seguirà il Tour con Eventi Benefici








con preghiera di utilizzare con parsimonia Riporta onde consentire aggiornamenti

e modifica al messaggio originale. Grazie per la comprensione e la collaborazione

allo scopo di fornire informazioni precise e accurate per utenti e lettori del Forum




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genziana



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MessaggioInviato: Ven Feb 16, 2018 18:57    Oggetto: VINCENT VAN GOGH, 16/02/18 intervista REP.IT Webnotte-Giorno Rispondi citando







Ernesto Assante di Webnotte di giorno -Repubblica.it

intervista Alessandro Preziosi sul "Vincent Van Gogh"




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MessaggioInviato: Ven Feb 16, 2018 20:13    Oggetto: VINCENT VAN GOGH Tg3 Linea Notte RAI TRE intervista PREZIOSI Rispondi citando




http://www.rai.it/dl/tg3/rubriche/PublishingBlock-ba2591cf-e5e5-44db-a2af-4401c6f00a34.html TG3 Linea Notte 15/16 febbraio
https://www.raiplay.it/video/2018/02/TG3-Linea-notte-e8961a9a-ab2c-46f5-97e6-e9c83b747162.html con registrazione gratuita






    Alessandro Preziosi ospite in studio 16/03 RAI3

    presenta "Vincent Van Gogh" - TG3 Linea Notte

    dibattito su possesso di armi e strage negli UsA


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MessaggioInviato: Sab Feb 17, 2018 17:57    Oggetto: VINCENT VAN GOGH |PREZIOSI all'ELISEO di ROMA 13/02-04/03/18 Rispondi citando



ha scritto:



La follia coincide con la strana sensazione di essere una cosa sola con quello che si fa”, precisa Alessandro Preziosi dopo la prima teatrale del suo VAN GOGH, un thriller psicologico che lascia gli spettatori dell’Eliseo col fiato sospeso. Sulle note di Dream On, applaudono… ROMA, febbraio.


di Giuseppe Fantasia, 15/02/18; pubblicato da IL FOGLIO / IlFoglio.it










ha scritto:




Emozioni a colori in scena: la follia di Van Gogh



IL MESSAGGERO, Roma-Cronaca, Giorno&Notte pag. 51 16/02/18





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MessaggioInviato: Sab Feb 17, 2018 18:34    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando








ha scritto:



    Standing ovation per Alessandro PREZIOSI

    nei panni di “VINCENT VAN GOGH” a Roma



Non tutti sanno che….

Tanto geniale quanto incompreso in vita, Vincent Van Gogh influenzò profondamente l’arte del XX secolo. Dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali, morì all’età di 37 anni. In quell’epoca i suoi lavori non erano molto conosciuti né apprezzati.

Il manicomio…

Il dramma di un grande artista finito in manicomio diventa un thriller psicologico sapientemete interpretato da Alessandro Preziosi che ha conquistato il pubblico del teatro che lo ha applaudito per più di tre minuti senza sosta alla fine dello spettacolo.

Visioni o realtà ?

È il 1889 e l’unico desiderio del grande pittore è quello di uscire da quell’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove non c’è altro colore che il bianco.

La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare …


Ottima la scrittura e perfetta la regia, bravissimo oltre a Preziosi anche Francesco Biscione che intepreta il direttore del manicomio, il dottor Peyron.

Chapeau

Un’intepretazione da non perdere per chi vuol capire cosa voglia dire essere “A”ttori.


Sergio Fabi, 15/02/16; pubblicato via cinemotore.com Blog di cinem"A"



TEATRO ELISEO, ROMAfino al 4 marzo 2018





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MessaggioInviato: Sab Feb 17, 2018 23:48    Oggetto: VINCENT VAN GOGH - Eliseo ROMA, Il Fatto intervista PREZIOSI Rispondi citando







ha scritto:




        Preziosi racconta gli ultimi anni di

        vita (reclusa) di Vincent van Gogh



Vincent van Gogh ce le aveva tutte: “soffriva” pure di sinestesia (anche se non è una vera patologia). A questa si è richiamato Stefano Massini sin nel titolo di un suo testo del 2005, già vincitore del Tondelli: L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO si concentra, infatti, sugli ultimi anni di vita del pittore, internato in manicomio.
Di questo testo si è recentemente “innamorato” Alessandro Preziosi che, nei panni del protagonista, lo sta portando in scena dall’estate scorsa, con la regia di Alessandro Maggi: All’Eliseo di Roma fino al 4 marzo, il tour proseguirà fino al metà aprile (con tappe a Bologna, L’Aquila, Salerno…).
Lo spettacolo, spiega l’attore, “è un’immersione nel labirinto mentale di Van Gogh autorecluso nel nosocomio di Saint Rémy, qui immaginato come una bianca fortezza, dove l’ispirazione pittorica cromatica, è totalmente azzerata… Per ritrovarla l’artista si affiderà al fratello Theo e alle terapie: quella di contenzione nelle vasche d’acqua e quella analitico-freudiana”.
Non tutti possono permettersi il “lusso” di allestire quest’opera quasi di nicchia: la fama l’avrà aiutata… “Diciamo che la fama mi ha permesso di fare un percorso, dai classici alla drammaturgia contemporanea. Ma la fama in teatro si smussa: se non offri un percorso, una visione, lo spettatore non ti segue”.
Molti suoi colleghi lamentano la crisi e l’irrilevanza del teatro: è così? “A mio avviso ci sarebbe bisogno di un confronto serio tra addetti ai lavori e MiBACT per evitare, più che il tracollo, il distacco. Da noi c’è un bacino enorme di piccole-medie compagnie, piccoli-medi attori, piccoli-medi registi e produttori: bisogna tenerli in considerazione perché tengono in vita il sistema. Altrimenti, il rischio è che uno, a un certo punto, dica: ma sai che c’è? Basta, mi metto a fare fiction, o mi tro un altro lavoro. Mi metto a creare una start up che produce gelati artigianali”.


CAM.TA © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il FATTO QUOTIDIANO Cultura|Teatro, pag. 21 Roma 16/02/18






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 00:12    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 14 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:




        VAN GOGH - all'ELISEO DI ROMA:

        preziose corrispondenze artistiche



Saint-Paul-de-Manson, estate 1889. Il sipario si alza. Vincent Van Gogh (Alessandro Preziosi) vestito con la divisa bianca del manicomio, accovacciato a terra, rotola in direzione del pubblico. La scena si delinea come un luogo mentale in cui lo spettatore è la meta ultima di un violento viaggio interiore i cui nocchieri sono il compassionevole fratello Theo (Massimo Nicolini), gli infermieri aguzzini (Alessio Genchi, Vincenzo Zampa), il dottore cinico sull'orlo dell'isteria (Roberto Manzi), il socratico direttore della casa di cura (Francesco Biscione).
Sogno allucinato, delirio furioso, ipnosi disperata: queste le forme indirette di dialogo e confessione scelte per sciogliere il nodo Van Gogh che, come in una seduta psicanalitica, volente o nolente, si racconta. In scena è l'uomo che, nell'isolamento forzato dal mondo, lotta con i suoi demoni e, nell'allontanamento terapeutico dagli strumenti del mestiere, comprende la sua natura: dipingere o perire. In scena è "VINCENT VAN GOGH. L'ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO" di Stefano Massini. Della sfera dell'irrazionale e dell'onirico, di quel delicato confine tra realtà e finzione, l'autore Stefano Massini è curioso conoscitore, come testimonia "L'interpretatore dei sogni" (Mondadori 2017), in scena al Piccolo di Milano per la regia di Federico Tiezzi. L'apparente e spartana semplicità della forma, linguistica e scenica, fa appello alle capacità intellettive, sensitive ed emotive del pubblico promettendo un coinvolgimento globale. Il testo, vincitore del Premio Tondelli Riccione Teatro 2005, messo in scena (regia di Alessandro Maggi) per la prima volta al Napoli Teatro Festival nel giugno 2017, a seguire al Festival di Spoleto dello stesso anno, è attualmente in tournée nei principali centri italiani: dopo una sosta al Teatro della Pergola di Firenze e prima della tappa bolognese al Teatro Duse, dal 13 febbraio al 4 marzo è al Teatro Eliseo di Roma.
"Il colore deve fare tutto", scriveva Vincent all'amato fratello Theo. Dopo la prima fase olandese in brunaille, l'esperienza parigina e il trasferimento nel Midi segnano un netto schiarirsi della tavolozza. Insieme ai labirinti cromatici e spiraliformi impressi indistintamente a volti umani, cieli stellati, campi di grano, l'accostamento ardito e stridente di cromie complementari come lilla chiaro e giallo cromo, fino ad allora altrimenti impensabile osservava Federico Zeri, diventa marchio di fabbrica distintivo ed inequivocabile. Accostare Van Gogh al bianco risulta, dunque, se non eresia, operazione estremamente azzardata. A Saint-Paul "il colore è una bestemmia", grida con rabbia Vincent. "Proibito dipingere, proibito vivere", confessa al fratello Theo. La camera obliqua, dilatata, con un piano più incrinato che inclinato, è la stanza del Palazzo della Memoria e dell'Inconscio di Vincent. Bianca come una tabula rasa, ostinatamente bianca come l'arredamento di Saint-Paul. L'accentuazione delle linee diagonali della scatola scenica ricorda la costruzione prospettica distorta della "Stanza di Van Gogh ad Arles", dipinta in quello stesso anno 1889, oggi al Museo d'Orsay. Nella scenografia a cura di Marta Crisolini Malatesta, però, è un'altra la tela presa a ispirazione esplicita: "Campo di grano con volo di corvi" (1890), oggi ad Amsterdam, qui restituita in una gigantografia versione bassorilievo - rigorosamente bianca ça va sans dire - dove ogni pennellata appare scolpita. Quel campo di grano che ha, secondo la visionaria descrizione di Antonin Artaud nel "Suicidé de la société", la "terra come panno sporco di sangue" e il "cielo violaceo come i margini di una folgore", è l'ultima creazione del "pennello ubriaco" di Van Gogh. Sarebbe morto qualche settimana più tardi.
La sinestesia, dichiarata nel titolo, assurge a metodo compositivo e risponde alla poetica dell'opera d'arte totale. Coerentemente, l'aspetto sonoro (Giacomo Vezzani) assume lo statuto di personaggio: silenzio quando Vincent dialoga con il fratello o con il personale medico; pulsazioni, ritmi, boati in crescendo e accelerando corrispondono ad un'estensione della psiche e delle membra tese e irrequiete del pittore; il preludio del "Lohengrin" di Wagner è sinonimo dell'apparente risoluzione di turbamenti e incertezze.
Il vero perno della legittimità scenica e della solidità drammaturgica va ricercato nella recitazione vigorosa di Alessandro Preziosi, capace di impersonare e restituire uno stato mentale alterato, ora dal manifestarsi della malattia ora dal guizzo di genialità. La cura per il dettaglio nella riproposizione di tic nervosi e movimenti bruschi soddisfa i requisiti dell'identikit del perfetto alienato, per un risultato non dissimile dal David Tennant nei panni di Barty Crouch Jr. nel quarto capitolo di "Harry Potter". La poderosa e roboante presenza di Preziosi, poi, lo avvicina al pantheon epico, novello Laocoonte del palcoscenico dalla visibile e palpabile tensione energetica. L'attore nel corso della sua carriera ha offerto innumerevoli prove delle sue potenzialità, tali da renderlo baricentro dell'azione scenica, più adatto ad una performance live che all'angusta telecamera. Una voce disciplinata dall'esercizio della scena, profonda, graffiante, musicale, calda, lo ha portato fino all'altare della canzone italiana, cimentandosi in un recitativo melodico in duo con Ornella Vanoni nel 68esimo Festival di Sanremo. Nel cinema, a cominciare dal Conte Fabrizio in "Elisa di Rivombrosa", la bestia di scena che è in lui appare sacrificata, mentre esplode in un tripudio di studiatissimi e intensi movimenti, parole, gesti, sguardi a teatro. Soprattutto se il ruolo rasenta l'iperbole espressiva e il virtuosismo tecnico, come era stato per il Don Giovanni interpretato al Quirino (2015-16) e per il Mercuzio all'Eliseo (2016-17): vette umane e artistiche confermate in questa produzione, dove al monopolio materiale del bianco si sovrappone il caleidoscopio dei colori dell'anima indagati, sofferti, rivissuti, agognati.



Alessandra Pratesi, 15/02/2018; pubblicato via RECENSITO.net






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 00:49    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 14 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:




    Teatro Eliseo. Alessandro Preziosi raffigura

    un “Vincent VAN GOGH” molto somigliante



VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, diretto da Alessandro Maggi, è interpretato dal bravissimo Alessandro Preziosi che, attraverso una mimica commovente rivela, grazie a sapienti giochi di luce, una somiglianza impressionante con il famoso autoritratto di Van Gogh del 1887, conservato al Rijksmuseum di Amsterdam




ROMA – Il sottotitolo “l’odore assordante del bianco”, coinvolgendo poeticamente vista, udito e olfatto, rende il senso della completezza di questo scandaglio della psiche di un artista. La scenografia minimale, tra bianche ossessionanti pareti, esalta rilievi incolori con le tipiche pennellate del pittore. Tutto il cast - Francesco Biscione Dottor Peyron, Massimo Nicolini Theo Van Gogh, Roberto Manzi Dottor Vernon-Lazàre, Alessio Genchi Gustave infermiere, Vincenzo Zampa Roland, infermiere - è d’impeccabile professionalità.

L’opera è una sintesi emozionante di Stefano Massini del periodo trascorso dal pittore nel vecchio convento di Saint-Paul adibito a ospedale psichiatrico, nei pressi di Arles, in quella Provenza dove era andato a cercare più colore e più sole. Chi ha letto le lettere di Van Gogh a suo fratello Theo, ritrova in quest’unico atto atmosfere autentiche e scevre da intellettualismi. Stefano Massini, non a caso, è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 con questa motivazione: “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”.

Sul palcoscenico Van Gogh-Alessandro Preziosi ha il solo desiderio di uscire dal manicomio dove non può leggere e tanto meno dipingere. La visita di suo fratello Theo fa sorgere in lui una speranza di liberazione. In dubbio su ciò che è reale e ciò che frutto della sua fantasia, il dialogo tra lui e Theo porta in superficie non solo la vicenda umana dell’artista ma gli abissi della psiche universale: ad esempio la difficoltà di giungere alla conoscenza di se stessi. Mentre vediamo illimpidirsi una radiografia dell’anima, siamo sollecitati alla riflessione sulla castrazione delle capacità creative, sulla difficoltà di rapporti non violenti, sull’importanza dell’arte e della conoscenza. Tutto questo con la seduzione e i tempi incalzanti di un thriller psicologico e, anche se il fondale è bianco, la luce e l’ombra evocano dipinti simbolici e immaginifici che l’occhio che “ascolta” può vedere.



testo di Bruna Alasia, 15/02/2018; pubblicato via ARTEmagazine.it






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 01:02    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 14 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA




ha scritto:




    L’odore assordante del bianco, Alessandro

    PREZIOSI
    sul filo della follia di VAN GOGH



“Il bianco è il suono di un silenzio che, improvvisamente, riusciamo a comprendere. È la giovinezza del nulla, o meglio, un nulla prima dell’origine, prima della nascita”. Così Vassily Kandinskij definiva il bianco ne Lo spirituale nell’arte, fondamentale testo in cui il pittore russo esponeva le sue teorie sull’uso del colore, intravedendone un nesso strettissimo con la dimensione spirituale. In Cromoterapia il bianco è utilizzato infatti per attenuare la sensazione di solitudine, chiarire le idee, trasmettere sensazioni di libertà e alleviare la tensione emotiva, ma al contrario di ciò che comunemente si pensa, il bianco è tutt’altro che il colore del vuoto e del nulla, è anzi “la somma di tutti i colori” poiché, in sostanza, li contiene tutti. Ma cosa può voler dire per un artista come Vincent Van Gogh, che ha fatto dell’uso dei colori primari e vivaci la sua potente cifra stilistica, essere per mesi completamente circondato dall’acromatismo? Lo spettacolo “VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, in scena al Teatro Eliseo fino al prossimo 4 marzo, indaga proprio lo stato d’animo del pittore nell’ultima fase della sua vita, quella in cui si trovava rinchiuso nell’austera stanza del manicomio di Saint-Paul, completamente priva di ogni colore.

Lo spettacolo, prodotto da KHORA.teatro e diretto da Alessandro Maggi su testo di Stefano Massini, sintetizza la tormentata vicenda esistenziale del pittore, collocandolo all’interno dell’ospedale psichiatrico in cui Van Gogh si fece volontariamente ricoverare l’8 maggio 1889, in seguito alla crisi che lo portò ad amputarsi l’orecchio. Recluso in un luogo in cui il colore viene completamente negato perché considerato eccitante per personalità psicotiche o isteriche, il pittore olandese, interpretato da uno straordinario Alessandro Preziosi, trascina lo spettatore in un universo in cui risulta difficile distinguere tra verità e finzione, tra follia e lucidità. Per tutto il tempo ci si chiede se il serrato dialogo con il fratello Théo, suo unico e costante sostegno emotivo, sia solo frutto dell’immaginazione di Vincent, o se il suo disperato tentativo di uscire dal manicomio abbia davvero un interlocutore. È così che gli appassionati dialoghi interiori, i ricordi e le allucinazioni si alternano ai dialoghi reali con gli infermieri, con lo spietato medico e con l’illuminato direttore che cerca di sperimentare nuovi metodi terapeutici.

Nel testo di Massini Saint-Paul è un inferno in cui è vietato leggere e dipingere, mentre in realtà la storia dell’arte ci racconta che durante le 53 settimane d’internamento, Van Gogh dipinse ben 150 tele tra cui capolavori come Gli Iris e La Notte Stellata. Questa voluta negazione pone l’attenzione sul ruolo dell’artista nella società, sulla sua necessità di esprimersi e, con più ampio respiro, sull’enigma stesso dell’arte. Uno spettacolo che fa riflettere sul Van Gogh uomo: non solo l’artista incompreso da vivo e osannato da morto, ma soprattutto un essere umano fragile, dallo stato d’animo perennemente tormentato e angosciato. Una disperazione ben espressa dal dipinto Campo di grano con volo di corvi che compone la scenografia completamente bianca: uno degli ultimissimi quadri realizzati dal pittore, uno straziante grido di dolore accentuato dal ritmo vorticoso delle pennellate, mediante cui l’artista proiettò tutta la propria incontenibile dimensione di sofferenza. Un cielo cupo carico di tempesta, presagio di lutto e di quello che sarà il tragico epilogo dell’inquieta esistenza di Vincent van Gogh.




Valentina Gallinari, 15/02/2018; pubblicato via LINEAdiretta.it n° 45






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 01:18    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 14 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:




    .VINCENT VAN GOGH -
    . L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO



Si è abituati a pensare che il problema sia lontano da noi, che la colpa si annidi sempre in un’altra persona, o che la causa sia una circostanza poco chiara. Nessuno tollera che il problema possa venire da sé stesso.

Non è da tutti accettare questa condizione, ma qualora l’individuo ci riuscisse sarebbe il frutto derivante da un estenuante lavoro interiore.

All’inizio dell’opera Vincent, Alessandro Preziosi, è diffidente con la figura che si presenta nella sua stanza dinanzi ai suoi occhi. Non parla, conosce la sua condizione precaria e non concede alcuna confidenza. Ma quella voce amica pronuncia frasi troppo familiari per poterle ignorare e, quando guardandolo fisso negli occhi gli promette che quello con il quale interloquisce niente altro non è che suo fratello, si lascia andare come se si fosse liberato di un grande peso dalle spalle.

Vedere un suo familiare Theo, Massimo Nicolini, in un posto così arido, dove l’unico colore ammesso è il bianco, fa nascere nei suoi occhi la speranza di poter uscire da quel posto. Tutto sembra giocare a favore del nostro protagonista fin quando non arriva il capo reparto che riporta bruscamente il pittore alla dura e cruda realtà.

Il fratello rappresenta una figura emblematica per Vincent perché se da una parte è in grado di farlo evadere da quella situazione, dall’altra il solo fatto che egli sia presente lo condanna. Posto dinanzi all’evidenza dei fatti, egli si ritrova solo, nudo davanti le sue debolezze. L’unica figura che corre in suo soccorso in quel caos, che la sua mente sembra aver dipinto così magistralmente, è il direttore dell’ospedale, interpretato da Francesco Biscone. Egli è disposto a sospendere le cure somministrategli finora e si dice pronto a concedere dei privilegi di cui nessun altro paziente della clinica può disporre. In cambio chiede soltanto di dargli la possibilità di sbirciare all’interno della sua mente. Il direttore ha come scopo quello di capire cosa accade, quali processi si azionano dentro il suo cervello, poiché il suo nuovo metodo potrebbe rivoluzionare e portare significativi miglioramenti a chi verte nelle sue stesse condizioni psicologiche.

Un testo a tratti poetico che dà spunti di riflessione su ciò che l’arte può dare alla vita di un individuo, di come in determinate situazioni possa essere dunque l’unico appiglio per poter ritrarre la realtà che si sta vivendo. Quando si apre il sipario, il senso di vuoto è la prima sensazione che si percepisce. Un pavimento messo in pendenza risalta subito all’occhio. Lo spessore dei muri e il modo nel quale sono messi in scena danno l’impressione di essere rinchiusi in una stanza dove non sembra esserci via di fuga. Giochi di luci creano delle ombre che si vanno a proiettare sulle grandi pareti della stanza, accentuando la percezione di solitudine che accompagna lo sceneggiato. Inoltre più che di musica si può parlare di suoni che il protagonista percepisce e che rimbalzano nella sua testa come dei suoni acuti e sordi che servono ad arricchire di tensione la scena. La scelta del bianco comunica un assordante odore che conferisce un senso di vuoto nell’opera.




di Federico Spinelli, 15/02/2018; pubblicato via outOUTmagazine.it






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 01:44    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 14/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 14 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA






ha scritto:








    .VINCENT VAN GOGH -
    . L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO



<<È una prospettiva molto triste quella di sapere che forse la pittura che faccio non avrà mai nessun valore>>.

Scriveva così Vincent Van Gogh nell’agosto del 1888 al fratello Theo. L’anno successivo dipingerà Ritratto di Joseph Roulin, venduto nel 1989 al costo attualizzato di 108 milioni di dollari: è tra i 10 quadri più costosi al mondo.

Durante la sua breve ed intensa vita Vincent Van Gogh dipinse circa 900 quadri, riuscendone a vendere solo uno, Il vigneto Rosso. Visse una vita di stenti, nelle innumerevoli lettere che scrisse al fratello Theo si trovano riferimenti continui all’incertezza del lavoro e alla preoccupazione di sprecare denaro.

Nel marzo 1889 i cittadini di Arles sottoscrissero una petizione per richiedere il ricovero di Van Gogh, ritenuto “persona non idonea a vivere in libertà”. La casa gialla dove si era trasferito insieme a Gauguin, venne chiusa dalla polizia, e Vincent condotto al manicomio di Saint Paul, come egli stesso scrisse “sotto chiave” e “in cella”. Ed è proprio a partire da quella cella che inizia il racconto al Teatro Eliseo di Stefano Massini della sofferenza del pittore olandese, intensamente interpretato da Alessandro Preziosi.

Il testo è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”. Massini indaga il rapporto sofferente tra le arti ed il ruolo dell’artista nella società contemporanea. Attraverso la disperazione di Van Gogh nella devastante neutralità del vuoto, nell’odore assordante del bianco, si restituisce sul palco l’immediatezza della condizione umana che non riguarda solo quella di un artista geniale vissuto in un tempo passato, bensì ogni singolo spettatore che, con il fiato sospeso fino all’ultima battuta, riesce a rivedere la propria prigionia interiore e l’immutabile sofferenza che nasce dall’incomprensione con il mondo circostante.

Una sorta di psicoterapia teatrale, senza dubbio da sperimentare.




di Nunzia Castravelli, 15/02/2018; pubblicato via CULT ARTdict.com



www.teatroeliseo.com/eventi/van-goghlodore-assordante-del-bianco





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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 02:10    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 13/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 13 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:





Cum patire l’ODORE ASSORDANTE del BIANCO


      UN’ASSENZA DI COLORI che fa male



Il teatro fisico, se ben riuscito, è una sublimazione. Già Craigh lo aveva anticipato nello studio dell’attore come supermarionetta, individuando, nel linguaggio teatrale, quello cinetico. Decroux insisteva sull’importanza mimico facciale e Artaud dava rilievo anche allo studio della voce che un attore doveva compiere. In buona parte uno studio anatomico è stato riportato da grandi e illustri studiosi che di teatro ne hanno scritto dopo aver toccato e consumato più volte un palcoscenico, provando la catarsi totale nell’indossare panni di personaggi diversi senza, per la durata dell’intera performance, essere capaci di spogliarsi di questi. La sera del 13 febbraio al Teatro Eliseo è andato in scena la prima romana del dramma di Stefano Massini L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO con la regia firmata da Alessandro Maggi. In scena l’attore Alessandro Preziosi ha ritratto quanto sopra riportato: un encomiabile e completo lavoro sul corpo, a partire dall’alluce del piede, padrone della vista per alcuni secondi, alla voce, un miscuglio tra un cavernicolo e un uomo civilizzato, ma stanco di esserlo. Lo spettacolo vuole raccontare gli ultimi giorni di vita del celebre pittore Vincent Van Gogh all’interno delle mura del manicomio di Saint Paul. Le allucinazioni lo portano ad un dialogo immaginario con il fratello Theo. Da questo dialogo emerge il carattere dell’artista dei girasoli, dell’uomo che dipingeva la realtà perché mosso da un’inspiegabile forza motrice dell’universo; del suo forte amore per il giallo cromo, a base di cromato di piombo, la sua firma. Grazie all’interazione degli altri perfetti attori/personaggi sulla scena, emergono le diverse sfaccettature dell’uomo: di confidenza e tenerezza nel dialogo con Theo/ Massimo Nicolini; di rabbia e disperazione con il dottor Peyron/Francesco Biscione; di arrendevolezza con Dottor Vernon-Lazàre/Roberto Manzi. Emerge, anche, un amore sviscerato per l’anticonvenzionalità sociale di quell’epoca e per la vita al punto da impazzire, sempre di più, laddove il colore non esiste; esiste un’assenza, di questo, che rimbomba all’interno delle quattro mura bianche disegnate da Marta Crisolini Malatesta, riuscendo a restituire anche l’apnea e un senso di soffocamento in parallelo alla performance dell’attore Preziosi/Van Gogh. Si guarda alla malattia con tenerezza, con dolcezza, con compassione, nel significato etimologico del termine e non è soltanto la camicia di forza, indossata dall’inizio alla fine della performance, a rimandare a questa. Alessandro Preziosi mostra fino all’ultima fila della platea, una mimica dell’uomo sofferente, il tremolio di un corpo convulso e stanco, il tic del piede, quando il resto del corpo sembra riposare. L’intero pensiero sulla biomeccanica teatrale è concentrato su quel palco, grazie all’occhio del demiurgo Alessandro Maggi. La commozione abbraccia l’uomo di quello spettacolo fino a desiderare di restituire un abbraccio a quel piccolo grande pittore di Arles capito, come sempre succede, dopo la sua morte.



Maria Francesca Stancapiano, 16/02/18; pubblicato via SCENAcritica.it

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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 02:37    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 15/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 15 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:





Vincent Van Gogh l’odore assordante del bianco
e la logica della sinestesia




Il palco del Teatro Eliseo di Roma ospiterà fino al 4 marzo

VINCENT VAN GOGH L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”. Il testo di Stefano Massini, diretto da Alessandro Maggi e interpretato da Alessandro Preziosi, è vincitore del premio Tondelli 2005.





Vincent Van Gogh è uno degli artisti più importanti di tutti i tempi.
Ogni giorno, davanti al museo a lui dedicato ad Amsterdam, si radunano interminabili file di turisti che pazientano diverse ore pur di vedere alcune delle sue opere. Ma ciò che affascina di questa figura non è solo la maniera di dipingere. La personalità stessa del pittore intriga storici dell’arte o semplici spettatori. Una personalità segnata in maniera ineluttabile da una malattia mentale, che ancora oggi non si è stati in grado di identificare, e da un male di vivere che lo spinse poi al suicidio.

Non sorprende che un uomo del genere sia diventato oggetto di attenzione da parte di altri artisti. In particolare modo, è stato oggetto di studio da parte del drammaturgo italiano Stefano Massini che a dedicato a lui una pièce teatrale, vincitrice del Premio Tondelli nel 2005. La giuria ha in particolar modo menzionato la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”. Il testo di Massini torna in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 4 marzo. A dirigerlo è Alessandro Maggi, mentre l’interpretazione dell’artista è affidata al talentuoso e magnetico Alessandro Preziosi.

La scena si apre su una stanza dalle pareti bianche. Il pavimento è in pendenza. Un uomo vestito di bianco si rotola sul pavimento. A illuminarlo, un fascio di luce bianca.

Siamo all’interno del manicomio di Saint Paul dove Van Gogh fu rinchiuso nel 1889, l’anno prima della sua morte. È il trionfo del nulla, della monotonia. Un posto privo di stimoli, ma soprattutto privo di possibilità di migliorare. I “trattamenti” sono del tutto inefficaci e il dottore che dovrebbe occuparsi dei pazienti è un uomo preso da se stesso e inebriato dal potere della sua posizione. Van Gogh è solo. Senza più affetti, senza più i suoi quadri, senza più possibilità di distinguere che cosa è reale e che cosa non lo è. Un uomo che per tutta la vita ha vissuto lasciandosi penetrare dalla natura e dalle persone per fissarle sulla tela. Prigioniero dell’immaginazione, di una realtà vista con gli occhi dell’artista e trasfigurata in linee e colori che, pur allontanandosi dal realismo, ne colgono le sfumature più veritiere.

Fondamentale nella vita dell’artista, così come sulla scena è il fratello Theo.

A lui Vincent si rivolge per andar via dal manicomio, da tutto quel bianco. Ma importante sarà anche il confronto con il direttore dell’istituto che, per la prima volta, offrirà all’artista la possibilità di comprendersi. Perché è con se stesso che Van Gogh deve fare i conti. Con il suo essere artista che, se da una parte gli ha aperto nuove prospettive, dall’altra gli ha impedito di essere soltanto un uomo. È una dolorosa esperienza di sé, resa ancora più difficoltosa dall’impossibilità di credere ai propri sensi, a causa delle allucinazioni di cui soffre. Ma alla fine, l’unica cosa che può essere ritenuta vera e reale è proprio l’universo che il singolo costruisce.

Il regista Maggi ha scritto che l’unica logica che vive nel testo è la logica della sinestesia.

Il titolo stesso è una sinestesia. “L’odore assordante del bianco”. In un’unica frase si fa riferimento a tre sensi diversi: l’olfatto, l’udito e la vista. I sensi sono il nostro punto di contatto con la realtà. Sono ciò che ci permette di conoscerla. Se smettono di essere affidabili, se si confondono tra di loro, non si può essere più certi di nulla. In Van Gogh, che da artista dovrebbe riprodurre il mondo sensoriale solo attraverso l’immagine, i sensi si mescolano. Non c’è più un mondo oggettivo, ma una serie di mondi possibili. E Massini e Maggi portano lo spettatore dentro questi mondi. Il dialogo serrato che manda avanti l’azione mantiene viva l’attenzione di chi guarda, facendo perdere cognizione del tempo. Ci sono numerosi colpi di scena e si arriva al finale del tutto impreparati allo spegnimento delle luci.

Le musiche intensificano i momenti drammatici. Spesso accompagnano i lunghi monologhi di Van Gogh, creando un’atmosfera claustrofobica intorno all’artista che lo spettatore percepisce in maniera indiretta, ma non meno soffocante. Alle luci, invece, spetta di ricreare non solo quei colori luminosi e intensi che caratterizzano i quadri dell’artista, ma anche un gioco di luci e ombre che enfatizza il contrasto tra reale e irreale.

Preziosi è veramente bravo nel restituirci l’angoscia e l’inquietudini di un uomo che ha “spezzato il filo”, che sa di essere affetto da allucinazioni e che dovrà sempre chiedersi se le cose siano reali. Il suo Van Gogh è una bestia in gabbia (parla di “scimmie” in riferimento agli altri malati). Eppure non manca di logica o di una profonda consapevolezza di ciò che sente e di ciò che è. Tant’è che continua a dipingere e i suoi quadri restituiscono una visione puntuale e realistica della vita. Bravi anche i compagni di scena: Francesco Biscione, Massimo Nicolini e Roberto Manzi.

Uno spettacolo intenso ed emozionante.

Se amate i quadri del pittore olandese, non potete assolutamente perderlo. Ma VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO è per tutti coloro che amano la natura umana. Per chi cerca di conoscerla. Per chi sa che è impossibile comprenderla, ma ne è comunque affascinato.




di Federica Crisci, 16/02/2018; pubblicato via CULTURAmente.it






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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 02:57    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 15/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 15 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:




    PREZIOSI e la follia di VINCENT VAN GOGH:
    bianca prigione del colore





    Recensione dello spettacolo “VINCENT VAN GOGH L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, in scena al Teatro Eliseo dal 13 Febbraio al 4 Marzo 2018



Van Gogh senza colori. Come immaginarlo senza il suo giallo cromo, senza il blu cobalto, il lapislazzulo, i suoi verdi, i suoi viola? E poi: Van Gogh e la follia, associazione necessaria. Due temi, un solo viaggio.

L’8 Maggio 1889 Vincent Van Gogh entra volontariamente nel sanatorio di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Lo troviamo lì, all’apertura del sipario. Disteso sul pavimento, un pigiama bianco, fra pareti bianche, attorno medici e infermieri in camici di un ossessionante bianco.

Fuori i campi di grano, chiome d’alberi, fronde fiorite, i cieli densi di nubi o trapunti di stelle. Fuori un universo colorato e vibrante, percorso dalle onde di un turbinante campo magnetico. Fuori. O forse dentro. Dentro di lui.

La relazione tra colore e follia è il meandro oscuro e tortuoso in cui Stefano Massini si insinua con il suo testo. Partendo appunto da questo ossimoro, Van Gogh ed il bianco. L’isolamento, negazione del colore, come cura o inumana pena.

Da lì il drammaturgo toscano dipana il filo di un’indagine psicopatologica acuta e profonda. Dai primi dialoghi con il fratello Theo avanza un’ipotesi tanto realistica, quanto provocatoria: e se quel mondo cromaticamente rutilante non fosse stato reale? Se tutto fosse esistito solo nella mente di Vincent? Un universo mentale rinchiuso, imprigionato, dove ogni moto dell’animo è colore.

“Ho cercato di esprimere con il rosso e il verde le terribili passioni umane. La sala è rosso sangue e giallo opaco, un biliardo verde in mezzo, quattro lampade giallo limone a irradiazione arancione e verde. C´è dappertutto una lotta e un´antitesi dei più diversi verdi e rossi, nei piccoli personaggi di furfanti dormienti, nella sala triste e vuota, e del violetto contro il blu”. Questo scriveva Vincent a Theo (il quadro descritto è “Il caffè di notte”).

E allora la terapia, che solo un medico sensibile intuisce, non può essere altro che lasciar uscire quel fiume cromatico. Dipingere, dipingere, dipingere, un flusso continuo dalla corteccia cerebrale alla punta del pennello. Trasformare i fantasmi in immagini, gli impulsi in pennellate, la follia in arte.

Il testo di Massini è solido, asciutto nella scrittura, pregno di contenuto. Un’analisi attenta, competente, che però, in quanto tale, non sviluppa un filo narrativo. Di questa staticità, pur interrotta dall’accendersi di subitanee vibrazioni, è gravata la rappresentazione.

Ben sopperisce l’ottima interpretazione degli attori, in particolare di Alessandro Preziosi, capace, con voce aspra e ruvido piglio, di tenere il palco con personalità per l’intera durata di uno spettacolo senza interruzioni. Ottimo anche Francesco Biscione, che nella perfetta misura, trova spazio per il calore dell’empatia.

La suggestiva, essenziale scenografia di Marta Crisolini Malatesta, pareti neutre e scomposte, riporta in rilievo il “Campo di grano con corvi”, l’opera emblema dell’estremo limite del dolore esistenziale di Vincent. Non poteva essere una cura quella ricevuta a Saint-Paul, l’artista si suiciderà poco dopo esserne uscito. Ma nel manicomio di Saint-Rémy viene avviato per l’unica via che il destino aveva tracciato per lui. Una via che si perde là, dove il grano si tinge di giallo cromo, il cielo di blu cobalto, mentre i neri corvi finalmente volano via. Là dove il povero pazzo scompare e diventa per sempre Vincent Van Gogh.



di Valter Chiappa, 16/02/2018; pubblicato via LaPLATEA |laPlatea.it





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MessaggioInviato: Dom Feb 18, 2018 03:21    Oggetto: VINCENT VAN GOGH all'Eliseo di ROMA 15/02/18 - recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 15 febbraio 2018 al Teatro Eliseo, ROMA





ha scritto:




      .. Teatro Eliseo. Alessandro Preziosi

      .. commuove in “Vincent Van Gogh



Sul palcoscenico Alessandro Preziosi è Vincent van Gogh, rinchiuso nel 1889 nel vecchio convento di Saint-Paul adibito a ospedale psichiatrico, nei pressi di Arles, in quella Provenza dove era andato a cercare più colore e più sole. Vincent ha il solo desiderio di uscire dal manicomio perché non può leggere e tanto meno dipingere. La visita di suo fratello Theo fa sorgere in lui una speranza di liberazione. In dubbio su ciò che è reale e ciò che è frutto della sua fantasia, il dialogo tra lui e Theo porta in superficie la vicenda umana dell’artista e gli abissi della nostra psiche: ad esempio la difficoltà di giungere alla conoscenza di se stessi. Mentre vediamo illimpidire questa radiografia dell’anima universale, siamo sollecitati alla riflessione sulla castrazione delle capacità creative, sulla difficoltà di rapporti non violenti, sull’importanza dell’arte e della conoscenza. E questo con la seduzione e i tempi incalzanti di un thriller psicologico, dove l’azione è drammatizzata da pareti bianche, sulle quali bagliori e ombre esaltano rilievi simili alle pennellate del protagonista evocando dipinti simbolici.

VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”, diretto da Alessandro Maggi, ha in Alessandro Preziosi un interprete magnifico: l’attore, attraverso una mimica commovente rivela, grazie a sapienti giochi di luce, una somiglianza impressionante con il famoso autoritratto di Van Gogh del 1887, conservato al Rijksmuseum di Amsterdam.
Il sottotitolo “l’odore assordante del bianco”, coinvolgendo poeticamente vista, udito e olfatto, rende il senso della completezza di questo scandaglio della psiche di un artista. Chi ha letto le lettere di Van Gogh a suo fratello Theo, ritrova in quest’opera di Stefano Massini atmosfere autentiche e scevre da intellettualismi. Non a caso, Massini è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 con questa motivazione: “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”. L’intero cast – Francesco Biscione Dottor Peyron, Massimo Nicolini Theo Van Gogh, Roberto Manzi Dottor Vernon-Lazàre, Alessio Genchi Gustave infermiere, Vincenzo Zampa Roland, infermiere – è d’impeccabile professionalità. Da non perdere.



di Bruna Alasia, 16/02/18; pubblicata via Articolo21.org Culture Teatro










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L'ultima modifica di genziana il Dom Feb 18, 2018 20:37, modificato 1 volta
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